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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

La Marina chiede strutture per la Forza da Sbarco. E lascerà la Zona nafta

BRINDISI – Alla Marina Militare non serve più il nuovo deposito carburanti a Capo Bianco, quindi l’Autorità portuale dovrà indirizzare diversamente il 16 milioni di euro ricevuti a suo tempo da Cipe per portare i fondali della zona a 12 metri e realizzare un apposito banchinamento. Indirettamente, una buona notizia anche per Brindisi Lng che non dovrà avere come vicino, nel caso il rigassificatore si faccia, un potenziale fattore di rischio come grandi serbato di nafta o kerosene. La decisione su come reinvestire i soldi c’è già, ed è stata presa col Comune di Brindisi e il Comando dell’Alto Ionio di Taranto: realizzare nuove strutture per la Forza da Sbarco alle Pedagne e a Torre Cavallo.

BRINDISI – Alla Marina Militare non serve più il nuovo deposito carburanti a Capo Bianco, quindi l’Autorità portuale dovrà indirizzare diversamente il 16 milioni di euro ricevuti a suo tempo da Cipe per portare i fondali della zona a 12 metri e realizzare un apposito banchinamento. Indirettamente, una buona notizia anche per Brindisi Lng che non dovrà avere come vicino, nel caso il rigassificatore si faccia, un potenziale fattore di rischio come grandi serbato di nafta o kerosene. La decisione su come reinvestire i soldi c’è già, ed è stata presa col Comune di Brindisi e il Comando dell’Alto Ionio di Taranto: realizzare nuove strutture per la Forza da Sbarco alle Pedagne e a Torre Cavallo.

Il comunicato di quest’oggi dell’Autorità portuale, concordato con il Comune, non dice altro, se non che la colmata per la Marina a Capo Bianco non si farà, perciò, più. Cosa abbia deciso di fare la Marina Militare per quanto riguarda la propria base, invece, nel Castello Svevo nel Seno di Ponente, non è stato precisato e continuerà a restare forse oggetto di congetture visto che si parla anche di una vendita all’asta dello stesso Castello da parte della Difesa (anche se un protocollo del 1909 ne prevedeva la restituzione alla città in caso di dismissione).

Visto che lo spostamento della zona carburanti nel porto esterno era comunque una ipotesi ormai scolorita dal tempo, resta valido il contenuto del protocollo del 1999, invece, che prevedeva in cambio dell’investimento a Capo Bianco degli allora 32,5 miliardi di lire, la liberazione della ex Zona nafta nel Seno di Levante? La risposta è positiva, ma come e quando il comunicato non lo dice (anche se sono considerati alienabili dal decreto sul federalismo demaniale i fabbricati di quell’area). Insomma, la trasparenza c’è ma sino ad un certo punto, forse perché così è stato deciso al tavolo tecnico in attesa di completare il panorama degli accordi.

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