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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La moglie di Antonio D'Oriano non c'entra

BRINDISI - A proposito dell'applicazione della misura del sequestro dei beni disposto dal tribunale ed eseguito dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ad Alfonso D'Oriano e ad altre persone, argomento di un nostro articolo del 7 dicembre e di altre testate il giorno successivo, riceviamo e pubblichiamo volentieri la seguente nota di rettifica richiesta dall'avvocato Federico Massa, che rappresenta gli interessi della moglie dello stesso Alfonso D'Oriano, precisando a nostra volta che tutto nasce da un mero errore nella parte finale del quinto paragrafo dell'articolo, riferito a beni di Alfonso D'Oriano, che in rigo diventa "Antonio". Ovviamente ce ne scusiamo.

Guardia di Finanza
BRINDISI - A proposito dell'applicazione della misura del sequestro dei beni disposto dal tribunale ed eseguito dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ad Alfonso D'Oriano e ad altre persone, argomento di un nostro articolo del 7 dicembre e di altre testate il giorno successivo, riceviamo e pubblichiamo volentieri la seguente nota di rettifica richiesta dall'avvocato Federico Massa, che rappresenta gli interessi della moglie dello stesso Alfonso D'Oriano, precisando a nostra volta che tutto nasce da un mero errore nella parte finale del quinto paragrafo dell'articolo, riferito a beni di Alfonso D'Oriano, che in rigo diventa "Antonio". Ovviamente ce ne scusiamo.

"Nel contesto di un articolo avente ad oggetto le vicende giudiziarie che hanno interessato ed interessano la famiglia D’Oriano, si legge: 'Oggi ad Alfonso D’Oriano è stato applicato (il decreto del presidente del tribunale delle misure di prevenzione o stato convalidato quasi ogni parte dal Collegio) del valore di circa 8 milioni di euro, comprendenti una villetta a schiera di 9 vani nello stesso complesso del precedente complesso al quartiere Casale, poi 9 ettari di terreni, quote le quote di due società immobiliari, e disponibilità finanziarie per 6,6 milioni di euro. Le società sono sempre la D’Oriano Maria Edelma e la Domoter Srl in ambito portuale, e la Immobiliare residenziale Srl. Terreni e quote societarie risultano intestate ad Antonio D’Oriano ed alla moglie, la casa al figlio e le disponibilità finanziarie a prestanome a Brindisi e in provincia'.

Orbene, il riferimento alla moglie di Antonio D’Oriano –sig.ra Margherita Nannavecchia- quale cointestataria di quote societarie insieme al marito, è assolutamente privo di fondamento.  Ed invero: a) il Tribunale di Brindisi, con sentenza  n. 890 in data 21 dicembre 2009, ha assolto la sig.ra Nannavecchia dal reato di cui all’art. 12 quinquies, comma 1, legge n. 309/1992 con la formula del perché il fatto non sussiste, affermando che la stessa era ed è legittima ed esclusiva titolare della partecipazione totalitaria nella “IGS” srl; b) detta sentenza non è stata impugnata ed è quindi passata in cosa giudicata; c) con decreto n. 6/2011 la Corte di Appello di Lecce ha annullato, con riferimento alla posizione della sig.ra Nannavecchia, un precedente provvedimento con il quale il Tribunale di Brindisi aveva disposto la confisca delle quote della “IGS” srl ritenendole riferibili al marito Antonio D’Oriano, con ciò confermando quanto statuito dalla già citata sentenza della stessa Corte di Appello e cioè confermando la autonoma e legittima disponibilità delle quote societarie medesime in testa alla sig.ra Nannavecchia.

Con il decreto appena citato la Corte d’Appello ha restituito alla sig.ra Nannavecchia non solo le quote della società ma anche una serie di beni, di proprietà della società che, ancora erroneamente, nel testo dell’articolo in contestazione, vengono indicati fra i beni sequestrati ad Antonio D’Oriano; d) il decreto della Corte di Appello di Lecce è divenuto definitivo non essendo stato impugnato.  In sintesi: è stato definitivamente accertato con i provvedimenti innanzi dettagliatamente indicati che la sig.ra Nannavecchia è del tutto estranea ai provvedimenti di prevenzione patrimoniale (nonché alle sentenze) che hanno interessato e che interessano la famiglia D’Oriano, dovendosi peraltro e per la verità dei fatti precisare che nessuna di dette pronunce ha acquisito il carattere della definitività".

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