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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

La polizia indiana ferma 2 marò pugliesi

NEW DEHLI – Incidente diplomatico in corso tra India e Italia. La polizia di Kochi, il porto dove è ancorata la petroliera “Enrica Lexie”, ha portato a terra i due militari del Reggimento S. Marco impegnati nel servizio di scorta alla nave italiana per interrogarli sulla vicenda di mercoledì scorso in cui due marinai di un motopesca indiano sono stati uccisi perché scambiati per pirati. Va detto che sul caso sono aperte tre inchieste in Italia, e non è stato ancora escluso che l’attacco alla petroliera respinto dai marò di scorta, e la morte dei due pescatori possano essere avvenuti in momenti diversi e in luoghi diversi.

NEW DEHLI – Incidente diplomatico in corso tra India e Italia. La polizia di Kochi, il porto dove è ancorata la petroliera “Enrica Lexie”, ha portato a terra i due militari del Reggimento S. Marco impegnati nel servizio di scorta alla nave italiana per interrogarli sulla vicenda di mercoledì scorso in cui due marinai di un motopesca indiano sono stati uccisi perché scambiati per pirati. Va detto che sul caso sono aperte tre inchieste in Italia, e non è stato ancora escluso che l’attacco alla petroliera respinto dai marò di scorta, e la morte dei due pescatori possano essere avvenuti in momenti diversi e in luoghi diversi.

In ogni caso, la forzatura impressa dalla polizia indiana alla vicenda rappresenterebbe una violazione del diritto internazionale. Alcuni organi di informazione indiani hanno dato i nomi dei due militari del S. Marco, e ne hanno comunicato l’arresto, mentre secondo il console a Mumbai, Giampaolo Cutillo, si trovano in un procedimento che potrebbe portare al loro arresto. Tecnicamente per il momento questo provvedimento non è ancora scattato, ma è una ipotesi verisimile, ha detto Cutillo.

Si è inoltre appreso che ora Massimiliano Latorre di Taranto di 45 anni, e di Salvatore Girone di Bari di 34 anni, questi i nomi dei due marò di stanza nella base di Brindisi della Forza da Sbarco, la caserma Carlotto, responsabili del team di difesa della nave, verranno posti in custodia giudiziaria, e poi presentati nei prossimi giorni davanti alla corte per omicidio. I due marò, in tuta mimetica e basco, con il distintivo tricolore al braccio, sono stati accompagnati a terra dal comandante della nave Umberto Vitelli, dal console Cutillo e dall'addetto militare in India, contrammiraglio Franco Favre. La polizia li interroga ritenendoli responsabili dell'uccisione di due uomini del peschereccio “St. Antony” in navigazione mercoledì pomeriggio nel Mar Arabico.

Le vittime, che hanno ricevuto ieri l'estremo saluto della popolazione di Kollam in un clima di grande emozione e di richiesta di giustizia, si chiamavano Ajesh Binki, di 25 anni, e Gelastine, di 45. L'equipaggio della “Enrica Lexie” in quella occasione rispose a quello che ritenne essere un attacco di pirati e quindi proseguì la sua rotta, salvo poi accettare un invito delle autorità indiane di entrare nel porto di Kochi dove la nave è oggi all'ancora. La polizia del Kerala ha rivelato che sulla chiglia del peschereccio vi sono almeno 16 fori di proiettile.

I marò accusati dalle autorità indiane di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati, ribadiscono la loro originaria versione dei fatti e cioè di aver visto cinque persone armate e di essersi limitati a sparare dei 'warning shots' cioè dei colpi di avvertimento in aria e in acqua, senza colpire l'imbarcazione. È il racconto che i protagonisti della vicenda hanno ripetuto ieri, secondo quanto si è appreso, a tre ufficiali della Marina giunti dall'Italia per occuparsi del caso.

Secondo quanto si è appreso, è questa la versione che i due fucilieri di Marina - il capo del team di protezione e il suo vice - intendono sostenere di fronte alle autorità indiane, ribadendo anche di non riconoscere nel peschereccio dove sono stati uccisi i pescatori, mostrato dalle tv, quello che avrebbe tentato l'abbordaggio della Enrica Lexie.

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