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Cronaca

La rapina all'Agip di Francavilla era stata studiata nei minimi particolari

FRANCAVILLA FONTANA – E’ stata praticamente ricostruita in ogni dettaglio la rapina commessa il 26 luglio scorso a Giosué Rodia, 29 anni, francavillese, gestore dell’Agip di via Brindisi. Rapina per la quale sono in carcere, accusati di rapina, detenzione e porto abusivi di arma (una pistola) e di tentato omicidio, Pancrazio Carrino, 28 anni, di San Pancrazio Salentino, e Bartolomeo Begher, 36 anni, di Francavilla Fontana.

FRANCAVILLA FONTANA – E’ stata praticamente ricostruita in ogni dettaglio la rapina commessa il 26 luglio scorso a Giosué Rodia, 29 anni, francavillese, gestore dell’Agip di via Brindisi. Rapina per la quale sono in carcere, accusati di rapina, detenzione e porto abusivi di arma (una pistola) e di tentato omicidio, Pancrazio Carrino, 28 anni, di San Pancrazio Salentino, e Bartolomeo Begher, 36 anni, di Francavilla Fontana. I carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana, comandata dal capitano Fabio Guglielmone, hanno ricostruito il tragitto fatto dai due accusati del colpo. Erano a bordo della maxi moto Yamaha di colore blu e bianco intestata ad una congiunta di Begher. Motocicletta che aveva una targa rubata ad una Honda qualche tempo prima. Alla guida della moto c’era Begher, sul sellino posteriore Carrino. Entrambi avevano i volti coperti da grossi caschi da motociclisti. I due avevano studiato a fondo gli spostamenti di Rodia il cui distributore Agip ha il self ed è sicuramente uno di quelli che lavorano di più rispetto a tutti gli altri. Avevano anche scelto il giorno più opportuno, dal punto di vista dell’incasso, per mettere a segno la rapina. Il 26 luglio era un lunedì e ovviamente dopo un ponte di due giorni l’incasso del self doveva essere sostanzioso. Peraltro i self funzionano soprattutto con denaro contante. Sono poche le persone che pagano con carte di credito. E in effetti quella mattina, nel borsello, Rodia aveva ben 37mila euro in banconote di vario taglio. Carrino raggiunge Francavilla con un proprio mezzo che lascia parcheggiato in una zona di sicurezza, poco distante dalla casa di Begher. Con la maxi moto i due passano sulla strada dell’Agip per un primo controllo. Quasi certamente a distanza di sicurezza aspettano che Rodia si muova a bordo della sua Renault R4 per raggiungere via San Francesco dove si trova la sua abitazione e la banca nella quale deve depositare l’incasso. Tra l’incrocio regolato da semaforo, nell quale sbocca via Brindisi e il distributore Agip ci sono dei bar dove potersi fermare senza destare sospetti. Passa la Renault. I due la seguono e la bloccano in via San Francesco. Sono le 9,30. Rodia scende perché costretto dalla pistola impugnata da Carrino. Gli chiedono il denaro. Il benzinaio prende il borsello e invece di consegnarlo lo lancia loro addosso. Si apre le banconote si sparpagliano per strada. I banditi riescono ad afferrarne un mucchietto per 2/300 euro. Quindi Carrino, che evidentemente è andato in pallone, spara quattro colpi di pistola contro Rodia. Uno solo lo raggiunge al basso inguine sinistro. Scappano. Rodia, nonostante sanguinante e dolorante, risale in auto, inverte il senso di marcia e insegue i due malviventi che dopo essersi fermati, come qualsiasi prudente motociclista al rosso del semaforo, imbocca via Brindisi. Ma quel rosso ha consentito a Rodia di piombargli addosso. Tampona la moto, i due volano in aria, perdono le scarpe. Si rialzano doloranti. Una guardia carceraria, incitata da Rodia, li insegue. Arrivano i carabinieri. Si scatena una caccia all’uomo. Ma senza risultato. Begher  raggiunge la sua abitazione. Ha molto escoriazioni e fortissimi dolori alla schiena. Chiama il 118. “Ho avuto un incidente”, dice. I carabinieri non tardano a scoprire che è stato coinvolto nella rapina. Confessa ma non fa il nome del complice. Viene ricoverato nella stanza 100 (reparto riservato ai detenuti) dell’ospedale Perrino perché ha lesioni alla spina dorsale. I carabinieri, così come riportato il giorno stesso da Brindisireport, identificano il complice. Che viene catturato l’8 agosto, nel corso della mattinata, in una tenda sulla spiaggia tra Porto Cesareo e Punta Prosciutto. Alle domande del giudice per le indagini preliminari, contrariamente a Begher, difeso dall’avvocato Daniela D’Amuri, Carrino preferisce non rispondere. Finisce in cella. Il suo avvocato, Marcello Falcone, annuncia ricorso al Tribunale del riesame. Non lo ha ancora presentato perché c’è la sospensione dei termini per via del periodo feriale che termina il 15 settembre. La pistola non è stata ancora ritrovata.

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