"Pd e congresso cittadino, basta con rancorosi confronti tra gli iscritti"
Franco Leoci: "Necessario superare eventuali negatività e nefandezze sinora commesse: bisogna riconoscere comportamenti sbagliati, prendere atto del pervicace iniquo mantenimento di grossolani errori, ammettere disegni non strategici agli obiettivi della comunità"
Per libera scelta e contro il mio volere sono rimasto vittima della tentazione di intervenire, esprimendo alcune considerazioni di natura politica riguardanti il Comune di Brindisi, abbandonando eccezionalmente le mie riflessioni, probabilmente rivenienti da vicinanza professionale, sugli aspetti normativo-contabile riguardanti gli atti gestionali di amministrazione adottati dall’Ente. E’ accaduto che la notizia appresa da organi di informazione, circa la motivata decisione assunta dal comitato di reggenza della federazione brindisina del Pd per la fissazione di una ravvicinata data del congresso cittadino, incredibilmente mi ha riportato al momentaneo ricordo di quel serio Pci che nel lontano 1985, presieduto dal segretario regionale Massimo D’Alema non ancora deputato, ebbe a celebrare il rinnovo dell’Organo di cui oggi si parla.
A quel congresso io c’ero in rappresentanza del mio glorioso Partito (Democrazia Cristiana), ed il mio intervento, atteso per recepire solo qualche segnale di possibile cambiamento di programma al Comune, non ebbe il dovuto gradimento sia da chi presiedeva l’assemblea che dall’allora segretario provinciale Carmine Dipietrangelo, per la nebulosità dialettica e per la quasi chiusura alle richieste di quella forza politica. Ciò detto, è stato naturale, quindi, che la suddetta iniziativa assunta per il rinnovo del Comitato non può essere registrata che positivamente, ma con cautela e non tenendo conto dei teatrini posti in essere ad horas a livello nazionale che generano fra l’altro maggiori confusioni di idee non più fra gli iscritti e simpatizzanti, ma sull’intera massa elettorale.
Infatti, appare ai più che non possa costituire la fissazione di una ravvicinata data per il rinnovo dell’Organo cittadino il requisito determinante per affermare la cambiata e radicale linea politica-amministrativa del Pd, se non con l’avvio delle azioni di superamento delle eventuali negatività e nefandezze sinora commesse: l’umiltà nel riconoscimento dei comportamenti sbagliati, la presa d’atto del pervicace iniquo mantenimento di grossolani errori, la ammissione di disegni non strategici agli obiettivi della comunità, sicuramente sono fattori che meglio si attagliano fra i cittadini. Ma altro elemento di riflessione, che probabilmente primeggia rispetto ad altri, attiene al regolamento da osservare per il rinnovo a breve dell’Organo politico in parola; in buona sostanza, vi è la necessità di sapere da subito se, per esempio, il portatore della tessera numero 1 o altri ancora su posizioni politiche diverse dal Pd hanno il diritto riveniente dalla posizione di iscritto. E’ chiaro che mancata puntualizzazione che precede, a mio modo di vedere, conduce allo scioglimento del Consiglio e rileva la possibilità di ritrovare candidati alle prossime elezioni per i quali, come avvenuto, chiedere scusa ai cittadini per la inclusione in lista.
In conclusione, se è certamente un segnale positivo di cambiamento procedere al rinnovo dell’Organo di cui sopra e se altrettanto favorevole può considerarsi la cessione immediata di odiosi e rancorosi confronti fra gli iscritti, non resta che vigilare affinché agli attuali responsabili del Partito restino tranquillamente le direttive per recuperare e riportare la forza politica, erede di quel Pci agli antichi splendori avendo tra gli obiettivi fondamentali gli interessi della collettività amministrata.