rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

"La Scu? Ho letto qualcosa sui giornali". Pasimeni casca dalla nuvole

BRINDISI - “Se è vero che io ho affiliato Ercole Penna? Mi scusi signor giudice, come potevo affiliare lui se non ero affiliato manco io?”, così ha parlato il presunto boss della Scu Massimo Pasimeni, chiamato a testimoniare nel processo per associazione a delinquere di stampo mafioso a carico del clan torrese capeggiato da Andrea Bruno, fratello del boss Ciro. Pasimeni, accusato di aver preso il comando della frangia mesagnese dopo la reclusione del grande vecchio della Sacra corona unita Pino Rogoli, la quarta mafia praticamente non sa cosa sia, questo sostiene. Le uniche conoscenze del fenomeno gli deriverebbero dalle letture dei giornali, a quanto pare.

BRINDISI - “Se è vero che io ho affiliato Ercole Penna? Mi scusi signor giudice, come potevo affiliare lui se non ero affiliato manco io?”, così ha parlato il presunto boss della Scu Massimo Pasimeni, chiamato a testimoniare nel processo per associazione a delinquere di stampo mafioso a carico del clan torrese capeggiato da Andrea Bruno, fratello del boss Ciro. Pasimeni, accusato di aver preso il comando della frangia mesagnese dopo la reclusione del grande vecchio della Sacra corona unita Pino Rogoli, la quarta mafia praticamente non sa cosa sia, questo sostiene. Le uniche conoscenze del fenomeno gli deriverebbero dalle letture dei giornali, a quanto pare.

Calunnie e illazioni dunque le accuse che lo ritraggono al vertice del quadrumvirato mesagnese al fianco dell’ultimo pentito Linu lu biondu, ma anche di Antonio Vitale e Massimo Cinieri, in qualità di fondatori della Sacra corona libera. False anche le dichiarazioni di Penna, che lo indicano quale mandante di numerosi omicidi, ribadite nei verbali di collaborazione che hanno fatto scattare le manette per 28 presunti affiliati il 28 dicembre dello scorso anno. “Ciro Bruno lo conoscevo perché sono stato detenuto con lui nello stesso carcere, ma non so nient’altro”, ha concluso Pasimeni nell’esame-lampo da parte del pubblico ministero Milto De Nozza.

Piccolo dente, questo il nomignolo con il quale Pasimeni (avvocato Marcello Falcone), è conosciuto negli ambienti criminali, è stato il primo a parlare. Testimonianza con quella di Vincenzo Bleve e Vincenzo Schiavone (difesi rispettivamente dai legali Giuseppe Guastella e Rosanna Saracino), entrambi già condannati per 416 bis, che hanno negato qualsiasi tipo di affiliazione, riconoscendo soltanto di aver conosciuto Penna in carcere, senz’altro aggiungere. Si è avvalso della facoltà di non rispondere, invece, il presunto capozona della Scu a Francavilla Fontana Giancarlo Capobianco (avvocato Michele Fino). Ha ammesso di conoscere Penna piuttosto bene invece il mesagnese Antimo Giardino: “Mesagne è piccola – signor giudice – ci conosciamo tutti. E io conoscevo Penna da quando era bambino, solo questo”.

Subito dopo i testimoni “eccellenti” chiamati in causa dalla pubblica accusa, è iniziato l’esame degli imputati con Vincenzo Bruno, figlio di Ciro, accusato di aver acquisito l’eredità di capoclan affianco allo zio Andrea per discendenza dal boss. L’esame dell’imputato, condotto dal legale Cosimo Lodeserto, si preannuncia assai lungo: l’udienza di ieri si è conclusa con il riscontro di quattro intercettazioni su un totale di cento.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"La Scu? Ho letto qualcosa sui giornali". Pasimeni casca dalla nuvole

BrindisiReport è in caricamento