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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

La torre costiera di Punta Penne sfregiata con una bomboletta spray

Ha suscitato un'ondata di sdegno la foto pubblicata da un utente del social network Facebook che documenta un gravissimo sfregio ai danni della torre costiera del 1500 di Punta Penne, sul litorale a nord di Brindisi. Un imbecille ha deturpato la scalinata del monumento con un messaggio d'amore sgrammaticato, riconducibile a una bomboletta spray

BRINDISI – Ha suscitato un’ondata di sdegno la foto pubblicata da un utente del social network Facebook che documenta un gravissimo sfregio ai danni della torre costiera del 1500 di Punta Penne, sul litorale a nord di Brindisi. Un imbecille ha deturpato la scalinata del monumento con un messaggio d’amore sgrammaticato, riconducibile a una bomboletta spray di colore rosso.

L’autore di questa nefandezza si è anche firmato con le sue iniziali: I. A. Si tratta di un gesto di un’inciviltà inaudita, che si spera non restiLa foto pubblicata su Facebook da Claudia Van Pelt Canepa-2 impunito. Ma sarà davvero complicato risalire al responsabile. E purtroppo si tratta anche dell’ennesimo atto di vandalismo nei confronti di un bene storico. Basti pensare, come rimarcato in altri articoli, ai ragazzini che impennano con gli scooter sulla scalinata del monumento al marinaio e alle scritte sulla facciata della chiesta del Cristo, che sprofonda nel degrado. (A destra, la foto pubblicata su Facebook da Claudia Van Pelt Canepa)

La stessa torre di Punta Penne è emblematica dello scarso (per non dire nullo) interesse nutrito dalle autorità locali nei confronti dei beni culturali. “L’opera – come si legge in una targa donata dal Gruppo archeologico brindisino – esisteva già prima dell’ordinanza con la quale, nel 1563, per volontà del viceré Duca D’Alcara don Parafan de Ribera, venne ricostruita”. “La ricostruzione vide impegnato nei lavori, almeno nel 1568, il maestro muratore brindisino Giovanni Parise (lo stesso che terminò i lavori di Torre Mattarelle). La torre, nel 1676, fu testimone di due sbarchi di turchi”. 

Nonostante l’importanza storica rivestita, però, il monumento se ne sta cadendo letteralmente a pezzi. La scorsa estate, l’amministrazione comunale chiese alla Regione un contributo di 350mila euro per il restauro e il recupero funzionale. Ma la pratica pare si sia arenata nelle sabbie mobili della pubblica amministrazione, mentre il degrado, con il contributo degli incivili, continua ad avanzare inesorabile.  

Qualcuno a questo punto si augura che la destinataria del “sonetto” respinga le avance del suo spasimante, invitandolo magari a deporre la bomboletta spray, per prendere in mano un manuale di grammatica italiana. 

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