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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Via Giuseppe Pelizza da Volpedo, 13

La triste fine dei campi ex Acsi: "Hanno portato via tutto, ora regna la desolazione"

"Ho lavorato in questa struttura negli ultimi anni e vi assicuro che mi viene da piangere ogni volta che ci ritorno". Una ex collaboratrice dei vecchi gestori dei campi ex Acsi in via Pellizza da Volpedo, al rione Sant'Elia, ha scritto alla redazione di Brindisireport, manifestando tutto il suo rammarico per lo stato disastroso in cui versa la struttura

BRINDISI – “Ho lavorato in questa struttura negli ultimi anni e vi assicuro che mi viene da piangere ogni volta che ci ritorno”. Una ex collaboratrice dei vecchi gestori dei campi ex Acsi in via Pellizza da Volpedo, al rione Sant’Elia, ha scritto alla redazione di Brindisireport, manifestando tutto il suo rammarico per lo stato disastroso in cui versa la struttura. Quello che è stato per anni uno dei fiori all’occhiello dell’impiantistica sportiva è stato completamente devastato da ripetuti furti e raid vandalici.

Nelle foto pubblicate a corredo dell’articolo si vede quel che resta degli spogliatoi e della segreteria. Ovunque regna il degrado. Le caldaie, i cavi degrado comunale-8elettrici, gli infissi, persino i tombini sono stati depredati. Le erbacce hanno preso il sopravvento sul campo di calcio a 11 in terra battuta e sui viali di accesso ai campi di calcio a 5.

Questa, come rimarcato in altri articoli, è una delle eredità lasciate alla città dalla dirigenza della Ssd calcio città di Brindisi (travolta dallo scandalo del calcio scommesse), che nell’estate del 2013 si aggiudicò il bando di gara indetto dal Comune per la gestione decennale dell'attività. Nel corso della stagione agonistica 2013-2014, i campi sono stati utilizzati dalla scuola calcio e dalle formazioni giovanili della compagine biancazzurra. Nel settembre 2014, il furto delle caldaie, seguito da una lunga serie di razzie, ha segnato l’inizio del declino.

L’area, del tutto incustodita, è stata abbandonata al proprio destino. Tutto ciò nell’indifferenza dell’amministrazione comunale, che solo lo scorso luglio ha tolto al Brindisi la gestione della struttura, incamerando una cauzione di 50mila euro depositata al momento della stipula del degrado comunale-9contratto d’appalto. La società non ha adempiuto praticamente a nessuno degli oneri (fra cui opere di manutenzione ordinaria e servizi di custodia e guardiania)  previsti dal capitolato. Quei 50mila euro copriranno una piccola parte la spesa che il Comune (o l’eventuale nuovo gestore, anche se sarà dura trovare qualcuno disposto a prendere in consegna un impianto messo così male) dovrà sostenere per ripristinare i campi, i fabbricati, gli infissi e quant’altro.

E questo non può che accrescere lo scoramento di chi per tanti anni, come la cittadina che ha scritto a BrindisiReport, ha lavorato all’interno dell’impianto.  “L’ex gestore Rubino  - scrive la cittadina - ha portato avanti l'attività con qualche problematica, ma comunque ha gestito un’attività che rendeva i ragazzi felici, con moltissime iscrizioni”. L’ex collaboratrice ricorda come i campi venissero affittati fino a tarda sere per le partitelle di calcetto fra amici. “C'era sempre movimento nel mio quartiere. Ora  - prosegue la brindisina - la desolazione e il degrado più totale”. “Gli infissi degrado comunale-6e le porte dei bagni erano stati ristrutturati 2anni prima che l’impianto venisse preso in gestione dal Brindisi. Che dire? Hanno distrutto tutto”. 

La nostra lettrice si chiede per quale motivo “il comune non ha messo insicurezza subito la struttura. L'acqua è stata aperta per giorni prima che venisse chiusa, sotto il nostro sollecito. Hanno dato fuoco e tolto tutti i cavi elettrici e portato via persino la botola del pozzo. Porte, finestre, hanno portato via panchine. E in più la struttura sta diventando una discarica che qualche gommista o meccanico ha scelto per i suoi affari”. 

“Ci sono ancora i documenti dei ragazzi in bella vista con tanto di foto, indirizzi e numeri di telefono privati. Ma il Comune– conclude la donna - preso ad organizzare eventi e feste, non interviene per salvaguardare i propri interessi e rimettere in piedi un’attività che serve alla nostra città e può dare un impiego a persone che come me che hanno perso il posto di lavoro per incompetenza di gestione . E andrà sempre peggio. Poveri noi”.
 

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