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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La Uil: "Cittadella, no al badge"

BRINDISI - La vicenda dell'istituzione del badge d'ingresso al complesso della Cittadella della Ricerca non solo per il personale degli enti e delle società di ricerca insediati (tra i quali Enea, Cnr, Cetma, Optel per citare i più noti e con un maggior numero di addetti), ma anche per professori e studenti, nochè personale tecnico delle due facoltà di Unisalento presenti, ha destato forti perplessità e reazioni negative.

BRINDISI - La vicenda dell'istituzione del badge d'ingresso al complesso della Cittadella della Ricerca non solo per il personale degli enti e delle società di ricerca insediati (tra i quali Enea, Cnr, Cetma, Optel per citare i più noti e con un maggior numero di addetti), ma anche per professori e studenti, nochè personale tecnico delle due facoltà di Unisalento presenti, ha destato forti perplessità e reazioni negative.

Una misura di sicurezza per le ore diurne a tutela di macchinari, laboratori e attrezzature che tutt'al più possono essere minacciati in ore notturne, peraltro ben coperte dalla vigilanza interna. Una misura di alcuna utilità, ed unica in Italia per quanto riguarda l'imposizione del controllo d'identità all'ingresso per gli studenti. Fortemente critica la Uil Ricerca e Università, che oggi prende posizione con una nota del segretario valerio Miceli.

"Ma è possibile che certe cose accadano solo qui? Ebbene si, ci troviamo - scrive Miceli - nella Cittadella della Ricerca, polo d’eccellenza dell’intero Salento, dove strutture pubbliche e società private, fanno ricerca a stretto contatto con l’Università. Allora, l’ente gestore degli spazi comuni, ossia la Cittadella della Ricerca presieduta dall’ avv. Antonio Andreucci, si inventa un bel sistema di controllo degli accessi, tramite badge elettronico, a studenti, ricercatori e docenti. Ma è proprio necessario? La domanda non è retorica, al contrario necessita di approfondimento".

"Parto dal presupposto - prosegue il segretario di Uil Rua - che nessuna Università italiana scheda gli ingressi, anzi ne libera gli accessi proprio perché le Università sono strutture pubbliche al servizio dei cittadini che devono entrarci liberamente. Non è uno stabilimento industriale! E meno male che è così, perché ogni giorno vi circolano centinaia di persone tra ricercatori di varie Università italiane, ricercatori di Enti pubblici di Ricerca, aziende che lavorano con Università ed Enti di Ricerca, studenti che frequentano i vari corsi di laurea, stagisti, borsisti, tesisti, insomma un via vai continuo".

"Ma immaginate adesso, un filtro all’ingresso che ne ostacola la libera circolazione? Lascio a tutti voi immaginare. E pensare che a qualche chilometro di distanza, si entra e si esce liberamente dal polo universitario dell’Ecotekne. Allora dov’è la necessità - chiede Valerio Miceli - a regolare gli accessi, quando esiste già un servizio di guardiania, e soprattutto nessun ente o azienda o Università ha mai chiesto un servizio del genere! E ancora mi domando, perché arrivare a un controllo così meticoloso dell’ingresso, quando tutti i lati della Cittadella sono aperti e senza recinzione? Insomma chiudiamo i cancelli senza i recinti".

"Insomma, perché si devono spendere questi soldi, tra badge, sbarra automatizzata, e intero sistema di automazione, quando la stessa società, pare abbia richiesto - dice il sindacalista della Uil - la cassa integrazione per gli stessi dipendenti? E ancora quando si ha difficoltà a pagare la vigilanza, la manutenzione del depuratore, o ad effettuare la manutenzione degli edifici? Come categoria siamo fortemente contrari sulla gestione dei servizi fatta in questo modo, soprattutto quando si tratta di denaro pubblico".

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