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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

“La vita è bella. Michele ne era un dono”

PEZZE DI GRECO (Fasano) – “Restiamo ammutoliti, di fronte alla morte improvvisa di Michele, innanzi allo strazio della famiglia, al dolore e alla sofferenza degli amici, dei colleghi. Perché proprio lui? Questo è l’interrogativo che ci poniamo, che ogni genitore si pone dinanzi alla morte prematura di un figlio. Soltanto seguendo il gemito dello spirito possiamo dare un senso anche al lutto, anche alla morte”. Don Leonardo Sgobba e don Aldo Nigro (cappellano militare), invocano la consolazione, ricordando dal pulpito la figura di Michele D’Amico: il ventitreenne allievo dell’Accademia militare di Livorno scomparso tragicamente nella mattinata di sabato scorso, stroncato da un malore durante una battuta di pesca in apnea.

PEZZE DI GRECO (Fasano) – “Restiamo ammutoliti, di fronte alla morte improvvisa di Michele, innanzi allo strazio della famiglia, al dolore e alla sofferenza degli amici, dei colleghi. Perché proprio lui? Questo è l’interrogativo che ci poniamo, che ogni genitore si pone dinanzi alla morte prematura di un figlio.  Soltanto seguendo il gemito dello spirito possiamo dare un senso anche al lutto, anche alla morte”. Don Leonardo Sgobba e don Aldo Nigro (cappellano militare), invocano la consolazione, ricordando dal pulpito la figura di Michele D’Amico: il ventitreenne allievo dell’Accademia militare di Livorno scomparso tragicamente nella mattinata di sabato scorso, stroncato da un malore durante una battuta di pesca in apnea.

Stamane, nella chiesa parrocchiale di Pezze di Greco, paese natale del giovane, l’ultimo commosso e affettuoso saluto. Alla cerimonia funebre, introdotta dal picchetto d’onore dei marò del Battaglione San Marco, hanno preso parte, insieme alle massime autorità civili e militari del territorio, anche una nutrita delegazione dei compagni di corso dello sfortunato allievo dell’Accademia navale.

Michele D’Amico frequentava l’ultimo anno. In tasca la sua destinazione: Taranto. Davanti a sé una promettente carriera, spezzata in un attimo. Al fianco della famiglia si è stretta l’intera comunità. “Michele - afferma nell'omelia don leonardo - ha lasciato la casa paterna. Ad alleviare il dolore, non c’è soltanto il ricordo indelebile del suo sorriso. In eredità ci lascia un messaggio che dobbiamo essere capaci di raccogliere: la vita è bella. Questo ci ha insegnato Michele, con la bontà, la generosità, la lealtà che è stato capace di trasmettere.  E noi, come Michele, dobbiamo essere capaci di valorizzare al massimo la nostra esistenza, scrivendo già in bella copia le pagine della nostra vita”.

Sull’altare, al fianco del sacerdote, i colleghi dell’Accademia di Livorno. In prima fila, i genitori e la sorella del ragazzo, circondati dalla solidarietà dei vertici militari e delle istituzioni locali e dal calore umano di un paese che stamane si è fermato, per rendere omaggio alla sfortunata guardiamarina. Nell’augurare giovinezza perenne a Michele D’Amico, il sacerdote  al culmine della messa ha introdotto la preghiera del marinaio: “Non ti diciamo addio. Ma arrivederci. E grazie, a te che avevi scelto di difendere la nostra gente, le nostre case, la nostra patria”.

Nella mente di tutti i partecipanti al rito funebre, c’è il dramma. Il ventitreenne allievo presso l’Accademia Navale (dove frequentava l’ultimo anno), sabato mattina ha perso la vita nelle acque antistanti la spiaggia del Sale di Antignano (Livorno), nel corso di una battuta di pesca subacquea in apnea. Questa l’ipotesi più accreditata dal medico legale, a margine dell’ispezione cadaverica.

I risultati delle successive analisi necroscopiche dovrebbero consentire di fare ulteriormente chiarezza sulla dinamica e sulle cause della disgrazia, avvenuta alle 9.30 del mattina, quando il corpo del giovane è stato rinvenuto nel fondale dove si era immerso. Una disgrazia sulla quale amici e colleghi continuano ad interrogarsi, con la rabbia nel cuore. Ma nel giorno del dolore e dell'addio il pensiero di don Leonardo e don Aldo, va i familiari ed in particolare alla madre del giovane. “Perché Michele? Perché togliertelo, perché spezzare il suo sorriso? La risposta e la speranza è nella Fede. Ma noi oggi ti diciamo grazie, per avercelo donato”.

E quando il feretro ha lasciato il sagrato, raggiungendo la piazzetta esterna, la folla ha rotto il silenzio. E il picchetto d’onore le righe. Un lungo applauso ha salutato la bara del giovane, sulle note  dei Nickelback:  “How you remind me” (“Come mi ricordate”).

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