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Cronaca Torchiarolo

L'allucinante sequenza del delitto: dall'uccisione, all'occultamento del corpo, al depistaggio

TORCHIAROLO – Ogni tassello ormai è stato inserito. La morte del fabbro Antonio Ingrosso, 45 anni, di Torchiarolo, è stata ricostruita quasi in ogni dettaglio grazie ad un cugino dell’assassina incappato casualmente nei carabinieri che andavano alla ricerca di elementi per ricostruire un omicidio che si intuiva chiaramente che non era opera di professionisti. E’ stato questo giovane, senza volerlo, a portarli a casa del nonno, dove aveva notato qualcosa di strano. E così il mistero è stato svelato, ed è stata individuata la colpevole: è la moglie Maria Grazia Greco, 44 anni, nativa di Surbo, che ha confessato. E’ stato identificato chi l’ha aiutata: è il padre Ruggiero Greco, 81 anni, che ha confessato a sua volta. E’ stato scoperto il luogo in cui è stato ammazzato (nella casa coniugale) e dove hanno tentato di far sparire il cadavere: nella casa estiva dei Greco, a Torre Rinalda. Ed è stato accertato anche il movente: una delle tante liti tra moglie e marito a causa di un rapporto che non funzionava più.

TORCHIAROLO – Ogni tassello ormai è stato inserito. La morte del fabbro Antonio Ingrosso, 45 anni, di Torchiarolo, è stata ricostruita quasi in ogni dettaglio grazie ad un cugino dell’assassina incappato casualmente nei carabinieri che andavano alla ricerca di elementi per ricostruire un omicidio che si intuiva chiaramente che non era opera di professionisti. E’ stato questo giovane, senza volerlo, a portarli a casa del nonno, dove aveva notato qualcosa di strano. E così il mistero è stato svelato, ed è stata individuata  la colpevole: è la moglie Maria Grazia Greco, 44 anni, nativa di Surbo, che ha confessato. E’ stato identificato chi l’ha aiutata: è il padre Ruggiero Greco, 81 anni, che ha confessato a sua volta. E’ stato scoperto  il luogo in cui è stato ammazzato (nella casa coniugale) e dove hanno tentato di far sparire il cadavere: nella casa estiva dei Greco, a Torre Rinalda. Ed è stato accertato anche il movente: una delle tante liti tra moglie e marito a causa di un rapporto che non funzionava più.

Manca solo l’arma del delitto: quel martello che lo stesso fabbro aveva portato a casa per fare dei lavoretti e che nel pomeriggio di venerdì la donna ha impugnato ed ha cominciato a picchiare, forte, sempre più forte, con una violenza inarrestabile che si è placata solo quando l’uomo steso sul pavimento non dava più segni di vita. A quel punto Maria Grazia Greco si è resa conto di quello che aveva fatto ed ha chiesto aiuto all’anziano padre.  La donna la scorsa notte è crollata. Quasi contemporaneamente il padre si liberava di quel grande peso che portava nel cuore dal pomeriggio di venerdì. Lo aveva fatto per aiutare la figlia. Lo aveva fatto con angoscia e terrore, carico di adrenalina, con il cuore che pompava come un pazzo. Ma c’era di mezzo la figlia, non poteva lasciarla sola. E quel pacifico signore di 81 anni si è trasformato in un freddo individuo che se ne va in giro con un cadavere in auto, lo porta nella sua casa al mare dove lo denuda e cerca di bruciarlo.

Maria Grazia Greco ha ammesso tutto. L’ha ucciso con il martello che stava poggiato su un tavolo della loro casa. Martello del quale si è liberata lungo la strada che ha percorso assieme al padre per rientrare a Torchiarolo dopo essersi sbarazzati del cadavere. Venerdì pomeriggio, finito il pranzo, c’è stato un diverbio. Uno dei tanti che da qualche tempo i due avevano. Non andavano d’accordo ed ogni cosa era buona per far scoccare la scintilla. Secondo il racconto della donna, il marito l’avrebbe afferrata per la gola ed a quel punto lei ha reagito. Ha impugnato il martello e gli ha sferrato un colpo alla fronte. E quindi un altro. Poi ancora un altro. Ormai era fuori di sé. L’ha colpito nuovamente alla testa e in più parti del corpo. Il marito rantolava e perdeva sangue. E lei lo ha colpito nuovamente sino a quando non si è più mosso.

A quel punto, sporca di sangue, presa dal panico, ha chiamato il padre dicendogli di andare immediatamente da lei perché era successa una cosa brutta. L’anziano è arrivato in pochi minuti con la sua Hyundai e si è trovato di fronte alla scena raccapricciante. “Mi devi aiutare, ho perso la testa, non volevo farlo”, gli avrebbe detto la figlia. Lui, suo malgrado, ha accettato. Per prima cosa hanno avvolto il cadavere in una coperta, quindi hanno ripulito la casa dal sangue. Hanno caricato il corpo nella Hyundai e si sono diretti a Torre Rinalda, nella casa estiva dei Greco. Qui hanno tentato di far sparire il corpo bruciandolo. Lo hanno denudato e cosparso di alcol. Il fuoco però si è spento quasi subito e il cadavere era sempre lì. Lo hanno nuovamente avvolto nella coperta e lo hanno portato a Casalabate, in via Pesce Luna, angolo via del Riccio e lo hanno lasciato in un giardino, tra le sterpaglie.

Abbandonato il cadavere sono tornati a Torchiarolo. Lungo il tragitto si sono liberati del martello e degli indumenti di Antonio Ingrosso. Rientrata a casa la donna ha inscenato il rapimento. Ha portato la vettura del marito vicino all’officina, in via Salvo D’Acquisto. Ha posato il suo cellulare le chiavi del marito sul sedile, ha lasciato l’auto con lo sportello lato guida aperto, le luci accese e le chiavi inserite nel quadro di accensione. Ha fatto anche diverse telefonate sul cellulare del marito per  dare un tocco di credibilità alla sua versione. Quindi ha telefonato ai carabinieri. “Sono molto preoccupata – ha detto -, mio marito non fa mai tardi senza avvisarmi”. I carabinieri hanno trovato l’auto nella tarda serata. Chi poteva avercela con lui? La moglie ha parlato di debiti contratti in passato, forse usurai, del vizio di giocare a carte. Tutte false indicazioni perché Ingrosso non si era mai rivolto agli usurai e non era un giocatore d’azzardo.

Il castello di menzogne comincia a vacillare anche perché gli assassini hanno lasciato in giro varie tracce. I carabinieri hanno dei sospetti che però non riescono a concretizzare. Vengono apposti i sigilli all’officina. Il cadavere viene scoperto domenica mattina a Casalabate. Nudo, massacrato di colpi, bruciacchiato. Chi può averlo ridotto così? Sembra opera di un sadico. Non c’è dubbio che non è stato ammazzato lì. Ma dove? Maria Grazia Greco avanza ipotesi si ipotesi. Eppoi non è così disperata come dovrebbe essere una moglie che ha scoperto da poco che il suo uomo è stato ammazzato e, per giunta, in maniera così brutale.

Nel corso di uno dei tanti sopralluoghi effettuati in questi giorni i carabinieri incontrano un nipote di Ruggiero Greco, andato sul posto per dare un’occhiata. Il giovane dice ai militari della villetta del nonno delle quali lui ha le chiavi. Vanno a fare un sopralluogo. E’ lì che qualcuno ha cercato di bruciare Ingrosso. Ci sono ancora le tracce. Ieri sera vengono prelevati padre e figlia e sottoposti a interrogatorio. Nel corso della notte la donna viene sottoposta a fermo per ordine del sostituto procuratore di Lecce, Giovanni Gagliotta, accusata di uxoricidio (il termine vale anche se la vittima è il marito), vilipendio e occultamento del cadavere. Il padre viene denunciato a piede libero per vilipendio e occultamento del cadavere. Anche la casa di Torre Rinalda è stata sottoposta a sequestro, così come la Hyundai. In mattinata il medico legale Alberto Tortorella avrebbe dovuto effettuare l’autopsia, ma il magistrato ha deciso di rinviarla dato che c’erano state delle confessioni e quindi era necessario effettuare le notifiche alle parti.

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