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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

L'assessore, la Ipi e gli incarichi del Comune

BRINDISI - Si procede per step e oggi l’inchiesta della procura di Brindisi delegata alla Digos che coinvolge un assessore comunale e un’altra persona, facendosi un paio di conti, è già giunta almeno al secondo scalino. Partendo dal presupposto che il componente della giunta in quota Udc, Raffaele Iaia, avrebbe esercitato abusivamente la professione di investigatore privato, si va adesso avanti in due direzioni.

BRINDISI - Si procede per step e oggi l’inchiesta della procura di Brindisi delegata alla Digos che coinvolge un assessore comunale e un’altra persona, facendosi un paio di conti, è già giunta almeno al secondo scalino. Partendo dal presupposto che il componente della giunta in quota Udc, Raffaele Iaia, avrebbe esercitato abusivamente, senza autorizzazione, la professione di investigatore privato, si va adesso avanti in due direzioni. Iaia potrebbe avere ancora un ruolo “di fatto” nella Ipi, società della sorella, in cui lavora il figlio, che oltre alle investigazioni privati si occupa di fornire vigilanza e servizio d’ordine in manifestazioni varie. E se il dipendente della Regione che ha sempre fatto politica, oggi esponente dei centristi, che ha lasciato le proprie quote nel 2007, è ancora parte della Ipi (sebbene lo neghi con determinazione), allora c’è qualcosa di più che un banale problema di opportunità o incompatibilità in merito agli incarichi ricevuti dalla stessa ditta per eventi e servizi vari dal settore Attività produttive, la delega finita nell’occhio del ciclone.

E’ per questo che stamani gli uomini di Vincenzo Zingaro sono tornati in comune, su delega del pm inquirente, Milto Stefano De Nozza. Non c’entra stavolta il sindaco e i suoi guai, non altre storie su cui si sta lavorando in procura. Sono state acquisite delibere griffate ‘Attività produttive’ che riguardano la Ipi Srl di via De’ Terribile, la sede dell’azienda di famiglia.Si badi bene, non si tratta di perquisizioni e sequestri ma di acquisizioni di documentazioni che non prevedono alcuna notifica e quindi la formulazione di accuse contro la pubblica amministrazione. Le contestazioni per Iaia restano le due di ieri, notificategli con un decreto firmato dal pm che è già al vaglio del difensore, Gianvito Lillo, che attende nuove sulla convalida dei sequestri.

L’ipotesi principale su cui investigatori e inquirenti stanno concentrando i propri approfondimenti è la violazione dell’articolo 134 del Tulps, decreto regio del 1931: “Senza licenza del prefetto è vietato a enti o a privati di prestare opere di vigilanza o custodia di proprietà mobiliari o immobiliari e di eseguire investigazioni o ricerche o di raccogliere informazioni per conto di privati”. E’ il trait d’union, come si diceva, tra Iaia e la Ipi. Perché se Iaia ha continuato a fare l’investigatore privato, lo ha fatto per conto della Ipi che, si sa, lavora parecchio con l’ente municipale e non solo, anche con i grossi stabilimenti industriali della zona. L’assessore, che è ancora in carica nella giunta in fase di restyling e che, come il resto della schiera degli indagati con posto a sedere a Palazzo di città non ha mostrato alcuna intenzione di volersi dimettere, è accusato poi di porto e detenzione illegale di una pistola, sequestrata ieri nella sua abitazione. Avrebbe richiesto nel lontano 1986 un porto d’armi che gli sarebbe stato negato perché aveva precedenti penali, roba di poco conto. Gli è stato poi concesso anni dopo, ma il presupposto era una mendace dichiarazione. Aveva fornito alla questura una data di nascita “corretta”, e così all’atto delle verifiche le macchioline sulla fedina penale non sono emerse.

I corsi di formazione per steward, per i quali è indagata la taratina Paola Cocozza, responsabile legale della società Formsport, non c’entrano nulla al momento con Iaia. Per lo meno non formalmente. Sono il link che ha reso palesi alcune connessioni che sono invece importanti per scavare altrove in una inchiesta ramificata che è complessa e composta da diversi filoni che si intrecciano. La Cocozza, che risponde di truffa aggravata, falso e simulazione di reato, avrebbe certificato al ministero degli Interni lo svolgimento di lezioni per gli steward in servizio nelle manifestazioni sportive che in realtà non vi sarebbero mai state. L’atto costitutivo della Formpsort risulta falso. La gran parte dei docenti ha dichiarato di non aver mai incontrato gli steward che invece risultano essersi “diplomati” proprio dopo la frequentazione di ore e ore di insegnamento.Caso strano la gran parte di loro è dipendente della Ipi e sarebbe stato Iaia a occuparsi direttamente della loro qualifica. Insomma, non è che l’inizio. Una serie di incastri incominciano a quadrare, ma si va oltre. Adesso, insieme al materiale informatico e cartaceo prelevato nella sede di via De’Terribile, ci sono anche le delibere comunali. Vanno analizzate, nel loro contenuto e nella forma. Va appurato se le procedure sono conformi alla legge. Per comprendere se la Ipi Srl abbia da considerarsi una agenzia privilegiata. E se vi siano “ingiusti vantaggi” percepiti da qualcuno.

 

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