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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Last Minute, prime condanne

BRINDISI - A quasi due anni di distanza dal giorno in cui la moglie di Ercole Penna varcò la soglia del commissariato di Mesagne per informare i poliziotti che il marito aveva deciso di pentirsi, arriva il primo conto della giustizia per alcuni fra quanti sono stati “incastrati” proprio dalle dichiarazioni di “Lino lu biondu”.

BRINDISI - A quasi due anni di distanza dal giorno in cui la moglie di Ercole Penna varcò la soglia del commissariato di Mesagne per informare i poliziotti che il marito aveva deciso di pentirsi, arriva il primo conto della giustizia per alcuni fra quanti sono stati “incastrati” proprio dalle dichiarazioni di “Lino lu biondu”.

E se non è un conto è salatissimo, quello odierno, è soltanto per via della continuazione che è stata riconosciuta a cinque dei sette imputati per associazione per delinquere di stampo mafioso nel processo “Last Minute”, coloro che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato.

Il gup di Lecce Ines Casciaro, al termine ha pronunciato sentenze di condanna che oscillano dai 2 anni e 8 mesi ai 6 anni a carico di alcuni fra gli esponenti della nuova Sacra corona unita che furono sottoposti a fermo il 28 dicembre 2010 dai poliziotti della Squadra Mobile di Brindisi in una operazione coordinata dal pm Alberto Santacatterina, applicato alla Dda di Lecce.

Sono appunto 6 anni per Angelo Buccarella, 34enne figlio del capo storico Salvatore, arrestato col padre qualche settimana fa nell’ambito di un’inchiesta sulle estorsioni chieste agli imprenditori del fotovoltaico per foraggiare i nuovi esponenti Scu.

Sei anni anche per Francesco Gravina, mesagnese di 33 anni. E poi 3 anni e 4 mesi per Lucio Annis, 42enne, il referente del sodalizio nella zona di San Pietro Vernotico, Antonio Centonze, brindisino 44enne, e Cosimo Leto, 59 enne. Pena di 2 anni e 8 mesi per Raffaele Antonello Gravina, 44 anni mesagnese, e per Benito Leo, 43enne di Brindisi.

Dei 28 soggetti che finirono in manette quel giorno, al termine di una inchiesta fulminea all’avvio della quale si ritenne necessario disporre dei decreti di fermo, considerato che tutti gli indagati, secondo gli investigatori, erano più attivi che mai nel Brindisino, solo in 7 hanno scelto di voler essere giudicati allo stato degli atti, puntando allo sconto di un terzo della pena che spetta a chi predilige riti alternativi.

Gli altri stanno affrontando il processo con rito ordinario, dinanzi ai giudici del Tribunale di Brindisi. Penna, che esordì attribuendosi l’omicidio di Ezio Pasimeni, e dimostrando così agli inquirenti di essere attendibili, ha poi nel corso del tempo spiegato una lunga serie di episodi. Il ferimento di Franco Locorotondo, a Mesagne, dal movente passionale, e poi il ruolo dell’imprenditore brindisino Centonze, “trequartino” che, secondo Penna, sosteneva economicamente la Scu.

Fu la svolta, insomma. Due giorni prima di Capodanno, due anni fa, furono disposti 28 fermi. In carcere finirono Lucio Annis, Martino Barletta, , Angelo Buccarella, , Antonia Caliandro, 54 anni (rispettivamente figlio e moglie di Salvatore Buccarella), Cosimo Nigro, Giancarlo Capobianco, Salvatore Capuano, Antonello Raffaele Gravina, Francesco Gravina, Benito Leo, Cosimo Leto, Andrea Pagliara.

Erano irreperibili Francesco Campana, che fu arrestato nell’aprile 2011, Antonio Centonze che si trovava all’estero e si costituì pochi giorni dopo, Ronzino De Nitto, che è stato invece catturato il 12 settembre scorso dopo quasi 2 anni di latitanza, Vito Antonio D’Errico, Gaetano Leo, Alessandro Monteforte.

Furono poi notificate in carcere ordinanze di custodia a Salvatore Buccarella, il capo storico della Scu, Sandro Campana, Domenico D’Agnano, Pasquale D’Errico, Francesco Gravina, Franco Locorotondo, Massimo Pasimeni, Raffaele Renna e Antonio Vitale.

Il troncone principale del processo è a Brindisi, in pieno corso. Chiuso il primo grado a Lecce per una parte degli imputati: il pm Santacatterina aveva invocato pene dai 7 ai 10 anni, richieste che il gip ha ridimensionato non perché non reggesse l’imputazione di 416 bis, ma semplicemente perché di sentenze di condanna ce n’erano state in passato. Sempre le stesse facce, insomma: segno che la Scu, come sostiene il procuratore della Dda di Lecce, non muore mai.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Guastella, Laura Beltrami, Rosanna Saracino, Gianvito Lillo, Livio Di Noi, Francesco Cascione, Ladislao Massari, Elvia Belmonte.

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