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Cronaca Cisternino

Latte contaminato: il Cavi fuga i sospetti

CISTERNINO - Il riserbo degli investigatori e degli inquirenti su aziende coinvolte in frodi in commercio o in commercializzazione di prodotti non conformi alle normative sanitarie, spesso finisce con l'estendere il sospetto sugli operatori estranei ai fatti. E' un problema da porsi.

CISTERNINO - Il riserbo degli investigatori e degli inquirenti su aziende coinvolte in frodi in commercio o in commercializzazione di prodotti non conformi alle normative sanitarie, spesso finisce con l'estendere il sospetto sugli operatori estranei ai fatti. E' un problema da porsi, per evitare che in queste vicende la mancata diffusione dei nomi delle ditte oggetto di accertamenti risulti infine controproducente per l'intero sistema, fermo restando anche il diritto dei consumatori di sapere. Da qui la nota che un consorzio di produttori della Valle d'Itria ha diramato ad alcune testate (ma non alla nostra, ciò malgrado ne teniamo ugualmente conto), per sottolineare la propria estraneità ai fatti.

"In riferimento all'articolo apparso ieri sera su un giornale online della zona il quale riferiva di latte contaminato da aflatossine arrivato anche in un grosso caseificio di Cisternino, il sottoscritto Giuseppe Montanaro quale presidente del Cavi, uno dei due caseifici presenti sul territorio cistranese smentisce categoricamente che la nostra cooperativa abbia mai acquistato del latte dalla ditta oggetto delle indagini del Nas. Colgo l'occasione per ribadire che tutto il latte trasformato nel nostro caseificio viene prelevato quotidianamente dagli allevamenti dei 6 soci afferenti alla cooperativa, i quali sarebbero ben lieti di ospitare tutti i lettori e non, presso i propri allevamenti".

Va detto che, per quanto ci riguarda, essendo stati gli unici a dare la notizia online dell'intervento del Nas a Cisternino, non abbiamo citato alcuna azienda proprio non disponendo di indicazioni precise, altrimenti ne avremmo dato conto ai lettori. Non resta che attendere gli sviluppi delle indagini su questa vicenda, che dimostra ancora una volta come - è lo stesso per i reati ambientali - le sanzioni penali per chi viola le leggi sulla sicurezza degli alimenti e attenti alla salute dei consumatori, danneggiando anche l'immagine dei sistemi produttivi territoriali, siano troppo "generose" e vadano invece inasprite. L'indulgenza della norma nei confronti di inquinatori, adulteratori, pirati della strada non è prova di alta civiltà giuridica. Anzi.

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