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Cronaca Ostuni

Laveneziana richiamato nell’Esercito. La Russa: “Sanata un’ingiustizia burocratica”

ROMA – Tra i titoli che gli avrebbero valso un punteggio utile in prospettiva della rafferma, mancava l’encomio del Ministro della Difesa. Un intoppo burocratico, al quale il ministro in persona ha inteso porre rimedio. E così, dopo 10 mesi di congedo, è stato richiamato nell'Esercito Guido Laveneziana: 21 anni, di Ostuni, il giovane caporale che il 12 ottobre 2009 impedì al libico Mohamed Game di entrare nella caserma 'Santa Barbara di Milano, scongiurando di fatto una strage. Ad annunciare il lieto fine della vicenda è stato lo stesso ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

ROMA – Tra i titoli che gli avrebbero assicurato un punteggio utile in prospettiva della rafferma, mancava l’encomio del Ministro della Difesa. Un intoppo burocratico, al quale il ministro in persona ha inteso porre rimedio. E così, dopo 10 mesi di congedo, è stato richiamato nell'Esercito Guido Laveneziana: 21 anni, di Ostuni, il giovane caporale che il 12 ottobre 2009 impedì al libico Mohamed Game di entrare nella caserma 'Santa Barbara di Milano, scongiurando di fatto una strage. Ad annunciare il lieto fine della vicenda è stato lo stesso ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

Il giovane, finito di prestare il servizio militare in ferma annuale, non era stato confermato per un altro anno a causa di un punteggio troppo basso. «Non si tratta di favoritismi - ha spiegato La Russa nel corso di una conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio a Palazzo Baracchini, sede del ministero, alla presenza anche di Laveneziana - ma di sanare una piccola, grande ingiustizia burocratica, visto che l'encomio concesso, su mia proposta, dalle forze armate a questo giovane coraggioso, non è arrivato in tempo per essere inserito tra i titoli valutati ai fini della rafferma annuale».

Laveneziana verrà dunque reincorporato per sei mesi, al termine dei quali potrà decidere se presentare domanda come Vfp4, cioè volontario di truppa in ferma di 4 anni e poi, eventualmente, proseguire la carriera nelle forze armate. Grande la soddisfazione del militare ostunese: «Sono molto contento dell'opportunità che mi è stata data dal ministro: ora sta a me mettermi in gioco e dimostrare quello che valgo», ha detto il giovane, che immagina il suo futuro con una divisa indosso.

Nei giorni scorsi BrindisiReport aveva raccolto lo sfogo della mamma: “Mio figlio? Un eroe dimenticato”, aveva tuonato la signora Angela Orlando. “Attraverso un gesto eroico e di scaltra prodezza, mettendo a repentaglio la sua stessa vita, quel giorno – raccontava la signora Orlando – Guido ha evitato che altri giovani soldati italiani restassero vittime dell’attentato. L’eroe dimenticato continua a sognare e a credere nel giuramento che ha fatto. Non ha ricevuto nulla in cambio e aspetta delle risposte”.

Risposte, che finalmente sono arrivare, grazie anche al clamore che la vicenda ha suscitato sui media nazionali. Peppino Caldarola, dalle colonne del quotidiano “Il Riformista”, ne aveva sollecitato  l’arruolamento. La notizia era stata ripresa anche dal Corriere della Sera.

Grande fu il disappunto. Immensa oggi la gioia, della signora Orlando, nell'apprendere la notizia: "Ringrazio il ministro e ringrazio anche gli organi di stampa che si sono fatti portavoce e garanti esemplari". Proprio sui giornali Guido ci finì suo malgrado: il 12 ottobre del 2009 scongiurò un attentato kamikaze contro la caserma “Santa Barbara” di Milano. Con tempismo e coraggio impedì all’attentatore libico, Mohamed Game, di compiere una carneficina.  Il giovane militare ostunese, infatti, di guardia quella mattina, rimase ferito nell’estremo tentativo, in parte riuscito, di impedire al terrorista libico di saltare in aria e compiere una strage sfruttando appieno il carico di esplosivo custodito in una valigetta degli attrezzi.

All’indomani in tanti rivolsero parole di gratitudine nei confronti del soldato ostunese. Non mancarono gli encomi. Fu insignito anche di una benemerenza speciale dal sindaco della Città Bianca, Domenico Tanzarella. Onere e merito. Ma dell’arruolamento promesso e guadagnato sul campo, neppure l’ombra. Sino a ieri. Sino alle scuse e al reintegro: non a Milano ma Roma, presso la segreteria del ministro.

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