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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Le "zone" dei narcos brindisini

BRINDISI – Ognuno aveva la sua fetta di territorio da gestire: Gianluca Saponaro, (assassinato il 20 giugno del 2010), Raffaele Renna (detto Puffo), già detenuto nel carcere di Castrovillari in Calabria, e Domenico D’Agnano (detto Nerone), anche lui già in carcere si occupavano della zona di Torchiarolo, i fratelli Daniele e Saverio Rizzo coordinavano il territorio di Cellino San Marco.Il capo della Direzione Investigativa Antimafia di Lecce Cataldo Motta durante la conferenza stampa di questa mattina presso la sede della Questura di Lecce di via Oronzo Quarta, tra i 49 arrestati all’alba di oggi per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, associazione per delinquere ed estorsione, ha sottolineato anche il ruolo determinante che hanno avuto i personaggi brindisini coinvolti nell’operazione.

BRINDISI – Ognuno aveva la sua fetta di territorio da gestire: Gianluca Saponaro, (assassinato il 20 giugno del 2010), Raffaele Renna (detto Puffo), già detenuto nel carcere di Castrovillari in Calabria, e Domenico D’Agnano (detto Nerone), anche lui già in carcere si occupavano della zona di Torchiarolo, i fratelli Daniele e Saverio Rizzo coordinavano il territorio di Cellino San Marco.Il  capo della Direzione Investigativa Antimafia di Lecce Cataldo Motta durante la conferenza stampa di questa mattina presso la sede della Questura di Lecce di via Oronzo Quarta, tra i 49 arrestati all’alba di oggi per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, associazione per delinquere ed estorsione, ha sottolineato anche il ruolo determinante che hanno avuto i personaggi brindisini coinvolti nell’operazione.

Raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere anche Stefano Elia, 37 anni, di Torchiarolo; Andrea Marullo, 28 anni di S. Pietro, residente a Sassuolo; Cosimo “Mino” Perrone, 29 anni di Torchiarolo, che si trovava ai domiciliari ed è passato in carcere; Daniele Poso, 26 anni di S. Pietro, già detenuto; Pierpaolo Ricciato, 39 anni di Tuturano, preso a Pavia dove si trovava per lavoro; Marcello Solazzo, 29 anni di S. Pietro; Cristian Tarantino, 24 anni, di S. Pietro, già detenuto nel carcere di Lucera, nel foggiano e Jonny Serra. A piede libero, invece, Romolo Cennamo, 50 anni di San Pietro Vernotico; Annalisa De Rinaldis, 46 anni di Torchiarolo, e Salvatore Notarnicola, 31 anni, anche lui di Torchiarolo.

Oltre ai capi dell’associazione criminale, Pasquale Briganti di 42 anni e i fratelli Giuseppe e Roberto Nisi di 51 e 59 anni,(che si sono dati latitanti) gli altri arrestati sono: Gianni Dolce, Danilo De Tommasi, Giuliano Calò, Stefano Ciurlia, Sergio Caroppo, Angelo Corrado, Fernando Elia, Stefano Elia, Sandro Fuso, Alessandro Nanni, Emanuele Milinanni, Francesco Miccoli, Luigia Pasolino Venuti, Antonio Quarta, Giuseppe Rotundo, Simona Sallustio, Giorgio Sinistro, Gianni Solombrino, Sandro Podo, Paolo Guadadiello, Viviana Buttazzo, Marco Calò, Mauro Personè, Carmela Merlo, Silvia Petrucci, Sebastiano De Angelis, Vincenzo Zonno, Omar Sanapo, Riccardo Loscanna.

L’operazione che in tutto vede 62 persone indagate, è denominata “Cinemastore” e include tre anni di indagini. L’attività investigativa è iniziata dopo l’omicidio di Antonio Giannone avvenuto la sera del 6 aprile del 2009 e dopo l’attentato ai danni della videoteca Cinemastore di via Mincio a Lecce perpetrato il 19 aprile dello stesso anno. Le prime intercettazioni hanno permesso di accertare che Giuseppe Nisi era uno dei mandatari e che era anche uno dei capi di un’associazione mafiosa insieme al fratello Roberto e al pregiudicato Pasquale Briganti detto Maurizio.

Le attività illecite poste in essere dal sodalizio criminale sono connesse al controllo del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, alla riscossione forzata dei crediti, alla gestione del gioco d’azzardo, alle estorsione e alla riscossione del cosiddetto “punto”, cioè la somma di denaro che, in misura percentuale viene pagata da coloro i quali svolgono attività illecite in un determinato territorio, nei confronti di chi su quel territorio opera un controllo di tipo mafioso. Durante le indagini sono stati sequestrati grossi quantitativi di droga e armi. Tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare oltre ai fratelli Nisi e a Briganti, altri tre  si sono dati latitanti: Teodoro De Nuccio, Daniele Urso e Vincenzo Minicozzi.

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