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Cronaca

Lech Lechà sbarca a Brindisi

BRINDISI - L’arte, la cultura, la spiritualità, la letteratura ebraica saranno, in questa settimana, al centro dell’importante manifestazione intitolata “Lech Lechà 2013” che da domenica 25 agosto si sta svolgendo in Puglia.

BRINDISI - L’arte, la cultura, la spiritualità, la letteratura ebraica saranno, in questa settimana, al centro dell’importante manifestazione intitolata “Lech Lechà 2013” che da domenica 25 agosto si sta svolgendo in Puglia.

La manifestazione, promossa dall’assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia e dalla Comunità ebraica di Napoli, è patrocinata dall’Unione comunità ebraiche italiane e dai Comuni di alcune città pugliesi, Brindisi, Barletta, Manfredonia, San Nicandro Garganico, Sogliano Cavour e Trani, città quest’ultima considerata ormai “motore” della rinascita dell’ebraismo nel Meridione.

Giunta alla sua seconda edizione, la manifestazione culturale diretta dal musicista e autore dell’enciclopedia discografica Kz Musik che racchiude la produzione musicale nei lager europei, Francesco Lotoro, è coordinata, per il Salento, dall’avvocato Cosimo Yehuda Pagliara.

La rassegna culturale propone oltre cento importanti eventi per promuovere la riscoperta dell’identità ebraica in tutti i suoi aspetti, attraverso rassegne cinematografiche, corsi intensivi della lingua ebraica moderna, lezioni e approfondimenti della Tefillà, appuntamenti con la cucina Kasher, aperitivi letterari, musicali e convegni. L’evento, che terminerà con un incontro romano, il due settembre presso la Sala della Promoteca del Campidiglio, rappresenta un’opportunità unica, quella di conoscere una cultura millenaria, quella ebrea, che ha avuto ed ha un ruolo importante nella storia della nostra regione e che ha lasciato tracce importanti della sua presenza nella toponomastica e nel patrimonio artistico e culturale.

Le due giornate brindisine del Lech Lechà si sono svolte lunedì 26 e martedì 27 agosto presso Palazzo Nervegna. All’evento hanno partecipato ospiti importanti come Tullio Levi, del Centro internazionale di studi “Primo Levi”, Fabrizio Lelli, professore associato di Lingua e Letteratura ebraica dell’Università del Salento, Piero Di Nepi, esperto di questioni di politica internazionale e redattore del mensile ebraico Shalom, e Mimmo Spina, giornalista Rai.

La prima giornata ha avuto inizio alle 19 con una conferenza intitolata “13 milioni. Riflessioni numeriche e antropologiche sull’ebraismo contemporaneo”. Alla conferenza hanno partecipato Piero Di Nepi, autore del libro “13 milioni. Prognosi riservata della comunità ebraica” (edizioni Gaffi, 2011- 150 pp. euro 9) e l’avvocato Cosimo Pagliara. Per l’amministrazione comunale era presente il vicesindaco di Brindisi, Vincenzo Ecclesie, che ha riconfermato l’impegno del Comune a ricercare in città un luogo da destinare a centro di cultura ebraica. A moderare il dibattito, il giornalista Rai Mimmo Spina.

Scritto sotto lo pseudonimo di Robert Gennazzano, il breve saggio di Piero Di Nepi affronta un argomento complesso, quello del rischio della scomparsa delle comunità ebraiche. “Negli ultimi 15-20 anni alcune comunità ebraiche hanno sviluppato uno snobismo per pochi. Si alzano delle difese psicologiche verso il mondo esterno. L’autoreferenzialità per gli ebrei è pericolosa perché si stanno estinguendo” afferma l’autore. Di Nepi ha parlato poi dell’attuale riavvicinamento degli ebrei all’ebraismo nella nostra regione, del concetto di assimilazione e dell’ebreo “sul confine”. Nel suo saggio l’autore partendo dalla sua comunità di appartenenza, quella romana, esamina quindi le questioni dell’identità ebraica contemporanea facendo riferimenti non solo agli eventi del dopoguerra che l’hanno riguardata (con le trasformazioni avvenute nell’ebreo post-bellico) ma anche agli avvenimenti della storia comune. Mimmo Spina ha concluso il dibattito augurando che “alla parola ebraismo si tenda anche il cuore e il cervello”.

Al termine della conferenza è stato proiettato il film “The Believer” (2001) del regista Henry Bean. ispirato alla vita di Daniel Burros membro del partito americano nazista e antisemita di origine ebraica.

La seconda giornata del Lech Lechà ha avuto inizio invece alle 17.30 con la presentazione del libro di Fabrizio Lelli. Il volume intitolato “Gli ebrei nel Salento. Secoli IX-XVI” (Congedo editore, 2013-pp.456, euro 40) racchiude alcuni saggi scritti da diciotto studiosi internazionali impegnati nell’analisi delle particolarità dell’ebraismo pugliese. Il Salento, infatti, fu tra le prime aree che accolsero gli ebrei dall’epoca romana sino al Cinquecento. Il periodo preso in esame dall’autore è quindi quello di massima diffusione delle comunità ebraiche in Puglia, periodo durante il quale si

sviluppò una notevole produzione di poesia liturgica in lingua ebraica e di copiatura dei manoscritti da parte degli ebrei.

“Ho voluto come linguista concentrarmi sulle varie produzioni letterarie degli ebrei nel Salento. È stato innovativo coniugare studiosi di discipline diverse. Ci siamo occupati di ricostruire le testimonianze poetiche degli ebrei nel Salento e di quale sia stata la fortuna di queste testimonianze al di fuori del Salento. L’ebraismo salentino passa da una regione e si sposta in infiniti altri centri, arricchendosi di altre culture. L’idea era di fare un’analisi su più registri. Come queste testimonianze abbiano dato vita ad altre” spiega Fabrizio Lelli. L’autore ha parlato poi di come l’ebraismo non sia morto dopo l’espulsione nel XVI sec e delle sue tracce trovate nei Balcani o in Spagna, delle didascalie per la cena pasquale nella tradizione degli ebrei del sud Italia, della mistica praticata nell’ebraismo salentino e del Golem, creatura animata a somiglianza degli uomini. Lelli ha concluso il suo intervento parlando poi dei luoghi del Salento in cui le comunità ebraiche si spostavano per motivi commerciali o religiosi dando vita a centri letterari.

Dopo la presentazione del libro ha avuto inizio la conferenza sul tema “Il Dibbuk nella tradizione mistica ebraica”. Il dibbuk è, nella mistica ebraica, uno spirito cattivo al quale è negato l’ingresso nel mondo dei defunti e che si impossessa del corpo di un vivente.  La conferenza ha avuto come relatore Tullio Levi che ha spiegato cos’è il misticismo ebraico e i cinque periodi in cui si sviluppa. Il vicepresidente del Centro Peres per la pace ha parlato poi dello sterminio degli ebrei in Ucraina nel 1648 attuato dai cosacchi, del messianesimo del mistico ottomano del XVII sec. Sabbatai Zevi (1625-1676), dello Chassidismo e del suo fondatore, Rabbi Israel Baal Shem Tov (1698-1760).

Il Chassidismo si sviluppò nel mondo ebraico per compensare la speranza messianica tradita dopo Zevi e per reazione contro la società ebraica opprimente governata da ricchi mercanti e rabbini giuristi. Levi ha continuato il suo intervento ricordando il  filosofo Martin Buber (1878-1965), il mistico e religioso russo Rav Scneur Zalman (1745-1812) fondatore della scuola chassidica Chabad-Lubavitch fondata a Liadi, nella Russia imperiale, il mistico e religioso ucraino Rav Scneerson (1902-1994) e l’autore del testo “Il Dibbuk” (1914), il drammaturgo Shlyme Zanvl Rappoport (1863-1920) meglio noto con lo pseudonimo di Semen An-Skij. Il testo di An-Skij fu tradotto dal poeta ebreo Bialik (1873-1934) e rappresentato in tutto il mondo.

Del “dibbuk” di An-Skij fu girata una versione cinematografica nel 1937 intitolata “Der Dibbuk” e diretta dal regista Michal Waszynski. Il film in lingua yiddish è stato proposto al termine della conferenza di Tullio Levi in omaggio alla memoria di quegli ebrei che vi presero parte e che parlavano una lingua scomparsa con loro.

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