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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Interruzione di gravidanza: "Noi orgogliosi sostenitori dei medici obiettori"

Il capogruppo consiliare della Lega, Massimo Ciullo, difende le dichiarazioni del senatore Pillon riguardo all'aborto

In qualità di capogruppo della Lega al Comune di Brindisi sento il dovere di replicare all’articolo della coordinatrice provinciale Francesca Donnicola di Leu in quanto viene messo sotto accusa il sen. Simone Pillon riguardo le sue dichiarazioni circa la legge 194 del 22 Maggio 1978. L’articolo risulta offensivo soprattutto quando si attribuisce al senatore di usare il suddetto argomento in senso provocatorio o come fosse uno slogan insensato nei confronti del quale ci si deve porre con indifferenza. Offensivo, anche, nei confronti dei nostri medici obiettori di coscienza perchè “bloccano i processi sanitari”, quando, invece, difendono la vita e della cui scelta noi siamo orgogliosi sostenitori.

A tal proposito va rammentato che la gravidanza non è una patologia e quindi non può essere obbligatorio interrompere un processo che una volta iniziato diventa fisiologico. Ecco perché l'obiezione di coscienza è più che legittima soprattutto nella sanità pubblica dove un medico non può essere coercizzato ad interrompere lo sviluppo della vita ma solo a curare una malattia. Forse l’alta percentuale di medici obiettori dovrebbe fare riflettere sulle motivazioni scientifiche e umane che spingono il personale medico e parasanitario ad evitare l’IVG all’interno del nostro presidio ospedaliero.

La consapevolezza delle scoperte scientifiche relative ai primi istanti del concepimento spazza via ogni mistificazione ideologica che considera l’embrione umano come un ammasso di cellule indifferenziate per i primi 14 giorni di vita. Sin dal 1985, ad opera di un ricercatore italiano Edoardo Boncinelli, sono stati scoperti i geni Hox nell’uomo, i cosidetti geni architetto che sono attivi sin dai primi istanti e che controllano la posizione e lo sviluppo delle varie parti del feto: la testa, il collo, il corpo, gli arti. Tutto è ben determinato sin dal principio della vita.

La pretesa giustificazione dell’aborto come traguardo di una società più emancipata e civile, come risultato di autodeterminazione della donna e una riduzione delle vittime per la pratica dell’aborto clandestino, nasconde la promozione di una cultura di morte e non un progresso di civiltà, in quanto di fronte alla tutela della madre, si nega ogni diritto del concepito.

Le dichiarazioni del sen. Pillon mirano all’applicazione effettiva della legge 194 soprattutto in riferimento agli artt. 1-2-4-5, fornendo quegli strumenti a sostegno delle famiglie in difficoltà che la legislazione vigente ha finora trascurato.

Art. 1) Lo stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.

Art. 2) I consultori familiari assistono la donna in gravidanza:
a) informandola sui diritti a lei spettanti in base alla legislazione statale e regionale;
b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante;
c) attuando direttamente o proponenendo all’ente locale competente o alle strutture sociali operanti nel territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a);
d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza.

Art. 4) Per l’interruzione volontaria della gravidanza entro i primi 90 giorni, la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito, si rivolge ad un consultorio pubblico o ad una struttura socio sanitaria a ciò abilitata.

Art. 5) Il consultorio e la struttura socio-sanitaria oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione di gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche o sociali o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuvere le cause che la porterebbero all’interruzione della gravidanza offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto.

Quando una donna si presenta in un consultorio, questa parte legislativa non sempre viene attuata, prevalendo con il ricorso all’intervento chirurgico, da un lato per il famoso principio di autodeterminazione molto caro a tanti “operatori del settore”, dall’altro perché non c’è mai stata veramente una politica a sostegno della famiglia. Ovviamente non si può concordare sull’assenza del padre il quale partecipa solo se consentito dalla madre e assiste inerme ad una decisione così grave.

Allo stato attuale la legge 194 non può essere modificata, noi però ci auguriamo che in futuro la parola interruzione volontaria di gravidanza scompaia in virtù di un cambiamento culturale a favore della vita. I precendenti governi si sono attivati per riconoscere i diritti civili alle unioni di fatto, ma non si sono preoccupati di fare una politica seria per la famiglia naturale che invece incrementerebbe il nostro devastante tasso di natalità; si preferiscono, purtroppo, modelli matrimoniali alternativi alle unioni uomo-donna e si fanno crociate in virtù della libertà sessuale e dell’amore oltre ogni confine umano. Istituire un Ministero per la Famiglia e le Disabilità, dimostra quanto la Lega abbia a cuore il benessere di questa cellula che è fondamento di qualunque stato civile e speranza per il futuro di ogni popolo. Noi promuoviamo la cultura della vita, quella che vede nella nascita di un figlio una gioia, supportata anche dalla politica in tutti i suoi ambiti umano, economico e sociale.

Una donna che decide di interrompere una gravidanza si è procurata una ferita indelebile dalla quale non guarirà più; da qui, la necessità di non abbandonarla a se stessa. L’applicazione dell’IVG è la sconfitta più grande che uno Stato civile possa subire, perché è segno di una politica di indifferenza nei confronti del più debole, soprattutto quando in questi anni abbiamo assistito all'impiego di risorse pubbliche per favorire i più forti, come per il salvataggio delle banche.

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