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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Lesioni ed estorsione al gommista: sei anni e mezzo al bulletto con il Cayenne

CELLINO SAN MARCO - “Disinvolte ed evidentemente abituali modalità di approvvigionamento di risorse economiche”, caratterizzate da “prepotenza, volontà di sopraffazione nei confronti di terzi e irridente spregio verso le regole del vivere civile”, sono queste le accuse formulate dal giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati che firmò la prima ordinanza di custodia cautelare all’indirizzo del 22enne di Cellino San Marco Christian Tarantino, che hanno portato alla sentenza di condanna del giovane imputato: sei anni e sei mesi per estorsione aggravata e lesioni, nei confronti del gommista al quale si era rivolto pretendendo prestazioni a gratis, o a suon di botte.

CELLINO SAN MARCO - “Disinvolte ed evidentemente abituali modalità di approvvigionamento di risorse economiche”, caratterizzate da “prepotenza, volontà di sopraffazione nei confronti di terzi e irridente spregio verso le regole del vivere civile”, sono queste le accuse formulate dal giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati che firmò la prima ordinanza di custodia cautelare all’indirizzo del 22enne di Cellino San Marco Christian Tarantino, che hanno portato alla sentenza di condanna del giovane imputato: sei anni e sei mesi per estorsione aggravata e lesioni, nei confronti del gommista al quale si era rivolto pretendendo prestazioni a gratis, o a suon di botte.

Secondo la ricostruzione della squadra mobile e del pm Miriam Iacoviello, poi confermata nella ordinanza del gip, agli inizi di giugno dello scorso anno Tarantino si recò presso l’officina di Luigi Renna per accordarsi sul cambio dell’intero treno di gomme della sua Porsche Cayenne (poi sequestrata dalla polizia). Renna – come avviene normalmente – chiese un anticipo per ordinare gli pneumatici. Tarantino andò su tutte le furie, minacciò la vittima sostenendo di essere stato offeso e di avere subito uno sgarro. Luigi Renna si rassegnò a ordinare le gomme senza intascare una caparra. Quando pochi giorni dopo arrivarono gli pneumatici per la Porsche, il gommista telefonò a Tarantino avvisandolo. Il lavoro fu eseguito nella stessa giornata e Christian Tarantino ricambiò la celerità tirando fuori un assegno da mille euro. Il titolo, come era prevedibile, tornò indietro perché “la firma del titolare non era riferibile al correntista”. Renna a quel punto, attraverso un comune conoscente, fece sapere al padre di Tarantino dei fatti chiedendo di essere pagato.

Invece il 9 giugno all’officina si presentarono Christian Tarantino  e Antonio Saponaro, 29 anni, dopo essere passati e ripassati più volte davanti all’officina a bordo del Cayenne. Il primo a entrare fu Tarantino: “Come, non sapevi che l’assegno sarebbe tornato indietro?” disse tra l’irato e il canzonatorio a Renna. Poi colpì al volto con uno schiaffo la vittima, in presenza della figlioletta di 9 anni del gommista e del personale dell’officina. Poi disse: “Da questo momento mi presenterò qui quando voglio e tu mi dovrai sempre pagare”. Per difendersi, Renna impugnò un tubo metallico, Tarantino andò su tutte le furie e si avventò contro l’artigiano prendendolo a calci e pugni. Una storia incredibile, che ha meritato il massimo della censura possibile da parte del tribunale di Brindisi. I legali Antonio Savoia e Francesco Cascione si preparano alla battaglia in appello.

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