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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Azione Cattolica e l'ambiente: "Delusi da consiglieri comunali e politici"

Il Laboratorio di cittadinanza attiva di Azione Cattolica Italiana Vicaria Brindisi - Ostuni ha diramato un documento di forte critica sull'operato del consiglio comunale di Brindisi, ma più in generale della politica, sui tempi ambientali nel territorio

BRINDISI - Il Laboratorio di cittadinanza attiva di Azione Cattolica Italiana  Vicaria Brindisi - Ostuni ha diramato un documento di forte critica sull'operato del consiglio comunale di Brindisi, ma più in generale della politica, sui tempi ambientali nel territorio, accensioni delle torce del petrolchimico incluse, affrontando anche il tema dei silenzi per timore di perdere appalti o il posto di lavoro. Precisando che si tratta di una lettera aperta indirizzata al sindaco e al consiglio comunale la proponiamo integralmente ai nostri lettori.

"Non ci serve prendere posizione sulle dinamiche politiche interne alle discussioni dei consiglieri comunali di una parte o dell’altra, sulle ragioni di chi ha proposto, di chi non ha approvato, di chi si è astenuto; ribadiamo piuttosto l’urgenza di non delegare ancora, di non escogitare soluzioni cerchiobottiste! ". Questo è quanto scrivevamo, in un comunicato stampa diocesano come Azione Cattolica Italiana il 19 marzo 2014,  a valle del consiglio monotematico del 17 marzo 2014  sull'energia a Brindisi.

Ancora oggi, 17 luglio 2015,  come "Laboratorio di Cittadinanza Attiva" di Azione Cattolica Italiana, vicaria di Brindisi, con forza e rabbia interiore, prendiamo atto che l'attuale situazione politica ambientale della nostra città non sembra tendere ad un cambiamento tangibile e positivo. Nel consiglio comunale, tenutosi il 13 luglio 2015, con anche, all’ordine del giorno., le ripetute accensioni delle torce presenti nel petrolchimico, le quali, oramai, sfiammano continuamente in modo alquanto allarmante, si è concluso con un nulla di fatto: eppure ad ogni sfiammata la nostra città e invasa da cancerogeni la cui concentrazione media sarà anche nei limiti di legge, ma i picchi nell'aria non hanno eguali in nessuna altra città della provincia.

Dal dibattito consigliare sono emerse da parte di alcuni consiglieri ragionevoli proposte, con le quali si invitava, sia la maggioranza sia l'opposizione, a considerare, al fine di tutelare la salute dei cittadini,  la realizzazione di un sistema di monitoraggio ambientale più serio ed efficace, la creazione di una commissione di esperti che possa quantificare e analizzare  gli inquinanti emessi dalle torce del petrolchimico, dalla centrale termoelettrica Enel di Cerano, dalle centrali termoelettriche interne al petrolchimico e da altre fonti, oltre all'avvio, tanto auspicato, di indagini epidemiologiche in provincia, tutte proposte respinte dalla maggioranza.

Come cittadini, possiamo constatare, che niente è cambiato, l'attuale contesto politico, imprenditoriale  e ambientale, ristagna sulle proprie posizioni: da una parte la paura folle di perdere i livelli occupazionali esistenti, dall'altra la paura di perdere i pochi appalti presenti. La paralisi, però, si limita allo sviluppo ecosostenibile del territorio, non invece all'aumento degli agenti inquinanti (idrocarburi policiclici aromatici, il benzene, l’arsenico, il mercurio, il nichel, il piombo, polveri sottili, ossido di carbonio e anidride carbonica, ossidi di azoto e ossidi di zolfo, diossine e furani) presenti nei fumi e nelle polveri, emesse in aria, acqua e suolo.

Tali sostanze particolarmente tossiche e cancerogene continuano, con prepotente forza, a farla da padrone, con devastanti ricadute sulle nostre colture agricole, sui nostri apparati gastrointestinali e respiratori, colpendo inesorabilmente, secondo i venti presenti, tutto ciò che è sottovento, con nefaste conseguenze sull' intero ecosistema, che autorevoli ricercatori, medici e periti hanno ben illustrato  nel tempo, attraverso  le loro relazioni scientifiche.

Come Laboratorio di Cittadinanza Attiva di Azione Cattolica e, prima ancora, come semplici cittadini ci chiediamo: possiamo ancora subire in modo passivo le scelte politiche contrarie ad uno sviluppo del territorio rispettoso della terra e della salute umana? Può ancora essere possibile continuare a ricevere notizie poco rassicuranti riguardo l'aria che respiriamo? i cibi che ingeriamo? Possono ancora, i nostri politici locali continuare a essere ciechi, ad accettare la cultura del pane in cambio della morte senza una dovuta e giusta programmazione del futuro industriale e occupazionale, ad avere poca attenzione verso gli  inquinanti emessi dall'attività produttiva delle nostre industrie? Queste a loro volta, da un lato fanno sopravvivere il territorio attraverso il sostegno all'economia locale, mantenendo una limitata occupazione ed impedendone una ecocompatibile, dall'altro condizionano la vita politica e sociale con il sostegno ad eletti e loro vicini e a feste, sagre e iniziative sportive che divertono e affievoliscono il senso critico dei cittadini.

Per quanto ci riguarda, lavorare in modo compatibile col territorio significa controllare e limitare al massimo gli inquinanti emessi, attraverso dispositivi di abbattimento degli stessi, tutelando gli impianti, investendo in nuove tecnologie  impiantistiche che possano permettere il buon funzionamento degli impianti, eseguire le giuste e continue manutenzioni ( invece di limitarle), gestire in modo idoneo il trasporto dei combustibili e dei residui solidi, sia all'interno dei luoghi di lavoro sia all'esterno, nel rispetto della salute dei lavoratori e dei cittadini. Ma significa anche pensare a produzioni industriali ad altro contenuto conoscitivo e basso impatto ambientale. Crediamo, in altri termini, che dobbiamo chiederci che cosa vogliamo che si produca nella nostra area industriale e non solo in che modo.

In sostanza abbiamo la sensazione che  i nostri eletti continuino ha tradire il mandato ricevuto dai cittadini, non preoccupandosi di monitorare e controllare gli inquinanti, non preoccupandosi di tenere in considerazione gli studi scientifici, i quali da lungo tempo e fino a pochi giorni fa, mettono in evidenza i danni che le emissioni industriali,  stanno creando sull'intero ecosistema, non si preoccupano di attivare le necessarie indagini epidemiologiche al fine di monitorare l'impatto sulle persone e sull'ambiente in generale delle produzioni esistenti, tutte attività da tantissimo tempo richieste da quei movimenti e partiti ai quali sta a cuore il bene e la salute di tutti i cittadini.

I nostri politici non esplicitano i loro programmi e le loro visioni, mantengono con gli elettori rapporti individuali, non li emancipano dal ricatto dalla fame di lavoro  rendendoli incapaci di decidere, lasciando il campo a quei pochi poteri forti, che da sempre decidono le sorti politiche ed economiche della nostra provincia.

Con questo sistema politico economico ci ritroviamo di fatto una crescita sociale locale resa deliberatamente povera e cieca, ostacolando la partecipazione alla discussione ed alla soluzione dei problemi del territorio e permette a quanti questo stato di cose fa comodo, di continuare ad alimentarlo a danno di tutti i cittadini, favorendo una cultura sociale volutamente apolitica,  incapace di capire il senso profondo della parola "politica", incapace di comprendere quanto sia importante il ruolo di coloro che mandiamo a rappresentarci, con le conseguenti ricadute negative sull'economia locale e sulla salute collettiva.

Crediamo come Laboratorio di cittadinanza attiva di  A.C.I. vicaria di  Brindisi, che questa ultima nostra considerazione sulla immaturità politica ed economica di noi cittadini brindisini,  sia la principale causa della situazione negativa, occupazionale ed ambientale che la  nostra provincia vive

La questione che poniamo non è solo una questione di buon governo e di diritto/dovere alla partecipazione. Le scelte industriali finora compiute sono state imposte con il ricatto occupazionale e non sono state frutto di una consapevole e documentata discussione collettiva. il grave inquinamento del suolo e dell'acqua riscontrato nell'area dell'ex Sin (si pensi al disastro di Micorosa) non è solo un'offesa all'ambiente ma è anche causa di ingiustizia. Quanto lavoro si è perso in agricoltura e nel turismo per queste scelte? Quanta gente ha dovuto ed ancora deve emigrare? La questione ecologica è sopratutto una questione di giustizia sociale. Papa Francesco nella Enciclica Laudato Si' ricorda che " oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull'ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri. "(n.49)

Il Laboratorio di cittadinanza Attiva di AC vicaria di Brindisi, chiede all'amministrazione comunale di attivarsi seriamente, cosi come le leggi dello Stato impongono, di tutelare la salute di tutti cittadini ad essa affidati dal responso elettorale, di non tutelare soltanto  i posti lavoro (come è anche giusto che sia), di evitare di star dietro a chi non vuole e non riuscirà mai a modificare il tessuto produttivo della nostra città, di evitare di rincorrere interessi corporativi più coinvolti nella tutela dei propri privilegi, che alla salute dei propri figli, di disporre audizioni pubbliche dei ricercatori pubblici che hanno pubblicato in questi anni, e fino a poche settimane fa, studi sulla salute delle popolazione brindisina in relazione all'inquinamento industriale

In fine con la presente, il Laboratorio di cittadinanza attiva di AC vicaria di Brindisi, ringrazia tutte quelle persone, professionisti, medici e movimenti veramente liberi che spendono le loro energie,  in modo lodevole, studiando, formandosi e informando la cittadinanza,  per favorire un  cambiamento radicale della nostra cultura sociale in termine di partecipazione attiva ai problemi  ambientali ed occupazionali.

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