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Cronaca

Litorale di Ponente, 58 dighe a scogliera anti-erosione

Interventi in difesa della costa per quasi 12 milioni di euro: il Comune candida il progetto al Fondo contro il dissesto idrogeologico

BRINDISI – Per difendere la costa di Brindisi dal rischio erosione, il Comune pensa a “scogliere sommerse” lungo tutta la litoranea di Ponente: il progetto prevede intervento per quasi 12 milioni di euro che l’Amministrazione intende finanziare attraverso il Fondo contro il dissesto idrogeologico.

La candidatura è stata deliberata dalla Giunta, su proposta del vice sindaco Francesco Silvestre, titolare della delega all’Ambiente, partendo dalla nota della Regione Puglia arrivata a Palazzo di città lo scorso 11 ottobre per comunicare che sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il Decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri relativo alle modalità di funzionamento del “Fondo per la progettazione” delle azioni contro il dissesto idrogeologico. Interventi per un’Italia sicura.

L’Ente ha deciso di proseguire in continuità con quanto realizzato per la falesia e finanziato dalla Regione con fondi Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), in modo da completare le opere e permettere la “difesa al piede della falesia” che resta soggetta al moto ondoso e agli effetti di erosione.

Il progetto definito ammonta a 11.863.639 euro e prevede la realizzazione di 58 “dighe a scogliera” sommerse lungo tutto il tratto: saranno “distanziate dalla riva, con asse longitudinale pressoché parallelo alla linea di riva, ciascuna della lunghezza pari a cento metri circa dalla sommità con varco di ampiezza pari a 35 metri in corrispondenza della cresta della scogliera”.

Lo studio condotto dai funzionari del Comune, ha portato a ritenere necessaria la seguente distribuzione: 25 dighe tra l’isola di Apani e la zona Torre Rossa, 29 tra Torre Rossa e la strada Sc76 e quattro nell’area di Punta Penne.

“Per la composizione prevalentemente sabbiosa del fondo marino antistante il litorale, risulta opportuno prevedere uno scanno di imbasamento, o sotto strato di fondazione. Pertanto, il fondo marino verrà preventivamente regolarizzato mediante la realizzazione di uno scanno di imbasamento di spessore

mediamente pari a 50 centimetri e composto da massi naturali di peso da 50 a 500 chili”.

Gli atti conseguenziali alla candidatura del progetto saranno adottati dal dirigente responsabile del settore Urbanistica.

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