"Lo troveranno morto, tu e lui dovete fare una brutta fine": in carcere per minacce via Sms
Donato Greco, 47 anni, di Ostuni era ai domiciliari per scontare un residuo di pena dopo la condanna a 22 anni per omicidio: mandava messaggi minatori alla sua ex e al nuovo compagno della donna
OSTUNI - "Prima o poi lo troveranno morto, tu e lui dovete fare una brutta fine". Minacce di morte alla ex e al suo nuovo compagno, spedite via Sms nonostante fosse ai domiciliari per scontare un residuo di pena dopo la condanna per omicidio a sfondo passionale, maturato pensando a un tradimento della donna: Donato Greco, 47 anni, di Ostuni, è stato condotto nel carcere di Brindisi, su disposizione del magistrato di sorveglianza.
L'arresto
Il provvedimento è stato eseguito dagli agenti del Commissariato della Città Bianca, gli stessi che hanno monitorato l'utenza telefonica in uso a Greco dopo che la donna ha sporto denuncia rivolgendosi alla polizia di una località campana dove risiede da qualche anno. Stando a quanto accertato dagli agenti, le minacce era reiterate, sempre recapitate via telefono. In un contesto del genere, è stato ritenuto "concreto e attuale il pericolo di evasione dagli arresti domiciliari per raggiungere la provincia di Napoli" e mettere in pratica le intenzioni di vendetta. Avrebbe potuto uccidere sia la sua ex che l'attuale compagno della donna.
I messaggi e le minacce
"Dovete fare una brutta morte", ha scritto di recente alla donna. "Lui lo troveranno morto con le .. appese in bocca". Scriveva anche di essere "stregato e letteralmente rapito". Di fronte a messaggi di questo tenore, il magistrato di sorveglianza ha revocato gli arresti domiciliari, ordinando il trasferimento immediato nel carcere di via Appia, a Brindisi.
La condanna per omicidio
Nel 2001 Greco venne arrestato con l'accusa di omicidio a Ostuni. Omicidio a sfondo passionale, stando a quanto emerse a conclusione del processo, per il quale è stato condannato in via definitiva a 22 anni di reclusione. Il fatto di sangue avvenne nella notte tra il 6 il 7 febbraio di quell'anno: il corpo senza vita di Cosimo Bellanova fu trovato accanto a un muretto a secco, nella campagne in contrada Boccadoro, tra Ostuni e Ceglie Messapica. Greco sparò con una pistola semiautomatica calibro 7,65 puntando al viso e al cuore.
Il movente passionale
Uccise Bellanova perché era convinto che era lui la ragione della fine della relazione con la donna che quella stessa sera gli disse di volerlo lasciare. Lei si era allontanata dopo l'ennesima lite. Greco venne sottoposto a fermo il 13 febbraio successivo dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana.