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Cronaca

Lobby del fotovoltaico, sequestrati tre campi

SAN PANCRAZIO SALENTINO - La lobby del fotovoltaico colpisce ancora. Anzi, aveva già colpito anche a San Pancrazio Salentino dove oggi sono stati sottoposti a sequestro preventivo tre parchi fotovoltaici, in contrada Agro. Il provvedimento è stato richiesto dal pm Milto Stefano De Nozza e disposto dal gip Giuseppe Licci.

SAN PANCRAZIO SALENTINO - La lobby del fotovoltaico colpisce ancora. Anzi, aveva già colpito anche a San Pancrazio Salentino dove oggi sono stati sottoposti a sequestro preventivo tre parchi fotovoltaici, in contrada Agro. Il provvedimento è stato richiesto dal pm Milto Stefano De Nozza e disposto dal gip Giuseppe Licci. Indagate tre persone, già coinvolte nell’operazione che il 19 settembre scorso portò alla disposizione di 12 ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di 27 impianti in provincia di Brindisi per complessivi 120 ettari. Furono inoltre bloccati incentivi statali per 300 milioni di euro.

I sigilli sono stati apposti oggi dalla polizia municipale di San Pancrazio Salentino, al comando di Maria Puricella. Il meccanismo è quello abusato per eludere la normativa regionale. Per portare a compimento la realizzazione di un unico parco che avrebbe dovuto essere sottoposto ad autorizzazione unica ne venivano effettivamente costruiti tre di potenza inferiore a 1mw per i quali era sufficiente presentare invece una dichiarazione di inizio lavori. Le persone indagate sono: Carmine Di Giglio, 45 anni di Torre Del Greco (Napoli), Carlos Puyol Gomez, 52 anni di Madrid (Spagna), e Antonio Puliafico, di Barcellona Pozzo Di Gotto (Me).

I primi due sono rappresentanti legali di due società, la Rinnova e la Energetica Wing, l’altro è ingegnere e direttore dei lavori che figura in tutte le pratiche. Anche l’area agricola su cui sorgono risulta di proprietà della medesima società e i lavori sarebbero stati eseguiti dalla stessa ditta, la Beta 2002 srl. Il reato contestato è la lottizzazione abusiva oltre ad altri abusi edilizi.

I fatti sono stati accertati nel giugno scorso. Le Dia risalgono invece al 29 aprile 2008. La messa in funzione degli stessi entro il 31 dicembre 2010 potrebbe aver consentito, come appurato nell’inchiesta Black Out, di fruire di incentivi statali a più zeri. Nel caso in questione, inoltre, trattandosi di zona agricola, con la mera presentazione di una Dichiarazione di inizio lavori sarebbe stata sottratta all’amministrazione comunale la possibilità di effettuare valutazioni anche sulla compatibilità ambientale e sulla adeguata ubicazione degli impianti.

Le indagini, ad ogni modo, proseguono. Molteplici sono le contestazioni attribuite all’ormai nota “cricca” del fotovoltaico. Bisognerà valutare se procedere subito con la disconnessione dei parchi in questione, e verificare se vi sia stata indebita percezione di contributi pubblici. Se ne occuperà la procura di Brindisi, con il pm titolare di questo fascicolo, Milto Stefano De Nozza, e con il procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi che ha coordinato a lungo l’attività investigativa sugli abusi in materia di energie alternative. Su un dato non c’è alcun dubbio: dribblando la normativa, è stato fatto scempio della campagna Brindisina. E ora vi sono distese di silicio, sulla strada della confisca, che andranno in qualche modo riutilizzate. O smaltite.

 

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