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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Turismo e ristorazione, le nuove frontiere della mafia nel Brindisino

Intervista al prefetto Carolina Bellantoni: "Rappresentano le 'lavatrici' del denaro sporco. Attenzione alta su parcheggi, balneazione e guardiania"

BRINDISI - Due interdittive antimafia emesse in poco tempo dalla Prefettura nei confronti di aziende che operano nel settore della ristorazione. La Scu e la criminalità organizzata anche nel Brindisino stanno rivolgendo i propri, insaziabili, appetiti nei confronti del settore. E nei confronti di quello turistico, dopo il boom degli ultimi anni. BrindisiReport ha intervistato sull'argomento il prefetto di Brindisi Carolina Bellantoni. Dagli uffici della Prefettura ha chiaro il quadro della situazione, mettendo in campo interventi per stroncare il fenomeno. Il prefetto Bellantoni ha analizzato la situazione e ha ricordato che su questo argomento non bisogna mai abbassare la guardia.

Quello della ristorazione e della balneazione, nel Brindisino, sono settori sensibili alle infiltrazioni?

"La ristorazione sicuramente sì, abbiamo avuto dei riscontri. Da quando sono io prefetto abbiamo emesso due interdittive antimafia nei confronti di soggetti che hanno aperto attività di ristorazione. Questo non è un problema solo tipico della Puglia, ma è un nuovo fronte che viene sfruttato dalla criminalità organizzata in gran parte del Paese. Nel corso del mio mandato a Mantova ho emesso una decina di interdittive nel settore della ristorazione".

Come mai la criminalità organizzata punta su questo settore in particolare?

"Perché questi esercizi rappresentano le 'lavatrici' dei profitti che la criminalità accumula in altri settori illeciti, quali il traffico di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, eccetera. Consente quindi di investire la liquidità creando attività che hanno principalmente questo compito, cioè di riciclare il denaro sporco. E poi il settore turistico in generale - penso ai parcheggi nei pressi delle spiagge, alle attività connesse alla balneazione, alla guardiania - è florido. E gli appetiti della mafia si concentrano dove c'è molto denaro, dove c'è la capacità di fare business".

C'è molta attenzione nei confronti di queste attività.

"Sì, il legislatore italiano ha creato delle White List, che pubblichiamo regolarmente. Si tratta di elenchi in cui vengono inserite le ditte che hanno già subito uno screening da parte delle forze di polizia e che quindi hanno una maggiore affidabilità. Non sono cioè in odore di mafia, dunque a esse si possono rivolgere le stazioni appaltanti pubbliche o chiunque ne abbia bisogno, perché si sa che non sono condizionate dalla criminalità organizzata. Recentemente sono stati estesi i settori in cui le società possono chiedere l'iscrizione nelle White List. Sono stati inseriti dei settori che sono diventati sensibili, come la ristorazione, le guardianie e le agenzie di pompe funebri".

Le aziende in odore di mafia sono gestite da personaggi direttamente legati alla criminalità organizzata? O si utilizzano prestanome?

"Dipende. La maggioranza è gestita da prestanome perché i soggetti già noti sono colpiti da procedimenti giudiziari o da misure di prevenzione e dunque non potrebbero aprire queste attività, perché la legge lo vieta. Quindi usano i prestanome. Però l'attività che i gruppi interforze antimafia eseguono presso le Prefetture per verificare la genuinità di un'azienda o meno arriva a fare i collegamenti fra questi prestanome e i 'soci occulti'. In genere riusciamo sempre a colpire con un'interdittiva".

La crisi conseguente al Covid ha influito?

"Certo, la mancanza di liquidità può essere causa di infiltrazioni o comunque di espansione della criminalità organizzata che dispone sempre di grandi somme di denaro. E si può sostituire alle forme illegali del prestito, praticando usura o rilevando aziende importanti del territorio che si trovano in crisi. Questo è un problema di tutto il Paese, su cui il ministro dell'Interno ha posto l'attenzione sin dall'anno scorso. Infatti noi prefetti stiamo monitorando tutte le dinamiche societarie anche con la collaborazione delle associazioni di categoria e delle camere di commercio, per evitare queste situazioni. Se vi sono dinamiche sociali di modifica, di rilevamento di società, di cambi dei consigli di amministrazione andiamo a eseguire screeening per verificare eventuali ingressi della criminalità organizzata in queste aziende".

Nel Brindisino si può arginare questo settore? O siamo in pieno allarme?

"Bisogna intendersi sul termine 'allarme'. La Puglia ha generato nel passato la sua branca di criminalità organizzata, ovvero la Sacra Corona. La Scu è stata ampiamente combattuta e vinta dall'azione investigativa delle forze di polizia e della magistratura. Però non possiamo mai abbassare la guardia. Perché gli appetiti crescono e si comincia ad avere un'attenzione anche sugli enti locali - lo dimostra lo scioglimento del Comune di Carovigno - ma d'altro canto non possiamo parlare di un allarme esteso perché l'attività delle forze di polizia è intensa, non c'è un problema come esiste in altre parti del Paese. Però dobbiamo avere l'attenzione alta, perché territori colpiti come il Foggiano ci dicono che non possiamo rilassarci sul tema. Anche perché adesso stanno scadendo le condanne di quelli che sono stati arrestati negli anni Novanta. Si teme che costoro potranno uscire e cominciare di nuovo a gestire i loro 'affari' di persona".

Come possono difendersi le aziende sane?

"Innanzitutto denunciando subito, al primo segnale, ogni elemento di pressione, di possibile estorsione, qualsiasi elemento che possa essere indizio di appetiti della criminalità organizzata. Occorre fidarsi delle forze di polizia, della magistratura, perché coloro che denunciano subito e non fanno incancrenire il rapporto possono ritenersi salvi dal possibile condizionamento. Avere una forma di collusione, anche come vittima, con la criminalità organizzata determina sempre grandi difficoltà e si rischia di venire tacciati di essere condizionati dalla mafia e quindi di passare dall'altra parte. E' importante invece essere subito attenti e rivolgersi alle Istituzioni, perché le Istituzioni su questo sono immediatamente operative e rendono giustizia".

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