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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Malavita, gli interrogatori: il 'capo' si difende

BRINDISI - “Sono gli altri a parlare di me, in qualche circostanza, ma che c’entro io?”. Ha risposto alle domande del gip Maurizio Saso il presunto “capo” dell’associazione per delinquere dedita a furti e rapine griffata (dagli investigatori) “Malavita”. Tiziano Cannalire, 24 anni, al fianco dell’avvocato Luca Leoci ha inteso chiarire la propria posizione,

BRINDISI - “Sono gli altri a parlare di me, in qualche circostanza, ma che c’entro io?”. Ha risposto alle domande del gip Maurizio Saso il presunto “capo” dell’associazione per delinquere dedita a furti e rapine griffata (dagli investigatori) “Malavita”. Tiziano Cannalire, 24 anni, al fianco dell’avvocato Luca Leoci ha inteso chiarire la propria posizione, dichiarandosi estraneo a tutte le accuse. “Non c’è un solo riscontro che mi coinvolga direttamente” ha spiegato. Ha specificato inoltre di non aver mai partecipato a nessuno dei furti contestati, né di averli commissionati. Stamani in carcere si sono tenuti gli interrogatori di tutte e 8 le persone detenute a Brindsi.

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Luca Carriero, 22 anni, difeso sempre da Luca Leoci. Ha ammesso le proprie responsabilità riguardo a due furti contestatigli Gaetano Aggiano, 20 anni, difeso dall’avvocato Giuseppe Guastella, ha invece spiegato di essersi forse ritrovato qualche volta in compagnia degli altri ma di non aver mai preso parte a nessuna delle “scorribande” Gianmarco Leto, sempre assistito da Guastella. Non ha risposto alle domande Diego Catucci, 24 anni, difeso da Oreste Nastari. Silenzio anche per Marco Curto, 20 anni, difeso da Daniela D’Amuri e per Francesco Ruggiero, 30 anni, difeso da Laura Beltrami. Ha negato fermamente il proprio coinvolgimento Diego De Giorgi, 29 anni, assistito dall’avvocato Ladislao Massari.

E’ il gruppo che secondo quanto riscontrato dagli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal pm Iolanda Daniela Chimienti, avrebbe compiuto numerosi furti, nonché una tentata rapina, a Brindisi tra il 2012 e il 2013. Quello sicuramente più eclatante è il furto di 45 tra pistole e fucili all’interno dell’armeria Calì di piazza Sapri che risale all’agosto del 2012. Nel mirino della banda c’era la polizia: alcuni dei componenti immaginavano far saltare in aria la questura con una bomba, avevano deciso di provocare un’esplosione per danneggiare l’auto di un ispettore della Mobile, ma avevano sbagliato vettura. I riscontri investigativi sono stati eseguiti proprio dalla Mobile, diretta dal vicequestore Alberto Somma, e in particolare dalla Sezione Antirapina, con gli ispettori Giancarlo Di Nunno e Cosimo Pizza.

Fra i capi di accusa contenuti nell’ordinanza firmata dal gip figurano tra l’altro un attentato dinamitardo ai danni del furgoncino intestato alla società di un ex contrabbandiere, il tentativo di rapina alla gioielleria Della Rocca di viale Porta Pia, vari danneggiamenti, diversi episodi di ricettazione e la detenzione abusiva di ordigni e armi da fuoco. Le indagini sono partite proprio dall’arresto di Davide Bombacigno, che nel novembre del 2012 venne sorpreso in un nascondiglio al Perrino con due pistole con matricola abrasa. C’è poi una lunga catena di furti messi a segno presso gli appartamenti ubicati nelle seguenti vie: via Duca Degli Abruzzi (monili d’oro, denaro contante, un televisore Samsung), via Legnago (videocamera, macchina fotografica, orologi, monili d’oro), piazza Pirandello (monili d’oro, un barattolo contenente monete antiche), via Solferino (macchina fotografica, monili d’oro, orologi da uomo e da donna, portafoto con penna usb, computer, orologio Rolex falso), via Baracca (monili d’oro e orologi).

Cannalire & Co. avevano messo le mani anche su uno scooter Aprilia Scarabeo, varie attrezzature da lavoro depositate in un garage in via Appia e due automobili: una Bmw e una Fiat Bravo. La merce rubata veniva depositata in un vecchio casolare diroccato situato lungo la litoranea Sud, ribattezzato “La Tenuta”. I poliziotti seguivano gli indagati passo dopo passo. E il 19 gennaio 2013, grazie all’enorme mole di materiale investigativo acquisito, gli agenti riuscirono a fermare Antonio Caforio, armato di pistola, pochi istanti prima che rapinasse la gioielleria Della Rocca. Sono 24 i capi di imputazione contestati. Oggi la carrellata di interrogatori di garanzia: ora decideranno le difese, valutate le singole posizioni, se formulare istanza di attenuazione della misura al gip o se ricorrere al tribunale del Riesame.

 

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