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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Figlio non convocato, fa bruciare l'auto dell'allenatore brindisino

Due persone indagate per l'incendio della Golf del tecnico dell'Under 15 del Lecce, Marco Piliego

CAVALLINO – G.F., 41enne, sarebbe il mandante. A.C., 24enne, uno degli esecutori dell’incendio di una Golf Volkswagen, di proprietà di Marco Piliego, brindisino, allenatore della formazione calcistica Under 15 dell’Unione sportiva Lecce. O, quantomeno, colui che avrebbe guidato l’autovettura sul posto dell’atto intimidatorio.

C’è, infatti, un terzo soggetto, mai identificato: colui che, fattivamente, avrebbe collocato la diavolina in più punti, sprigionando un incendio alla parte anteriore della Golf che avrebbe potuto provocare danni ancor più seri. Già, perché tutto avvenne, un anno addietro, la mattina del 28 ottobre 2018, nei parcheggi davanti al Kick Off, struttura sportiva del rione Castromediano di Cavallino, alle spalle del Bricoman, dove si trovavano, in quel momento, molti altri veicoli in sosta.

Le indagini anche con tabulati telefonici

A incastrare i due e a portare il pubblico ministero Massimiliano Carducci a formulare nei giorni scorsi la chiusura delle indagini preliminari, sono stati i carabinieri della stazione di Cavallino, al termine di un’inchiesta molto articolata.

La situazione aveva suscitato un certo clamore, considerando anche e soprattutto la vittima dell’attentato, appunto, il tecnico della formazione giovanile del Lecce. E il movente sarebbe proprio da ricercare nel livore maturato da G.F. verso l’allenatore, “reo”, ai suoi occhi, di non aver convocato il figlio per la gara che si sarebbe tenuta proprio quella domenica mattina, contro il Parabita.

Per questo, avrebbe richiesto ad alcuni suoi conoscenti, fra cui, appunto, A.C., di attuare quella forma di vendetta. Per inciso, il padre del ragazzo non sarebbe stato presente al momento dell’incendio, né avrebbe materialmente compiuto al raid. A lui, i militari cavallinesi sono arrivati sia raccogliendo informazioni, sia tramite analisi tecniche (in questo caso, incrociando i tabulati telefonici).

Quella mattina, dunque, una vettura arrivò sul posto. Ne scese un soggetto incappucciato che appiccò le fiamme alla Golf di mister Piliego, per poi risalire a bordo. L’auto si allontanò quindi a tutto gas. Del rogo si accorse subito, per fortuna, un altro frequentatore del Kick Off, che diede l’allarme. Le altre autovetture furono spostate subito dai rispettivi proprietari, mentre sul posto arrivarono i vigili del fuoco, che spensero le fiamme, e i carabinieri della Sezione radiomobile e della stazione di Cavallino.

Il figlio ignaro dell'ideazione del piano

Le verifiche si instradarono subito sull’ambiente sportivo, anche perché, essendo Piliego di Brindisi e non avendo particolari interessi su Lecce, tolta, appunto, la guida della formazione giovanile, non c’erano davvero altre piste da percorrere.

Molto si deve anche alle videocamere di sorveglianza, se i carabinieri sono riusciti a fare luce sul caso. Non solo quelle del centro sportivo, ma anche altre, disseminate lungo il percorso affrontato dalla vettura usata per il raid incendiario. Una perquisizione ha condotto anche al sequestro di uno degli indumenti usati quel giorno. Il resto, l’hanno fatte le indagini.

Che si sono concluse e che potrebbero condurre a breve alla richiesta di un rinvio a giudizio. Sebbene sia rimasto ancora ignoto uno degli autori materiali dell’incendio. Si esclude, comunque, qualsiasi partecipazione del figlio di G.F., anche solo nell’ideazione del piano: sarebbe stato ignaro di tutto.

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