Il Comune paga per l'Arneo, ma poi dimentica i rischi del Canale Patri
Ci risiamo. Adesso c’è il rischio concreto che, con le piogge in arrivo, si possa ripresentare il problema della esondazione della parte terminale del Canale Patri e dell’allagamento delle zone circostanti. E’ sufficiente verificare le condizioni del canale, nella sua parte finale, la presenza di depositi fangosi, di una folta e rigogliosa vegetazione cresciuta indisturbata all’interno e sui suoi margini, per ritenere altamente probabile questa possibilità
Ci risiamo. Adesso c’è il rischio concreto che, con le piogge in arrivo, si possa ripresentare il problema della esondazione della parte terminale del Canale Patri e dell’allagamento delle zone circostanti. E’ sufficiente verificare le condizioni del canale, nella sua parte finale, la presenza di depositi fangosi, di una folta e rigogliosa vegetazione cresciuta indisturbata all’interno e sui suoi margini, per ritenere altamente probabile questa possibilità.
La costatazione che periodicamente accadano questi allagamenti nella stessa zona, documenta l’inefficacia delle soluzioni adottate a suo tempo, per le quali sono state impegnate consistenti risorse pubbliche, ma anche una certa rassegnazione a dover convivere con il problema, considerato che dall’ultimo allagamento non si ha notizia di interventi in direzione della sua soluzione definitiva, ma anche della effettuazione di periodici interventi di manutenzione.
Eppure nei giorni scorsi l’Arneo, non ha esitato ad inviare a moltissimi cittadini le cartelle esattoriali, con la richiesta di contributi, per un’ attività di prevenzione e di manutenzione rispetto ai rischi di allagamento e degrado ambientale, mai documentata, che molti fanno fatica a individuare, costatata la situazione attuale del canale , ma anche quella degli anni precedenti.
Una manutenzione che il consorzio dovrebbe dimostrare di aver effettuato a sue spese, direttamente e specificatamente, prima di inviare le cartelle, come ribadito dal giudice civile, che ha condannato l’Arneo a restituire a diversi cittadini le somme delle cartelle esattoriali incassate illegittimamente perché non aveva saputo fornire quella dimostrazione.
La stessa amministrazione comunale, preso atto della latitanza del consorzio Arneo, ebbe ad individuare fra le cause degli allagamenti la carente manutenzione di pulizia del canale, che l’aveva costretta ad intervenire direttamente impegnando 120.000 euro di risorse comunali per la bonifica della zona.
Ma tutta la zona circostante il canale è in degrado, in stato di completo abbandono per la presenza di una folta sterpaglia sul fianco della massicciata ferroviaria, di una gran quantità di erba cresciuta ai margini della strada, di un folta vegetazione spontanea, di canne e vegetazione varia che si propende oltre il limite del canale e dei terreni circostanti, occultando completamente la segnaletica stradale posta in precedenza al semaforo, ma anche restringendo la carreggiata, che in alcuni punti risulta poco visibile.
Una situazione complessiva di degrado e di insicurezza, che richiederebbe interventi urgenti, come peraltro ribadito dall’amministrazione comunale con l’ordinanza n. 17 del 27 luglio scorso e da quella precedente n. 9 del 17 aprile 2015. Ma stupisce il rilevante squilibrio fra le dichiarazioni e gli atti, che l’amministrazione produce per contrastare il degrado e le situazioni che incidono sulla sicurezza, sul pericolo di incendi e la latitanza di interventi adeguati a contrastare il fenomeno.
Come al solito, non rimane che affidarsi alla provvidenza, nella speranza di potercela cavare senza danni, che il tempo e le piogge siano clementi, ma anche che finalmente qualcuno si svegli dal letargo e metta in atto quello che dice di voler fare.