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Cronaca

Manifesti anonimi su Enel, indagini

BRINDISI - Sono almeno otto i manifesti anonimi che ritraggono la centrale Federico II di Brindisi con un messaggio criptico sovrascritto: “Sono in arrivo nuovi filtri per le centrali a carbone della tua città”. La Digos di Brindisi sta compiendo accertamenti per verificare, visto che non c’è traccia di “firma” sui cartelloni diffusi in tutta la città, chi vi sia dietro la campagna che sicuramente non è stata finanziata dalla società Enel.

BRINDISI - Sono almeno otto i manifesti anonimi che ritraggono la centrale Federico II di Brindisi con un messaggio criptico sovrascritto: “Sono in arrivo nuovi filtri per le centrali a carbone della tua città”. La Digos di Brindisi sta compiendo accertamenti per verificare, visto che non c’è traccia di “firma” sui cartelloni diffusi in tutta la città, chi vi sia dietro la campagna che sicuramente non è stata finanziata dalla società Enel.

Sui cartelloni sei per tre non v'è alcuna indicazione riguardo al committente. Secondo ipotesi investigative, i manifesti potrebbero essere il veicolo di una protesta. Gli agenti della Digos di Brindisi hanno acquisito il materiale fotografico e stanno compiendo controlli nelle agenzie che si occupano di affissioni nel territorio.

Sono invece riconducibili all'associazione ambientalista 'No al carbone' altri manifesti sui quali è riportata la data del 12 dicembre prossimo e l'invito a partecipare come parte civile al processo che comincerà in quel giorno a carico di 13 dirigenti Enel e di due imprenditori locali, accusati della dispersione di polveri di carbone dal nastro trasportatore della centrale.

I manifesti le cui dimensioni sono quelle delle pubblicità a caratteri cubitali sono apparsi questa mattina a Brindisi, in diversi punti strategici della città. Il contenuto non è offensivo ma si capisce che non si tratta di promozione dell’Enel, si intuisce anzi che il proposito è di tutt’altra tipologia. In molti si sono soffermati a leggere l’unica frase impressa su uno sfondo in cui si distingue chiaramente l’impianto a carbone di Cerano. Sono gli stessi che hanno poi cercato di capire se in qualche angolino c’era indicata, magari in caratteri minuscoli, la paternità dell’iniziativa.

Nulla. Della questione si sta occupando la Digos di Brindisi, diretta dal vicequestore Vincenzo Zingaro che ha eseguito una ricognizione tra gli addetti ai lavori che operano nel Brindisino e che è vicina alla soluzione dello strano caso. Sono autorizzati i cartelloni? Probabilmente sì, anche se non c’è alcuna indicazione su chi ne ha disposto la diffusione, pagando (nel caso in cui non vi fossero irregolarità) anche un bel po’ di denaro a titolo di imposta comunale.

Qualora non vi fossero i dovuti permessi, allora scatterebbero le denunce. Ma al di là dei risvolti amministrativi o penali, c’è principalmente da soddisfare la curiosità dei brindisini: chi è che stavolta ce l’ha con Enel? Saranno sempre i soliti attivisti?

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