rotate-mobile
Cronaca

Mantovano non torna, e richiama le parole di Napolitano e l'articolo 20

L’ex sottosegretario Alfredo Mantovano continua a rifiutare di rientrare al governo, e indica invece le tre condizioni affinchè una tale ipotesi si possa concretizzare. La critiche di Mantovano, sul piano politico e organizzativo, alla gestione dell’emergenza-sbarchi è durissima, e le sue parole trovano conferma in c iò che racconta – ovviamente in forma riservata e anonima – il personale addetto alla sorveglianza del campo di Manduria, dove molte fughe sono dovute alla fame e alla paura. Sapevano benissimo, i tunisini, che genere di difficoltà avrebbero incontrato in Italia e la stragrande maggior parte di essi preme per tornare in Francia, “altrimenti meglio a casa nostra”. Mantovano, dal canto suo, smonta già in partenza ogni illusione sui possibili risultati della missione di Berlusconi e Maroni in Libia lunedì mattina.

L’ex sottosegretario Alfredo Mantovano continua a rifiutare di rientrare al governo, e indica invece le tre condizioni  affinchè una tale ipotesi si possa concretizzare. La critiche di Mantovano, sul piano politico e organizzativo, alla gestione dell’emergenza-sbarchi è durissima, e le sue parole trovano conferma in c iò che racconta – ovviamente in forma riservata e anonima – il personale addetto alla sorveglianza del campo di Manduria, dove molte fughe sono dovute alla fame e alla paura. Sapevano benissimo, i tunisini, che genere di difficoltà avrebbero incontrato in Italia e la stragrande maggior parte di essi preme per tornare in Francia, “altrimenti meglio a casa nostra”. Mantovano, dal canto suo, smonta già in partenza ogni illusione sui possibili risultati della missione di Berlusconi e Maroni in Libia lunedì mattina.

“La gestione dell'emergenza è stata in parte condizionata da una questione di carattere ideologico, la linea del Foera di Ball, il cui corollario, per me inaccettabile, finora è stato: tutti al Sud”, ha detto Mantovano in due interviste pubblicate oggi dal Corriere della Sera e dal Giornale. E dice a quali condizioni rientrerebbe nel governo: “Una tendopoli in ogni regione italiana, un controllo stretto su tutti i centri e la piena attuazione dell'articolo 20 della Bossi-Fini», cioè quello che ieri ha chiesto il governatore della Puglia, Nichi Vendola, “un permesso di soggiorno provvisorio di sei mesi che consente ai migranti di circolare in tutta l'area Schengen”, dice Mantovano, quindi nessuno potrebbe impedire ai migranti di passare in Francia o in altri Paesi della Ue.

Il richiamo di Alfredo Mantovano alle parole del Presidente della Repubblica è significativo: “Come ha ricordato il capo dello Stato, nelle emergenze il carico va ripartito in modo equilibrato sul territorio, da Nord a Sud. E invece ci sono tre regioni italiane - Sicilia, Puglia e Calabria - che da tempo sopportano oltre il 60% della concentrazione dei centri di smistamento degli immigrati. Logica imporrebbe di tenerne conto. Una dislocazione meglio ripartita dei migranti – sostiene l’ex sottosegretario all’Interno - serve anche a controllare meglio i centri, e ad impedire fughe di massa come quelle cui stiamo assistendo”. Per Mantovano “non basta la firma di un'intesa con la Tunisia per avere dei risultati: ci vorranno settimane per veder diminuire i flussi. Se gli arrivi finora ammontano a 20 mila clandestini, e questo trend continua, il rischio è che ne arrivino altre migliaia. E nel frattempo che facciamo? Servono subito strumenti”.

E tra gli strumenti, raccontano poliziotti e volontari, basterebbero un vitto decente, un trattamento migliore, intermediari che parlino l’arabo o quanto meno il francese, qualche sigaretta. Quasi tutto ciò che mancava a Lampedusa e che manca a Manduria, dove “anche uno spostamento da una tenda all’altra viene effettuato senza spiegazioni, e ciò allarma, semina timori e diffidenza”. Una parte delle fughe non sono altro che necessità di andare in un bar a Oria o Manduria e comprare un panino, o le sigarette, o bere un caffè. “E quando li incontri per strada salgono spontaneamente sulle auto di servizio per tornare alla tendopoli”. Incomunicabilità forzata, disagio, e non solo il progetto di passare in Francia rende difficile il governo del campo tra Oria e Manduria, dove la Protezione civile semplicemente non c’è nelle forme e con l’efficienza a tutti nota, se non con i vigili del fuoco chiamati in tutta fretta a montare le tende e gli impianti primari. Incontri il tunisino che ti racconta come a Lampedusa sia stato tre giorni senza cibo e quasi senza acqua. E come non credergli?

L'aggiornamento a stamani sulla situazione. Dopo le fughe di ieri e della notte, la popolazione della tendopoli di Manduria è di 1600 persone. Infatti quasi tutti i migranti trasportati dalla nave Catania a Taranto (600 circa), e trattenuti sino a sera a bordo, sono stati in gran parte inviati al campo di Palazzo San Gervasio nel Potentino, che ha ufficialmente aperto i battenti con l'arrivo di 483 cittadini nordafricani.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Mantovano non torna, e richiama le parole di Napolitano e l'articolo 20

BrindisiReport è in caricamento