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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Marijuana, silenzi e arresti convalidati

BRINDISI - Silenzio, per tutti e nove i presunti trafficanti di droga arrestati dalla Guardia di Finanza all’alba di domenica scorsa. I nove, sei italiani e tre albanesi, sono comparsi dinanzi al gip Maurizio Saso stamani e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

BRINDISI - Silenzio, per tutti e nove i presunti trafficanti di droga arrestati dalla Guardia di Finanza all’alba di domenica scorsa, quando è stato bloccato ad Apani uno sbarco di 940 chilogrammi di marijuana. I nove, sei italiani e tre albanesi, sono comparsi dinanzi al gip Maurizio Saso stamani e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Tutti, Bersand Sinaj, Ervis Derjini, Alpin Qarri, Cosimo De Fazio, difesi dall’avvocato Laura Beltrami, i fratelli Rocco e Luigi Cofano, difesi dall’avvocato Francesco Saponaro, Luca Medico, difeso dall’avvocato Livio Di Noi e i due che risultano residenti a Roma e Latina, Luigi Preluso e Malcom Patrignani, hanno preferito attendere le risultanze dell’inchiesta, condotta dalle procure di Brescia e Brindisi, prima di chiarire la propria posizione.

Gli arresti sono stati convalidati, così come la custodia cautelare in carcere disposta nell’ambito dell’operazione condotta dalle fiamme gialle di Brindisi, con il coordinamento del pm di turno, Valeria Farina Valaori.

L’operazione, dunque, non è che l’ultima tessera che va a completare un mosaico ben più ampio e articolato: strani e continui movimenti sulle coste italiane, sbarchi, approdi nottetempo e alle prime luci dell’alba. Un via vai costante, monitorato, oggetto di attività tecnica culminata nell’ultimo sequestro da quasi una tonnellata di sostanza e del gommone che trasportava i 36 sacchi strapieni di droga.

I finanzieri attendevano al varco l’arrivo in Italia, nel Brindisino, dell’enorme carico che effettivamente è poi giunto a destinazione. Il traffico internazionale coinvolge diverse province d’Italia. I brindisini, secondo la prima impostazione, sarebbero la parte terminale di un sistema molto più complesso. I loro ruoli ad ogni modo, saranno chiariti in seguito.

Per il momento, restano tutti in via Appia, dietro le sbarre. La marijuana è sotto sequestro, così tanta che non è forse necessario neppure il test che ne analizza il principio attivo per stabilire che davvero di droga si tratti. Basta l’odore.

 

 

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