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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Marinò: "Amarezza per l'amico Giurgola, ma nessuna giustificazione"

"Il livello di amarezza e mortificazione per l'amico è enorme, ma l'esasperazione non può giustificare un simile gesto". Il presidente di Confindustria Brindisi, Giuseppe Marinò, dice la sua su quanto accaduto stamani nella sede dell'Autorità portuale di Brindisi. Se giustifichiamo che la disperazione debba portare a fare gesti come quello di stamattina ognuno poi diventa sceriffo di sé stesso"

BRINDISI – “Il livello di amarezza e mortificazione per l'amico è enorme, ma l’esasperazione non può giustificare un simile gesto”. Il presidente di Confindustria Brindisi, Giuseppe Marinò, dice la sua su quanto accaduto stamani nella sede dell’Autorità portuale di Brindisi, dove l’imprenditore Pasquale Giurgola, armato di pistola, si è barricato con il presidente dell’ente, Hercules Haralambides, e il segretario Generale, Salvatore Giuffrè, tenendoli in ostaggio.

“Conosco Lino Giurgola – dichiara Marinò – da 30 anni. C’è una stima personale nei suoi confronti che va al di là dei rapporti confindustriali. Sono addolorato per quanto accaduto e non giustifico in nessun modo che l’esasperazione porti a gesti inconsulti e non condivisibili”. Marinò non riesce a darsi una spiegazione delle ragioni per cui “l’amico Lino sia arrivato a un livello di esasperazione tale”. “L’esasperazione – prosegue Marinò - è stata ricorrente negli ultimi anni, ma non deve consentirci di dare di matto. Anche perché poi si passa dalla ragione al torto”. 

Nessuna giustificazione, quindi. “Mi auguro – afferma il presidente di Confindustria – che il tutto possa essere ricondotto in una logica di rispetto delle regole. Chiunque le supera commette un grosso errore. Se giustifichiamo che la disperazione debba portare a fare gesti come quello di stamattina ognuno poi diventa sceriffo di sé stesso. Questo – conclude Marinò – è un brutto lunedì”. 

Neanche l’imprenditore, ex assessore e consigliere comunale, Giuseppe Miglietta giustifica quanto accaduto stamani. Un episodio “figlio di una ‘esasperazione generalizzata’ – afferma Miglietta -  che sembra serpeggiare tra i brindisini di ogni estrazione che vivono situazioni di disagio spesso legate al malgoverno del territorio. La superficialità con cui, spesso, viene gestita la cosa pubblica rappresenta la radice di un muro di gomma contro il quale si infrangono gli sforzi, i sacrifici e i sogni delle persone. Qualunque sia il loro ceto sociale, il genere, l’età e il lavoro (quando si ha la fortuna di averlo)”.

Al di là delle motivazioni che hanno spinto Giurgola a tenere sotto sequestro presidente e segretario generale dell’Authority, Miglietta invita a una L'assessore Giuseppe Migliettariflessione. “E’ troppo forte  - afferma Miglietta - la tentazione di puntare il dito contro chi governa malamente le sorti di questo territorio. Ma, ahimè, ho l’impressione che sia difficile trovare capri espiatori diversi. Dissanguati, pressati, puniti e calpestati: a Brindisi ci sentiamo così. La sensazione non è solo dei cittadini onesti che non hanno casa o lavoro, ma anche degli imprenditori (i cosiddetti “benestanti”) che, magari, soffrono le pene dell’inferno per l’impossibilità di continuare a svolgere il proprio prezioso ruolo per il territorio (nella foto a destra, Giuseppe Miglietta).

Considero Giurgola uno di questi. Un imprenditore capace, benvoluto e ben accetto in tutte le sedi istituzionali. Un uomo dallo spessore umano e professionale notevole.La sua abilità nel gestire e far crescere gli affari in ambito portuale devono rappresentare un orgoglio non soltanto per la sua famiglia e per i suoi collaboratori, ma anche per l’intero territorio”.

“Pur condannando il gesto e prendendo le distanze da ogni forma di violenza – conclude Miglietta - provo a insinuarmi nel turbinio di emozioni e rabbia che l’hanno portato a ‘perdere la testa’. Vi ritrovo sensazioni comuni a decine di migliaia di Brindisini, in balia di una nave guidata da tanti capitani senza scrupolo, incapace di trovare la giusta rotta in grado in maniera da assopire la sensazione nauseabonda della sporcizia, del malgoverno e dell’ingiustizia da cui molti si sentono colpiti”.

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