Massacrato alla testa con le saponette, chiesto il processo immediato
Il pm conferma l’accusa di tentato omicidio per sette ospiti del Cie di Restinco: “Premeditazione e crudeltà”. Ancora in ospedale il giovane albanese
BRINDISI – Processo immediato per il tentato omicidio dopo una lite nel centro Cara-Cie di Restinco, alle porte di Brindisi: nei confronti dei sette imputati, ospiti della struttura e fermati la sera del 28 febbraio scorso, sono state contestate le aggravanti della premeditazione e della crudeltà per aver percosso con violenza un giovane albanese usando prima dei calzini riempiti con saponette rigide, poi un telecomando.
Il processo
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Tea Verderosa, ha fissato – con decreto – la prima udienza del processo davanti al collegio presieduto da Domenico Cucchiaria, per il prossimo mese di giugno, su richiesta del pubblico ministero Manuela Pellerino.
L’accusa è stata mossa nei confronti di: Abdelkarim Zemouli 35 anni algerino, Houssem Arar 25 anni algerino, Zorgati Hichem 19 anni tunisino, Hamdi Zoair 25 anni tunisino, Sabri Jouini 28 anni tunisino, Isham Joullal 42 anni marocchino e Kais Mejdoub 32 anni tunisino. Sono tutti ristretti nel carcere di Brindisi. La difesa degli imputati è affidata agli avvocati Paoloantonio D’Amico del foro di Brindisi (nella foto in basso), Vincenzo Buchicchio del foro di Perugia e Cosimo Castrignanò del foro di Lecce.
Fonti di prova
Il giovane albanese, Ilir Cacay, 42 anni, richiedente asilo politico, è ancora ricoverato in ospedale, al Perrino. H riportato un “trauma cranico commotivo, facciale otorragia sinistra e toracico e addominale con vomito”.
Fonti di prova alla base dell’imputazione sono la comunicazione di notizia di reato della Questura, integrata lo scorso 21 marzo, i rilievi eseguiti dal Gabinetto della polizia scientifica con annesse immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza, le informative del Commissariato di Ostuni, il referto medico e gli interrogatori resi dagli imputati in sede di udienza di convalida del fermo.
Gli interrogatori
I sette, dinanzi al gip riferirono di aver reagito a vessazioni che l’albanese avrebbe posto in essere nei loro confronti anche nei giorni precedenti, soprattutto durante il pranzo. Hanno raccontato di liti per il cibo e di sottrazioni di alcuni alimenti.
Nel capo di imputazione è contestata la premeditazione perché “alcuni degli imputati prima dell’azione delittuosa facevano streching e riscaldamento tipico dei pugili”.
I calzini e le saponette
L’albanese sarebbe stato “colpito alla testa con dei calzini con all’interno delle saponette solide”. A sferrare i colpi sarebbero stati Zemouli e Arar, mentre Zoair gli avrebbe sferrato “un colpo allo stomaco”, Jouini, Joillal e Mejdoub, secondo la ricostruzione dei fatti, avrebbero spinto l’albanese e dopo che questi era stata atterrato, Hichem lo colpiva ripetutamente”. Sarebbe stato anche usato “un corpo contundente nella parte inferiore nonostante Cacay fosse ormai a terra esanime”. L’aggressione sarebbe andata avanti usando un “telecomando di un televisore sino a quando questo non si è frantumato”.