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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Maxi-perizia sulle carte sequestrate alla Ipi

BRINDISI - C’è un tecnico informatico al lavoro per analizzare l’enorme mole di materiale sequestrato dalla Digos negli uffici della Ipi e in casa dell’assessore comunale centrista Raffaele Iaia. Il pm Milto Stefano De Nozza ha infatti conferito incarico nei giorni scorsi.

BRINDISI - C’è un tecnico informatico al lavoro per analizzare l’enorme mole di materiale sequestrato dalla Digos negli uffici della Ipi e in casa dell’assessore comunale centrista Raffaele Iaia. Il pm Milto Stefano De Nozza ha infatti conferito incarico nei giorni scorsi a un consulente, Maurizio Ingrosso, di Cavallino, di eseguire una “maxi perizia” per estrapolare dati dai supporti che sono stati prelevati e in qualche caso duplicati.

Al vaglio dell’esperto ci sono informazioni varie, mail, comunicazioni, documentazione di ogni genere che sarà analizzata nel dettaglio per accertare se effettivamente Iaia, che è assistito dall’avvocato Gianvito Lillo, si occupasse abusivamente di investigazioni private, così come gli viene contestato.

Secondo l’impostazione della procura che ha delegato i poliziotti diretti dal vicequestore Vincenzo Zingaro di eseguire perquisizioni e sequestri (con contestuale notifica di un avviso di garanzia per due persone) il 18 dicembre scorso e acquisizioni di delibere in Comune il giorno successivo Iaia potrebbe avere ancora un ruolo “di fatto” nella Ipi, società della sorella, in cui lavora il figlio, che oltre alle investigazioni privati si occupa di fornire vigilanza e servizio d’ordine in manifestazioni varie.

E se è così il dipendente della Regione che ha sempre fatto politica, oggi esponente dei centristi, che ha lasciato le proprie quote nel 2007, allora c’è qualcosa di più che un banale problema di opportunità o incompatibilità in merito agli incarichi ricevuti dalla stessa ditta per eventi e servizi vari dal settore Attività produttive, la delega finita sotto la lente della magistratura.

Si lavora nell’ombra, ma pur sempre incessantemente anche sul caso Iaia, a caccia del “trait d’union” tra l’assessore e la Ipi. Nello stesso fascicolo c’è il nome della tarantina Paola Cocozza, indagata invece per i corsi di formazione per steward. E’ la responsabile legale di due società del capoluogo ionico e risponde di truffa aggravata, falso e simulazione di reato, avrebbe certificato al ministero degli Interni lo svolgimento di lezioni per gli steward in servizio nelle manifestazioni sportive che in realtà non vi sarebbero mai state. L’atto costitutivo della Formsport risulta falso.

La gran parte dei docenti ha dichiarato di non aver mai incontrato gli steward che invece risultano essersi “diplomati” proprio dopo la frequentazione di ore e ore di insegnamento. Caso strano la gran parte di loro è dipendente della Ipi e sarebbe stato Iaia a occuparsi direttamente della loro qualifica, ma l’assessore è al momento estraneo a ogni forma di contestazione riguardo le abilitazioni “col trucco”.

L’assessore, che è ancora in carica nella giunta in fase di restyling e che, come il resto della schiera degli indagati con posto a sedere a palazzo di città non ha mostrato alcuna intenzione di volersi dimettere, è accusato poi di porto e detenzione illegale di una pistola, sequestrata nella sua abitazione.

Avrebbe richiesto nel lontano 1986 un porto d’armi che gli sarebbe stato negato perché aveva precedenti penali, roba di poco conto per cui è stato assolto. Gli è stato poi concesso anni dopo, ma il presupposto era una mendace dichiarazione. Avrebbe fornito alla questura una data di nascita “corretta”, e così all’atto delle verifiche successive è filato tutto liscio. Ha qualche settimana di tempo il consulente per completare la “maxi perizia”, di materiale da visionare ce n’è in abbondanza.

 

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