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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Mesagne

Mesagne per Rossella Urru

MESAGNE – Un blog dedicato a lei, e alla speranza di rivederla libera, così come la mobilitazione nelle città per Rossella Urru, la 29enne cooperante italiana rapita in Algeria lo scorso 22 ottobre. Anche a Mesagne da stamani è esposta su Palazzo di Città la gigantografia della foto di Rossella Urru come a Napoli, Bologna, Milano e tante altre città italiane.

MESAGNEUn blog dedicato a lei, e alla speranza di rivederla libera, così come la mobilitazione nelle città per Rossella Urru, la 29enne cooperante italiana rapita in Algeria lo scorso 22 ottobre. Anche a Mesagne da stamani è esposta su Palazzo di Città la gigantografia della foto di Rossella Urru come a Napoli, Bologna, Milano e tante altre città italiane.

A pochi giorni dall’8 marzo, festa dedicata alle donne, anche Mesagne ha voluto rendere onore all’italiana rapita cinque mesi fa in Algeria e che ancora oggi è nelle mani di una banda di frontiera, esponendo il banner con il volto di Rossella Urru sulla facciata della Residenza Municipale: “Rossella libera”. In queste ultime settimane soprattutto, un coro di voci ha sormontato il silenzio sul rapimento della 29enne. Tutta Italia e non solo, chiede la liberazione di Rossella Urru, rapita insieme a due colleghi spagnoli tra la notte del 22 e 23 ottobre 2011. Un coro di solidarietà e di affetto che da ottobre scorso diviene sempre più accorato.

Rossella Urru è la coordinatrice nei campi dei Rifugiati Saharawi dei progetti della Ong Cisp (Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli). Il Cisp opera nei campi dal 1985, in coordinamento con organizzazioni  internazionali, tra le quali la Comunità Europea, il Programma Alimentare, l’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite , la cooperazione italiana, enti locali italiani, in particolare la Regione Emilia Romagna e comuni in essa presenti.

Rossella Urru ha lavorato per il Comune di Ravenna, Servizio di Cooperazione Decentrata, come collaboratrice coordinata e continuativa dal primo settembre 2007 al settembre 2009. Si è trattato del suo primo impiego, subito dopo la laurea specialistica in Cooperazione Internazionale, Regolazione e Tutela dei Diritti e dei Beni Etno-culturali, presso l’Università di Bologna, Polo di Ravenna. La sua tesi specialistica, dal titolo “Problemi di un piccolo numero. Luoghi culturali e narrazione identitaria del popolo saharawi”, ha ottenuto nel 2007 il riconoscimento di miglior tesi di laurea per la sezione scienze socio-polithce e cooperazione internazionale.

“Resterà affisso, come monito alla banalità del male e come simbolo di speranza,  ha dichiarato il presidente del consiglio comunale Ferdinando Orsini - finché la giovane studiosa non verrà liberata e restituita al mondo che è in ansia per il suo destino. Inutile dire che siamo pronti ad ammainare questa sorta di bandiera di civiltà anche oggi stesso”. Così facendo si auspica un’immediata soluzione dell’angosciosa vicenda.

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