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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Mesagne

Mesagne, ricostruito l'attentato

MESAGNE – In due a bordo di una moto non meglio identificata. Arrivano in via Giampietro Zullo, perpendicolare a via Federico II. Uno resta alla guida, l'altro scende, corre in direzione del civico 11 di via Federico Svevo II con un pacco in mano. Lo piazza sulla soglia dell'abitazione di Luigi De Vicienti, innesca la miccia e fugge. E' un giovane alto, volto coperto da casco o passamontagna vestito di scuro probabilmente con addosso una tuta. Corre come una lepre, ad attenderlo il suo complice anch'egli a volto coperto con cui si da alla fuga.

MESAGNE – In due a bordo di una moto non meglio identificata. Arrivano in via Giampietro Zullo, perpendicolare a via Federico II. Uno resta alla guida, l'altro scende, corre in direzione del civico 11 di via Federico Svevo II con un pacco in mano. Lo piazza sulla soglia dell'abitazione di Luigi Devicienti, innesca la miccia e fugge. E' un giovane alto, volto coperto da casco o passamontagna vestito di scuro probabilmente con addosso una tuta. Corre come una lepre, ad attenderlo il suo complice anch'egli a volto coperto con cui si da alla fuga.

Sono le 14.30 di mercoledì 24 agosto. Passano venti interminabili secondi poi la deflagrazione potentissima e l'onda d'urto che diffonde schegge impazzite dappertutto che avrebbero potuto uccidere, come proiettili, chiunque fosse stato presente nell'arco di decine e decine di metri. Nessun incendio, solo fumo dal momento che la bomba – secondo gli accertamenti svolti dalla scientifica – è stata confezionata con un involucro di cartone, tenuto insieme da fil di ferro, imbottito con mezzo chilo di polvere pirica usata per i fuochi d'artificio. Quella, in particolare, dei botti finali, più potenti anche nella detonazione.

Solo il caso ha evitato la strage dal momento che nell'arco di quei venti secondi poteva passare chiunque e venire investito dallo scoppio. Per il secondo attentato nell'arco di meno di un mese ai danni dell'imprenditore del settore dei rifiuti speciali, patron del Boys Mesagne, i malviventi si fanno furbi e cercano di evitare di essere incastrati dalle immagini riprese dalle telecamere in zona. Ci riescono solo in parte, dal momento che gli investigatori del commissariato di Mesagne – guidati dal vice questore aggiunto Sabrina Manzone – stanno lavorando su quei frammenti raccolti ed hanno già le idee ben chiare.

Gli attentatori hanno le ore contate la reazione dello stato sarà certamente esemplare. Sono decine gli interrogatori e le perquisizioni scattate immediatamente e protrattesi senza sosta (anche in nottata) effettuati dagli agenti del commissariato di Mesagne. Per l'imprenditore  finito nel mirino degli epigoni della Sacra Corona Unita è stato rafforzato il servizio di vigilanza della polizia già era in atto dal 26 luglio scorso quando Marcello Romano 34anni già noto alle forze dell'ordine - fedelissimo di Cosimo Giovanni Guarini detto Maradona un pezzo da 90 della Sacra Corona Unita - e Danilo Calò di 27 anni incensurato (residente a casa di Guarini) incendiarono il portone blindato che qualcuno ha pensato di far saltare in aria col pacco bomba.

Intanto si moltiplicano le attestazioni di solidarietà nei confronti di Devicienti che ha respinto a gennaio scorso una richiesta di circa 30 mila euro da parte di uno dei capi della Scu Mesagnese Tobia Parisi: dopo il presidente dell'associazione antiracket Fabio Marini arrivano ufficialmente la mozione del Comune (sindaco, giunta, consiglio) e del consigliere regionale Tony Matarrelli.

“Il sindaco e la giunta municipale, il presidente del consiglio comunale, i capigruppo e tutti i gruppi consiliari – dice una nota - riunitisi dopo aver appreso dell’esplosione di un ordigno ad alto potenziale in via Federico II Svevo (su richiesta del sindaco Franco Scoditti ndr), nel pieno centro cittadino, esprimono lo sdegno e la più ferma condanna per il gravissimo e vile atto intimidatorio perpetrato ai danni dell’imprenditore Luigi Devicienti, peraltro già vittima recentemente di altro episodio criminoso".

Prosegue il comunicato di palazzo di città: "Nell’esprimere la vicinanza e la piena solidarietà all’imprenditore ed alla sua famiglia, così duramente colpiti dall’ignobile ed efferato attentato, finalizzato per le modalità poste in essere anche ad alimentare un clima di terrore e di violenza che ferisce l’intera città, le istituzioni comunali dichiarano all’unisono che continueranno con rinnovato vigore ed inflessibile rigore nella lotta contro ogni forma di violenza, facendo argine alla deriva criminale, consapevoli che nessun atto delittuoso potrà fermare le azioni intraprese a presidio della legalità".

Infine l'appello "a fare quadrato in difesa delle istituzioni democratiche che combattono ogni forma di violenza e rivolgono un pressante appello al senso civico di ciascuno nel collaborare con le forze dell’ordine e la magistratura per stroncare ogni tentativo di condizionamento criminale ed isolare qualsiasi delinquenza.  L’Amministrazione Comunale non tralascerà di intraprendere nelle prossime ore ogni azione a difesa della legalità e dei cittadini, consapevole che qualsiasi atto criminale oltre a colpire un singolo cittadino, una famiglia, costituisce una gravissima offesa per l’intera comunità di Mesagne”.

A quelle del sindaco Scoditti e dell'intera amministrazione comunale fanno eco le parole del consigliere regionale di Sel, Tony Matarrelli: “Non può essere sufficiente la pur dovuta e affettuosa solidarietà all'imprenditore vittima del gravissimo attentato. La classe dirigente per prima e la città intera devono rilanciare immediatamente sui temi della coesione civile. Mesagne deve erigere una barriera insormontabile al di là della quale ghettizzare ogni fermento criminale"

"Non possono essere consentiti alcuna flessione, alcun distinguo - dice Matarrelli - dinanzi al riemergere di sussulti mafiosi. Che questo episodio – insieme ad altri che hanno turbato il nostro vivere civile nei mesi passati – sia il frutto di una strategia del terrore escogitata da un'organizzazione criminale più o meno estesa e radicata o soltanto il colpo di coda di piccole frange della Scu, poco importa. E' necessaria una mobilitazione civile in grande stile, è la città che deve muoversi compattamente per respingere un'aggressione di tal fatta. Restare acquiescenti di fronte a questa barbarie vuol dire prepararsi a soccombere, a rinunciare ad una tranquilla coesistenza”.

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