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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Messo da parte. Per gratitudine

BRINDISI – “Io, sempre impermeabile alle pressioni della mala, ora mi ritrovo a far nulla: sei ore al giorno in macchina, nel parcheggio dell’ospedale, perché la Sanitaservice non mi ha neppure destinato un ufficio. Mi hanno mandato al Camberlingo di Francavilla, ma non hanno specificato con quali mansioni. Vengo qui alle 6 e aspetto che scorra il tempo in auto, dove mi sono attrezzato con un cuscino. Oppure sulla panchina”.

BRINDISI“Io, sempre impermeabile alle pressioni della mala, ora mi ritrovo a far nulla: sei ore al giorno in macchina, nel parcheggio dell’ospedale, perché la Sanitaservice non mi ha neppure destinato un ufficio. Mi hanno mandato al Camberlingo di Francavilla, ma non hanno specificato con quali mansioni. Vengo qui alle 6 e aspetto che scorra il tempo in auto, dove mi sono attrezzato con un cuscino. Oppure sulla panchina”.

Carmelo Grassi, un omone alto due metri, laureato con 110 e lode all’accademia delle Belle arti di Lecce era fino a qualche settimana fa il responsabile del personale Manutencoop, all’ospedale Perrino: “Ho denunciato all’epoca sia le minacce subite per la stesura dei turni, sia per le assunzioni. E gli arresti della polizia, adesso, dimostrano che avevo ragione”. Il riferimento è all’operazione di ieri, sedici arresti eseguiti dalla polizia sulla base delle rivelazioni del collaboratore di giustizia Ercole Penna che ha parlato anche dell’affaire “assunzioni al Perrino”, sovrinteso dalla Sacra corona unita.

Gli hanno bruciato tre automobili sotto casa, al Sant’Elia di Brindisi, nell’ottobre del 2010. Quelle vetture erano di proprietà della sua famiglia. La Manutencoop non si dimostrò assente e gli concesse una Fiat Grande Punto di servizio. Incendiata anche quella, nel settembre del 2011. Poi nel gennaio 2012 qualcuno appiccò il fuoco all’interno del garage dell’abitazione di campagna dei genitori di Grassi, a Mesagne: il rischio fatto correre agli anziani famigliari dell’uomo fu enorme.

Tanta la paura, indicibile lo choc. Sempre la stessa la linea: la legalità prima di tutto, quel senso di rispetto dello Stato e di spregio del suo contrario che è stato trasmesso a Carmelo proprio dal padre che fu, illo tempore, uno dei primi imprenditori mesagnesi a denunciare il racket. Dal primo maggio anche il dirigente Manutencoop Facility Management, transitato in quelle file da Supernova, è stato assunto a tempo indeterminato dalla Sanitaservice, la società in house che gestisce e gestirà in forma diretta alcuni dei principali servizi della Asl che erano prima esternalizzati, affidati cioè ad aziende private. Nessun ordine di servizio. Grassi ha ricevuto disposizioni verbali proprio il primo maggio, data dell’assunzione (gli elenchi con i nomi dei 304 internalizzati sono sul sito web della Asl, ma non sono ancora stati firmati i contratti a tempo indeterminato).

Gli hanno detto di andare a Francavilla, all’ospedale. A far cosa? Non è stato specificato: “Non ho alcun compito, sono andato a chiedere presso la direzione sanitaria e lì mi è stato risposto che non sapevano. Del resto non spettava a loro darmi ordini. I colleghi ausiliari che non rivestono ruoli dirigenziali svolgono servizio nei reparti, dove si recano ogni mattina. Io sono tecnicamente un supervisore e non so dove andare e che fare. E’ terribile per uno come me che è abituato a lavorare: aspetto in auto che arrivi mezzogiorno. Timbro al mattino, talvolta mi siedo all’ombra sulla panchina. Non mi è stata assegnata neppure una sedia all’interno dell’ospedale, non una stanza”.

Il dirigente Sanitaservice aspetta fuori di tornare a strisciare il badge, in un Italia di assenteisti lui ci va ogni giorno a “lavoro”, sperando che qualcosa sia cambiato, chiedendosi le ragioni di quella che ritiene una inspiegabile “marginalizzazione” per altro oltremodo dispendiosa per la Asl di Brindisi che non può permettersi medici e infermieri ma un lavoratore nel parcheggio, quello sì.

Aveva denunciato tutte le angherie subite: “La Manutencoop non ha mai voluto cedere ai ricatti della delinquenza locale. E io sono stato il baluardo di questo atteggiamento irreprensibile. Ho sempre redatto i turni secondo le reali esigenze di servizio, mai ceduto ad alcun tipo di richiesta”. Nell’ordinanza di custodia cautelare notificata ieri mattina a sedici persone c’è il nome di un consigliere comunale di Mesagne che sarebbe stato consegnato agli inquirenti dal pentito Ercole Penna, e che si sarebbe interessato di assunzioni presso il “Perrino”, nello stesso periodo in cui l’imprenditore brindisino Antonio Centonze (arrestato per estorsione proprio relativamente alle richieste di posti di lavoro ai danni di Manutencoop) cercava di inserire nel personale alcune persone, tre in particolare: Debora Sorge, Concetta Corsano e Gianluca Sorge, quest’ultimo poi arrestato su ordinanza e in flagranza.

Costoro non figurano tra i 304 internalizzati. Ottennero il posto di lavoro, ma lo conservarono solo per pochi mesi. Oggi c’è Luigi Ferrarese, colui il quale fu vittima di uno strano attentato dinamitardo in contrada Betlemme alla fine del 2011, al posto di Grassi, come responsabile del personale per Sanitaservice. Una società a capitale interamente pubblico, tutta della Asl. Il suo “predecessore” non è stato lasciato in mezzo a una strada, ma è solo una questione di busta paga.

Nessuno gli ha mai risarcito i danni subiti: da quando non è più un dipendente Manutencoop non ha neppure più l’auto aziendale, gli resta quella della moglie, comprata dopo il maxi incendio del 2010 che distrusse tutte le altre. La sua postazione? Il parcheggio interno del Camberlingo. Alla faccia del profondo rosso della Sanità pugliese, del blocco del turnover e degli sprechi da contenere a tutti i costi. E della gratitudine per aver fatto il suo dovere esponendosi a gravi rischi.

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