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Cronaca Via Appia

Migliorano le condizioni del brindisino accoltellato dal fratello, si cerca l'arma del delitto

Migliorano lentamente le condizioni del 39enne Giuseppe Falco, il brindisino che sabato sera (12 marzo) è stato accoltellato all'interno di un bar di via Appia dal fratello Marco Falco, 30 anni. L'uomo si trova ancora ricoverato nel reparto di Terapia intensiva dell'ospedale Vito Fazzi

BRINDISI – Migliorano lentamente le condizioni del 39enne Giuseppe Falco, il brindisino che sabato sera (12 marzo) è stato accoltellato all’interno di un bar di via Appia dal fratello Marco Falco, 30 anni. L’uomo si trova ancora ricoverato nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove è stato trasferito la notte fra sabato e domenica, dopo un primo ricovero all’ospedale Perrino. Falco era arrivato in condizioni disperate presso il nosocomio brindisino, con numerose ferite al torace e ai polmoni.

Come appurato dai carabinieri della compagnia di Brindisi al comando del capitano Luca Morrone, sarebbero state questioni di poco conto ad accendere l’ira di Marco Falco. Qualche battuta di troppo da parte del fratello sul suo handicap ad una mano è bastata a scatenare la violentissima reazione del 30enne. La dinamica dei fatti si è delineata in maniera cristallina già nella serata di sabato, grazie agli elementi raccolti dai militari del Norm al comando del tenente Luca Colombari, recatisi sul posto per i rilievi del caso insieme ai poliziotti della sezione Volanti al comando del vicequestore Alberto D’Alessandro.

Erano circa le ore 21,30 quando Marco Falco, armato di un coltello che era nella sua disponibilità, ha varcato la soglia del bar Peddy, a poche decine di FALCO Marco, classe 1981-2metri dalla casa circondariale. Sapeva che lì avrebbe trovato il fratello, che non ha potuto difendersi dai fendenti. Dopo la brutale aggressione, Marco Falco è fuggito.

I carabinieri ci hanno messo davvero poco per rintracciarlo e ammanettarlo, contestandogli, di concerto con il pm di turno del tribunale di Brindisi, Pierpaolo Montinaro, l’accusa di tentato omicidio.

Colpisce il fatto che a commettere un simile gesto sia stata una persona che in passato non aveva mai avuto grane con la giustizia. Marco Falco era infatti incensurato. Fino allo scorso giugno aveva lavorato come cameriere presso un noto bar del centro cittadino. Da qualche tempo faceva l’elettricista all’aeroporto del Salento. Giuseppe, anche lui incensurato, era invece disoccupato.

Gli investigatori hanno ascoltato parenti e famigliari dei due per far luce sui punti oscuri della vicenda. Un tassello importante che manca all’appello è l’arma del delitto. Falco ha detto di non ricordare il luogo in cui l’ha gettato. I carabinieri sono al lavoro per individuarlo.

L’interrogatorio di convalida dell’arresto, intanto, non è ancora stato fissato. Marco Falco è difeso dall’avvocato Gabriella Dell’Aquila. 

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