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Cronaca

Migranti e politica-cuscus: Ferrarese contro Bossi, e Vitali contro Ferrarese

ORIA - Oria scende in piazza, se non contro i migranti, contro la presenza dei migranti nella tendopoli piazzata a sorpresa dal governo alle porte della città, sulla provinciale che collega la città federiciana a Manduria. La differenza è sottile e, a più di qualcuno, legittimamente sfugge. E mentre la gente organizza ronde e organizzazioni fai da te, e i migranti chiedono protezione internazionale dichiarandosi vittime di persecuzione da parte dei regimi al potere nei paesi di provenienza, due facce dello stesso dramma, la politica si accapiglia, tutta presa da una querelle che con il problema vero rischia di c’entrare poco.

ORIA - Oria scende in piazza, se non contro i migranti, contro la presenza dei migranti nella tendopoli piazzata a sorpresa dal governo alle porte della città, sulla provinciale che collega la città federiciana a Manduria. La differenza è sottile e, a più di qualcuno, legittimamente sfugge. E mentre la gente organizza ronde e organizzazioni fai da te, e i migranti chiedono protezione internazionale dichiarandosi vittime di persecuzione da parte dei regimi al potere nei paesi di provenienza, due facce dello stesso dramma, la politica si accapiglia, tutta presa da una querelle che con il problema vero rischia di c’entrare poco.

La manifestazione anti-tendopoli si terrà domani alle 16 e 30 presso il rondò che dal centro abitato di Oria immette alla provinciale per Manduria. “L’iniziativa intende sensibilizzare le istituzioni nazionali, nonché le forze dell’ordine, verso i verso i problemi che dopo l’arrivo dei migranti nordafricani attanagliano il territorio oritano”, scrivono gli organizzatori in una nota indirizzata alla stampa. “Come noto, purtroppo – proseguono - già i primi giorni hanno prodotto considerevoli difficoltà alla popolazione. I migranti, moltissimi dei quali fuggiti dal campo loro riservato, si sono introdotti in diverse proprietà private ingenerando preoccupazione nei residenti. Ci sono stati anche dei momenti di tensione”. La chiosa finale non è ottimistica: “La situazione, dunque, può solo peggiorare”.

Mentre lo scontro fra migranti e popolazioni locali rischia di degenerare in rigurgiti squadristi o razzisti, o tutt’e due, l’onorevole Luigi Vitali chiede le dimissioni del presidente della Provincia Massimo Ferrarese, e Ferrarese chiede le dimissioni di Bossi, pressoché per le stesse ragioni. “Un rappresentante istituzionale che continua a sobillare le popolazioni disseminando sentimenti ai confini con l’odio razziale non svolge più un corretto ruolo politico che, pure ha diritto di diversificarsi dalle direttive governative, ma tiene un comportamento ai limiti del codice penale”, ha dichiarato Vitali in qualità di presidente della delegazione parlamentare italiana presso il Consiglio d’Europa commentando le affermazioni del presidente della Provincia di Brindisi in riferimento alla tendopoli.

“Mi auguro – ha aggiunto il deputato piediellino - che l’autorità giudiziaria voglia monitorare i comportamenti del presidente Ferrarese che mirano a destabilizzare l’ordine pubblico nelle cittadine di Manduria e di Oria facendo passare l’idea che gli immigrati siano pericolosi criminali e che lo Stato non ha predisposto gli adeguati interveti per coniugare il dovere di accoglienza verso queste popolazioni con il diritto di sicurezza dei cittadini residenti”.

“Un personaggio che liquida un problema epocale come quello dell’ondata di immigrati che sta investendo la Penisola con la frase ‘fora da i ball’ non può essere un ministro della Repubblica Italiana”, ribatte dal canto suo Ferrarese, “E’ una vergogna a cui qualcuno dovrà tentare di mettere riparo, a partire dal Capo dello Stato che è garante dei valori fondanti del nostro Paese”.

“Ognuno risponde delle sue azioni, non c’è dubbio – continua il presidente della Provincia di Brindisi – ma è inevitabile collegare il fatto che il Ministro dell’Interno è dello stesso partito di Bossi e guarda caso l’emergenza immigrati sta ricadendo totalmente sulle nostre spalle, senza che le regioni del Nord abbiano mosso, fino a questo momento, un solo dito per venire incontro al dramma degli abitanti di Lampedusa. Siamo stati i primi a sollevare il problema e ad allertare tutti su ciò che sarebbe potuto diventare il Centro di identificazione ed espulsione creato tra Manduria e Oria, ma è evidente che occorre smuovere le coscienze di tutti coloro che svolgono attività parlamentare e si trovano sullo stesso livello di interlocuzione del Ministro Bossi".

"Mi riferisco, pertanto, a tutti i ministri meridionali che dovrebbero rifiutarsi di sedere allo stesso tavolo del leader della Lega ed ai nostri parlamentari da cui attendiamo, fino a questo momento invano, azioni incisive capaci di frenare chi sta tentando di spaccare in due il Paese”, ha concluso Ferrarese. Perdoneranno i migranti, ma più in alto di così, per oggi non si vola.

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