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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Ostuni

Minacce e offese ai poliziotti del commissariato: due denunce

Hanno proferito una sfilza di offese e minacce nei confronti dei poliziotti del commissariato di Ostuni al comando del commissario capo Gianni Albano, la cui unica “colpa” era stata quella di fermarli per un controllo

OSTUNI – Hanno proferito una sfilza di offese e minacce nei confronti dei poliziotti del commissariato di Ostuni al comando del commissario capo Gianni Albano, la cui unica “colpa” era stata quella di fermarli per un controllo. Adesso dovranno rispondere di oltraggio, resistenza e minacce a pubblico ufficiale gli ostunesi M.M., di 44 anni, e G.L., di 28 anni.

La prima si trovava in compagnia del fidanzato, già noto alle forze dell’ordine, quando gli agenti le hanno chiesto di esibire i documenti. A quel punto la donna ha cominciato a proferire frasi ingiuriose nei confronti di due poliziotti e dello dirigente del commissariato, al quale è stata rivolta la minaccia di “una brutta fine”. Tutto questo perché gli stessi poliziotti di recente avevano arrestato la coppia di fidanzati per furto in flagranza di reato, dopo averli colti in flagranza.

Analoga sorte è toccata a G.l. Questi si trovava in compagnia di altri due individui quando i poliziotti lo hanno controllato nei pressi di un bar. Il 28enne allora ha assunto un atteggiamento ostile verso gli uomini in divisa, rifiutandosi di entrare nell’auto di servizio. Il comportamento offensivo è continuato anche dopo la richiesta degli agenti di esibire i documenti di identità. Nei confronti di uno di loro, in particolare,  avrebbe detto: “Tanto con te ci vediamo, non ti preoccupare, mi ricordo della tua faccia”. A quel punto quindi l’ostunese è stato condotto in commissariato, dove è stata formalizzata la denuncia a suo carico. 

Sempre nel corso dei medesimi servizi di controllo del territorio, i poliziotti hanno dato esecuzione a un provvedimento di inasprimento della misura cautelare emesso a carico del 27enne Luigi Melpignano, che lo scorso maggio era stato arrestato in regime di domiciliari per scontare la parte residua di una condanna a un anno, 8 mesi e 6 giorni di reclusione per vari reati, fra cui un incendio doloso ai danni della saracinesca di una pescheria e l’aggressione nei confronti del cameriere e del titolare di un bar. Nel frattempo, da quanto appurato dai poliziotti,

Melpignano avrebbe violato in più occasioni gli obblighi che gravavano sul suo capo, frequentando persone già note alle forze dell’ordine. Per questo, dunque, per lui si sono aperte le porte della casa circondariale di Brindisi. 

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