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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Mesagne

Misteriosa aggressione al proprietario di due bar a Mesagne. La vittima non querela

MESAGNE - E’ giallo sulla brutale aggressione avvenuta la sera di Pasqua ai danni di un noto esercente di Mesagne. Intorno alle venti, il barista Carmelo Talliente si trovava in piazza Criscuolo a bordo della sua auto, nei pressi della chiesa madre della città, quando due individui non ancora identificati lo hanno costretto a uscire dall’abitacolo malmenandolo violentemente. La vittima è finita in ospedale, dove i sanitari hanno diagnosticato ferite guaribili in dieci giorni. Il referto non consente agli agenti di polizia del commissariato di Mesagne, intervenuti sul posto, di procedere d’ufficio: i giorni di prognosi che risultano sono inferiori al minimo di venti consentito per l’apertura di indagini d’ufficio. La vittima, dal canto suo, non sembra intenzionata per il momento a querelare e a rivelare l’identità degli aggressori che hanno agito a volto scoperto e in pubblica piazza. Né alcuno dei testimoni presenti nell’affollato centro storico vestito a festa, sembra avere riferito alcunché di utile per gli investigatori.

MESAGNE - E’ giallo sulla brutale aggressione avvenuta la sera di Pasqua ai danni di un noto esercente di Mesagne. Intorno alle venti, il barista Carmelo Talliente si trovava in piazza Criscuolo a bordo della sua auto, nei  pressi della chiesa madre della città, quando due individui non ancora identificati lo hanno costretto a uscire dall’abitacolo malmenandolo violentemente. La vittima è finita in ospedale, dove i sanitari hanno diagnosticato ferite guaribili in dieci giorni. Il referto non consente agli agenti di polizia del commissariato di Mesagne, intervenuti sul posto, di procedere d’ufficio: i giorni di prognosi che risultano sono inferiori al minimo di venti consentito per l’apertura di indagini d’ufficio. La vittima, dal canto suo, non sembra intenzionata per il momento a querelare e a rivelare l’identità degli aggressori che hanno agito a volto scoperto e in pubblica piazza. Né alcuno dei testimoni presenti nell’affollato centro storico vestito a festa, sembra avere riferito alcunché di utile per gli investigatori.

Carmelo Talliente, detto Scampolino, è fratellastro di Cosimo, vittima di lupara bianca, ucciso per mano della Scu negli anni Novanta, e il cadavere del quale non è ancora stato ritrovato sebbene le indicazioni del pentito Ercole Penna promettano di risolvere da qui a breve la più grave delle incognite che pesano sulla famiglia. Passato remoto riaffiorato di recente proprio a seguito della conversione di Penna alle cause della giustizia, con il quale l’aggressione subita da Talliente a Pasqua sembra c’entrare poco. L’uomo da tempo gestisce due dei bar più frequentati della città, uno di fronte al municipio, l’altro nella piazzetta teatro dello scontro al netto di testimoni, per lo meno testimoni disponibili.

Il barista si trovava nella Ford Fiesta blu di sua proprietà quando è stato costretto ad aprire lo sportello, trascinato fuori dall’abitacolo e aggredito a calci e pugni. Tutto avviene in pochi, concitati istanti, la vittima viene malmenata e i due aggressori hanno presto la meglio, lo lasciano a terra e dileguano, non prima di avergli sferrato un ultimo calcio alla nuca. Qualcuno dei testimoni interviene, ma solo dopo che i due aggressori hanno imboccato la via di fuga, e chiama il 118. Da Latiano giunge un'autoambulanza, ma a bordo non c'è il medico.

Il personale paramedico non ritiene opportuno trasportare il paziente senza l’ausilio di un sanitario che possa valutare l’esatta gravità della situazione, viene dunque sollecitato l'arrivo di un'altra ambulanza da San Vito dei Normanni. E’ solo a questo punto che, finalmente, la vittima viene trasferita nel reparto Neurochirurgia del Perrino, dopo Talliente viene dimesso da lì a poco per un trauma cranico contusivo alla nuca. E’ solo l’intervento dei mezzi di soccorso che fa scattare l’intervento della polizia, che si trova di fronte a un muro di silenzio inviolabile: nessuno sa, nessuno a visto, come troppo spesso accade.

L’indisponibilità della vittima a rivelare il nome degli aggressori, se ne conosce l’identità, lascia il caso ammantato dal più fitto mistero. Nessun indagato, nessuna inchiesta. Solo rumors che parlano di un presunto movente passionale, tutto ancora da verificare.

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