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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Mobile e San Marco a caccia di armi

BRINDISI – La persona arrestata dalla Squadra mobile di Brindisi, nel corso di una operazione in contrada Formica condotta assieme a personale del Nucleo pionieri del Reggimento San Marco, molto probabilmente è il custode delle armi di una pericolosa banda della criminalità rurale, collegata a frange non ancora sradicate della Sacra corona unita, con un campo d’azione in un’area dove non solo si sono verificati vari episodi estorsivi, furti e rapine, ma anche due lupare bianche poi risolte con il ritrovamento dei cadaveri, e più recentemente un ferimento.

BRINDISI – La persona arrestata dalla Squadra mobile di Brindisi, nel corso di una operazione in contrada Formica condotta assieme a personale del Nucleo pionieri del Reggimento San Marco, molto probabilmente è il custode delle armi di una pericolosa banda della criminalità rurale, collegata a frange non ancora sradicate della Sacra corona unita, con un campo d’azione in un’area dove non solo si sono verificati vari episodi estorsivi, furti e rapine, ma anche due lupare bianche poi risolte con il ritrovamento dei cadaveri, e più recentemente un ferimento.

Le lupare bianche sono quelle di Antonio Santoro di San Vito dei Normanni, sparito il 29 marzo del 2008 e trovato il 29 novembre scorso (ormai solo lo scheletro) in una grotta nei pressi di Masseria Badessa, e quella di Alessandro Fracicca, di Carovigno, sparito il 18 marzo del 2009 e ritrovato in avanzato stato di decomposizione in un casolare abbandonato in contrada PIzzofalcone il 26 giugno successivo. Il ferimento è recente: è quello di Enzo Ippolito, 19enne di San Vito dei Normanni, ferito con una fucilata alle gambe il 29 febbraio del 2012 in un podere non suo, in contrada Mascava.

Lo scenario di questi avvenimenti è il quadrilatero di campagne compreso tra Mesagne, S.Vito dei Normanni, la borgata di Serranova (Carovigno) e Brindisi. Quattro territori comunali ricchi con alcune importanti aziende agricole, ma anche molte attività estrattive e discariche, e tante villette. Una banda criminale ambiziosa e ben organizzata può ricavare molto da quest’area, imponendo il pizzo ma anche altro. Può nascondere droga, armi e latitanti. E su questa pista la Squadra mobile brindisina ha compiuto un passo importante individuando un luogo preciso dove cercare, e solo per una serie di coincidenze non favorevoli una parte della armi, i fucili probabilmente, non sono stati rinvenuti.

Il custode è un pastore con precedenti, il 46enne Angelo Urbano, insediato in contrada Formica, nella parte più critica dell’area di azione della banda, quella tra la zona delle cave e Serranova: in questa fascia sono avvenute le lupare bianche e il ferimento, e sono stati rinvenuti poi i corpi degli scomparsi. Dovendo agire in un’area di campagna, con molteplici possibilità di occultamento delle armi, la polizia ha chiesto ed ottenuto la collaborazione del Reggimento San Marco, che ha distaccato per l’operazione due uomini del Nucleo pionieri con un cercametalli elettronico Mil-D1, che nei teatri bellici viene utilizzato per individuare ordigni insidiosi come mine e Ied, o proiettili e razzi inesplosi ma sprofondati nel terreno.

Una collaborazione che si verifica per la seconda volta, ha spiegato il vicequestore Francesco Barnaba, capo della Squadra mobile, e che il capitano di corvetta Roberto Biagioli, comandante in seconda del Reggimento San Marco, ha definito una proficua sinergia tra due ministeri (quello dell’Interno e quello della Difesa), che si può replicare altre volte all’occorrenza, nell’interesse della sicurezza dei cittadini. E il metal-detector è stato utile. Cartucce per fucile calibro 12 sono state scovate nel cuore di un deposito di legna, custodite all’interno di un tubo in Pvc che probabilmente serviva a riporre e nascondere anche i fucili che mancano all’appello. Altro rinvenimento importante, una serie di detonatori (37, per l’esattezza) per mine da attività estrattiva, corredate da 2 metri e mezzo di miccia a lenta combustione forse provenienti da una delle cave della zona.

Quindi tre pistole: due riproduzioni metalliche di semiautomatiche Beretta calibro 9, una di piccolo calibro ma vera (una semiautomatica Beretta cal. 6,35), con una buona scorta di cartucce, poi munizionamento per i calibri 9 parabellum e 7,65. Tutto distribuito in nascondigli diversi, tra l’abitazione, cumuli di pietre, e altri luoghi intorno alla casa rurale con ovile di Angelo Urbano. Che è stato arrestato per i reati di detenzione e porto di armi, una delle quali clandestina, munizioni comuni e da guerra, materiale esplosivo. L’operazione di bonifica delle campagne in quest’area particolare prosegue. L’operazione ultima è stata condotta dal sostituto commissario Domenico Conte assieme agli ispettori Carlino e Ingrosso.

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