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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Morì dopo intervento alla gola, il pm chiede di nuovo l'archiviazione

BRINDISI – Ha chiesto nuovamente l’archiviazione il pubblico ministero Pierpaolo Montinaro per i ventisei medici indagati per la morte di Cosimo Coccioli, avvenuta il 23 giugno dello scorso anno, tre giorni dopo essere stato sottoposto a intervento chirurgico per cancro alla trachea nel reparto di Otorino dell’ospedale Perrino. L’ipotesi di reato è l’omicidio colposo in concorso. Tra gli indagati non solo i medici e i paramedici dell’ospedale Perrino, ma anche una équipe di medici di alta specializzazione che in quei giorni si trovava a Brindisi per un convegno sui problemi della trachea.

BRINDISI – Ha chiesto nuovamente l’archiviazione il pubblico ministero Pierpaolo Montinaro per i ventisei medici indagati per la morte di Cosimo Coccioli, avvenuta il 23 giugno dello scorso anno, tre giorni dopo essere stato sottoposto a intervento chirurgico per cancro alla trachea nel reparto di Otorino dell’ospedale Perrino. L’ipotesi di reato è l’omicidio colposo in concorso. Tra gli indagati non solo i medici e i paramedici dell’ospedale Perrino, ma anche una équipe di medici di alta specializzazione che in quei giorni si trovava a Brindisi per un convegno sui problemi della trachea.

L’inchiesta fu avviata a seguito della denuncia dei familiari della vittima, decisi a vederci chiaro su quanto era accaduto durante l’intervento chirurgico e nel decorso post-operatorio. Coccioli aveva sempre più frequentemente problemi alla gola. Si recò nell’ospedale Perrino. La diagnosi fu di cancro. L’intervento era necessario. E bisognava farlo anche con una certa rapidità per evitare che le cellule tumorali potessero attaccare il sistema linfatico e altri organi. A eseguire l’intervento, come detto, fu una équipe di alta specializzazione che a Brindisi si trovava casualmente. Tutto andò per il meglio. L’intervento fu persino filmato. I problemi sorsero nel decorso operatorio.

La situazione precipitò e il poveretto dopo tre giorni morì. Fu fatto un accertamento del medico legale dal quale non emerso nessun elemento che potesse far pensare a un intervento condotto male o a manchevolezze sanitarie nella fase post-operatoria. La moglie e la figlia di Coccioli si rivolsero ad un legale. Volevano vederci chiaro. Presentarono denuncia e il sostituto procuratore Pierpaolo Montinaro, al quale fu affidata l’inchiesta, dispose la riesumazione del cadavere e un secondo esame autoptico. Il perito settore rinvenne nella gola un batuffolo di cotone del diametro di alcuni centimetri.

Evidentemente un’emorragia che si era presentata alcune ore dopo l’intervento, era stata consistente e i medici avevano cercato di bloccarla. “Ci erano riusciti oppure no?”, si è chiesto il giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati. E per sciogliere questo dubbio nelle scorse settimane ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero disponendo nuovi accertamenti. “Un ulteriore aspetto che appare meritevole di approfondimento (e che non risulta per nulla preso in considerazione, neppure per offrirne una spiegazione plausibile), infine, è quello che riguarda il rinvenimento nel corso della seconda autopsia, di un batuffolo di cotone compatto delle dimensioni di un uovo di piccione nella trachea”.

Il pubblico ministero ha svolto le ulteriori indagini. Ma a quanto pare nulla è emerso rispetto a quanto già si sapeva ed ha nuovamente chiesto l’archiviazione. Che tornerà ad essere nuovamente valutata dal giudice per le indagini preliminari.

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