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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Morta dopo un giro in tre ospedali: autopsia conclusa, si attendono ora le analisi

BRINDISI - E’ terminata attorno alle 22,30 l’autopsia sul corpo della donna di Erchie morta lunedì scorso dopo un’odissea a tre tappe negli ospedali del Brindisino. L’esame, nel caso di specie, è stato finalizzato al solo prelievo dei tessuti e dei campioni che saranno sottoposti ad analisi tossicologiche e istologiche, volte a identificare le sostanze che hanno determinato la morte per avvelenamento. La giovane mamma 34enne, Maria Vincenza Margheriti, fu accompagnata a precipizio in ospedale dopo che aveva ingerito una dose eccessiva di psicofarmaci, gli stessi che da qualche tempo assumeva per combattere una lieve forma di depressione.

BRINDISI - E’ terminata attorno alle 22,30 l’autopsia sul corpo della donna di Erchie morta lunedì scorso dopo un’odissea a tre tappe negli ospedali del Brindisino. L’esame, nel caso di specie, è stato finalizzato al solo prelievo dei tessuti e dei campioni che saranno sottoposti ad analisi tossicologiche e istologiche, volte a identificare le sostanze che hanno determinato la morte per avvelenamento. La giovane mamma 34enne, Maria Vincenza Margheriti, fu accompagnata a precipizio in ospedale dopo che aveva ingerito una dose eccessiva di psicofarmaci, gli stessi che da qualche tempo assumeva per combattere una lieve forma di depressione.

Il punto è che le benzodiazepine, sostanze contenute negli ansiolitici, anche assunti in quantità smodate, in nessun caso provocano la morte, a meno che non siano assunti in combinazione con altri farmaci o alcol. La prima delle incognite da chiarire è dunque questa. Il resto invece, se una ipotetica negligenza o mancanza di tempestività nell’intervento da parte dei medici abbia avuto un ruolo nel cagionare la morte della donna, sarà chiarito in una fase successiva. Annunciata la nomina di un medico rianimatore, al quale toccherà comparare la perizia medico-legale con la cartella clinica della donna, al termine della via crucis fra i tre ospedali.

Chiede verità sulla morte della moglie il 40enne Gabriele Argese, che ha sottoscritto denuncia contro ignoti per mezzo del legale Santo Deprezzo. Identica richiesta sollevata dall’inchiesta interna aperta dalla Asl di Brindisi. Diverse le incognite da chiarire: dopo aver ingerito dosi di psicofarmaci in eccesso a causa di una lieve depressione, la 35enne è stata  portata intorno alle 17 di lunedì all’ospedale di Mesagne dov’è stata sottoposta a una lavanda gastrica; i medici circa un’ora e mezza dopo hanno poi deciso di trasferirla al Perrino di Brindisi ed è lì che la donna ha fatto la spola tra il pronto soccorso e la rianimazione, senza però essere ricoverata, restando su una barella. Ultima tappa al Ninetto Melli di San Pietro Vernotico dove la 34enne è morta nel reparto di psichiatria poco dopo le 23.

Il primo dei quesiti ai quali l’inchiesta in corso dovrà rispondere è perché la donna non sia stata ricoverata, e se il travaglio subito da un ospedale all’altro, da un reparto al successivo, non ne abbia invece aggravato le condizioni di salute, degenerando in tragedia. L’altra incognita è se la dose di psicofarmaci in eccesso sia stata ingerita per errore oppure  a seguito di un deliberato tentativo di suicidio. Notificati i nove avvisi di garanzia ad altrettanti medici e infermieri delle tre strutture dove la 34enne Maria Vincenza Margheriti ha trascorso le ultime ore di vita, all’indirizzo di Anna Santa Salamanna, 45 anni, Antonio D’Autilia, 55 anni, Giuseppina Brigido, 31 anni, Alberto Chirico, 58 anni, Saverio La Forgia, 51 anni, Annibale Damanzo, 57 anni, Lauretana Perrone, 40 anni e Giovanni Rizzo, 44 anni e Massimiliano Carrisi, 44 anni. L’accusa per tutte le persone iscritte nel registro del pm Giuseppe De Nozza è di omicidio colposo, atto dovuto, anche per garantire alle persone coinvolte la possibilità di nominare un perito di parte per l’autopsia eseguita questo pomeriggio in incidente probatorio.

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