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Cronaca

Morte del capitano dei carabinieri al poligono: sette imputati

Sono accusati di omicidio colposo: Gianbruno Ruello venne raggiunto da un proiettile alla nuca

BRINDISI – Omicidio colposo, con evento cagionato da cooperazione aggravata, per la morte del capitano dei carabinieri Gianbruno Ruello, colpito alla nuca da un proiettile: in sette sono stati rinviati al giudizio del Tribunale di Brindisi per la tragedia avvenuta nel corso della gara sportiva valida per la quarta prova del campionato italiano di Tiro dinamico 2016.

Il capitano Gianbruno Ruello-2-2-2

Sono stati rinviati al giudizio del Tribunale: Francesco De Pace, 47 anni, di Oria; Graziantonio Prudentino, 48 anni, di Ostuni; Francesco Tancredi, 51, di Oria; Salvatore Castellana, 48, di Crispiano; Alfonso Passiante, 50, di Francavilla Fontana; Cosimo Leone, 61, di Francavilla Fontana; Pietro Apuzzo, 33, di Napoli.

La gara si svolgeva a Oria, la tragedia avvenne la mattina del 28 maggio 2016. Ruello era lì nel poligono, come arbitro: il proiettile Glock calibro 9 non gli lasciò scampo e morì il giorno dopo in ospedale. Aveva 48 anni. La famiglia si è già costituita parte civile con gli avvocati Massimo Manfreda e Sabrina Conte, oggi in sede di udienza preliminare davanti al gup.

De Pace è imputato in qualità di presidente dell’associazione sportiva Dynamic Shooting Club Federico II; Prudentino in veste di vice presidente e di arbitro addetto alla vigilanza sul percorso di gara; Tancredi risulta consigliere della stessa associazione e responsabile del campo, costituito dal poligono ricavato in una cava dismessa con accesso da una traversa della strada provinciale 58 fra il centro abitato e il santuario di San Cosimo e Damiano.

L’accusa è stata mossa anche nei confronti di Castellana e Passiante in qualità di consiglieri “perciò responsabili della nomina del direttore di tiro, assieme agli altri membri del consiglio direttivo”. Leone figura come “responsabile degli arbitri che incautamente accompagna la vittima, a sua volta in posizione tale da costituite un involontario bersaglio di altri impegnati in attività di tiro sulla corsia parallela, non adeguatamente separata da quella adiacente alla sua destra”. Apuzzo, infine, come “esecutore materiale del reato, commesso mentre partecipata alla gara sportiva, senza che l’evento fosse da lui e da altri voluto”. Si è verificato – come si legge nel decreto che dispone il giudizio – “a causa di negligenza, imprudenza e imperizia”.

Ci sarebbe stata, da parte degli imputati, una “omessa valutazione del rischio elevatissimo derivante dalla sostanziale assenza di protezione per persone che si trovassero dalla destra e alla sinistra di chi esplodeva colpi d’arma da fuoco nello stage 1. Ancora: nonostante “questa evidente carenza di sicurezza”, c’è stata organizzazione della gara alla presenza di più persone “nello stage 2 mentre si sparava nello stage 1”.

Ruello era originario di Taranto. Dopo essersi diplomatosi al liceo classico “Archita I. M. Andronico” del capoluogo jonico, è stato in servizio per anni al Nucleo investigativo del comando provinciale di Brindisi, per poi essere trasferito a Bari, nelle vesti di capo sezione operativa dell’ufficio Oaio.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati: Pasquale Annicchiarico, Daniela Ancora, Giovanni Pomarico, Mariana Lazzaro, Ylenia Finimunda Ammaturo e Gian Emilio Iacobelli.



 

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