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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

E' morto in una clinica di Genova l'ex questore Francesco Forleo

La sua carriera si era praticamente conclusa con l'arresto e il processo sull'uccisione del contrabbandiere Vito Ferrarese

BRINDISI – E’ morto a 76 anni in una clinica di Genova l’ex questore Francesco Forleo. Nei confronti di Forleo era stato sospeso alcuni anni fa il processo per l’omicidio del contrabbandiere brindisino Vito Ferrarese proprio per le sue condizioni di salute. Dopo aver diretto la questura di Brindisi, Forleo era stato questore di Firenze e poi di Milano. Va annoverato tra i fondatori del primo sindacato di polizia, il Siulp, e fu anche parlamentare come indipendente nel gruppo alla Camera del Pds.

A Brindisi la svolta drammatica, che poi ne determinò l’arresto e il processo, nella notte tra il 14 e il 15 giugno del 1995, quando da un elicottero della Polizia di Stato impegnato nella caccia allo scafo blu pilotato da Ferrarese, partirono numerosi colpi di armi automatiche e semiautomatiche, e uno centrò mortalmente il brindisino.

Dopo un tentativo di depistaggio, attuato da quella che fu definita una sezione deviata della Squadra mobile dell’epoca, una inchiesta condotta dal pm Leonardo Leone De Castris, oggi a capo della procura e della Dda di Lecce, sfociò in numerosi arresti di pregiudicati, pentiti, funzionari e agenti di polizia, carabinieri. Era il 23 novembre del 1998: Forleo, all’epoca questore a Milano, fu raggiunto a Roma dall’ordinanza di custodia cautelare.

Recentemente, il 9 febbraio 2018, ha ottenuto una grazia parziale dal Capo dello Stato il vicequestore vicario dell’epoca, Pietro Antonacci, tornato a casa per terminare di scontare la pena definitiva, in parte espiata nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Antonacci ha sempre negato di aver esploso il colpo mortale.

Dall'inchiesta della procura emerse uno scenario in cui alcuni poliziotti assieme a esponenti del contrabbando locale organizzavano rapine ai danni di altre squadre di trafficanti di "bionde", inscenavano finti attentati e altrettanti finti rinvenimenti di armi (vere) di provenienza balcanica, fornite loro dai latitanti per simulare successi nell'opera di contrasto ai traffici illegali. A causa di una diagnosi di grave malattia neurologica, Franco Forleo era uscito dal processo praticamente dopo la sentenza di primo grado.

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