rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

I periti: "Morto dopo la risonanza magnetica: la probabilità era di un caso su un milione"

BRINDISI - La morte del finanziere Gino Latino, avvenuta il 24 gennaio 2007 nella clinica Salus, rientra negli eventi che hanno una probabilità su un milione di verificarsi. Lo dice la letteratura scientifica, passata in rassegna dai consulenti del pubblico ministero, che hanno ribadito quella percentuale inverosimile dal banco dei testimoni al quale sono stati chiamati questa mattina nella seconda udienza del processo a carico di Antonio Di Palmo, il radiologo imputato di omicidio colposo. Un caso su un milione. Lo hanno detto a voce chiara il medico legale Alberto Tortorella e l’anestesista Silvio Colonna, senza però entrare nel merito dell’interrogativo principe, ossia se quella morte poteva essere scongiurata oppure no.

BRINDISI - La morte del finanziere Gino Latino, avvenuta il 24 gennaio 2007 nella clinica Salus, rientra negli eventi che hanno una probabilità su un milione di verificarsi. Lo dice la letteratura scientifica, passata in rassegna dai consulenti del pubblico ministero, che hanno ribadito quella percentuale inverosimile dal banco dei testimoni al quale sono stati chiamati questa mattina nella seconda udienza del processo a carico di Antonio Di Palmo, il radiologo imputato di omicidio colposo. Un caso su un milione. Lo hanno detto a voce chiara il medico legale Alberto Tortorella e l’anestesista Silvio Colonna, senza però entrare nel merito dell’interrogativo principe, ossia se quella morte poteva essere scongiurata oppure no.

Tutto avvenne in pochi, concitati istanti. Il finanziere, che accusava frequenti mal di testa viene consigliato dal medico curante di sottoporsi a risonanza magnetica in modo da escludere che ci possa essere qualcosa di importante. Prenota alla Salus e 24 gennaio si presenta per essere sottoposto all’esame diagnostico. Secondo l’accusa nessuno alla Salus si preoccupa di effettuare un’anamnesi di Latino che, fra l’altro, è cardiopatico e assume regolarmente farmaci matabloccanti contro l’ipertensione che riducono l’azione della adrenalina che si somministra in caso di reazioni allergiche, proprio per scongiurare lo shock analfilattico. Ma nessuno, a quanto pare, gli chiede quali farmaci assuma, né tanto meno di sospenderli.

Prima della risonanza, il finanziere viene sottoposto a iniezione del liquido di contrasto e qualche minuto dopo si sente male. “E’ stato eseguito il protocollo previsto per casi del genere – è la spiegazione fornita ai carabinieri dalla clinica privata -, ma non c’è stato nulla da fare per strapparlo alla morte”. Il tecnico di radiologia e l’infermiera chiamati a testimoniare questa mattina stessa, subito dopo i due consulenti, hanno confermato che tutto avvenne subito dopo l’iniezione del liquido di contrasto. E che le contromisure adottate tempestivamente per salvargli la vita si rivelarono, drammaticamente vane.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I periti: "Morto dopo la risonanza magnetica: la probabilità era di un caso su un milione"

BrindisiReport è in caricamento