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Cronaca

Morto durante angioplastica, sei indagati

BRINDISI - Un intervento di angioplastica eseguito nel reparto di Cardiologia dell’ospedale Perrino di Brindisi è oggetto di un’inchiesta della procura di Brindisi avviata dopo che i famigliari di un 55enne di Ceglie Messapica, Pietro Leone, morto l’11 ottobre scorso, hanno presentato esposto: sei sono i medici indagati.

BRINDISI - Un intervento di angioplastica eseguito nel reparto di Cardiologia dell’ospedale Perrino di Brindisi è oggetto di un’inchiesta della procura di Brindisi avviata dopo che i famigliari di un 55enne di Ceglie Messapica, Pietro Leone, morto l’11 ottobre scorso, hanno presentato esposto: sei sono i medici indagati, stamani è stato conferito l’incarico dal pm Savina Toscani i ai medici legali Roberto Vaglio e Antonio De Giorgi che hanno eseguito l’autopsia dopo aver riesumato la salma.

Secondo quanto contenuto nell’esposto dei famigliari dell’uomo, morto l’11 ottobre scorso a seguito di un intervento chirurgico di angioplastica, va valutata l’eventualità che vi sia stata negligenza o imperizia da parte dei medici che se ne sono occupati dal momento del ricovero fino al decesso. Leone, a quanto è stato accertato, soffriva di problemi cardiaci di una certa importanza. Le cartelle cliniche sono state sottoposte a sequestro. Il legale della famiglia, Pietro Gallone, ne aveva fatto più volte richiesta, senza però ottenere alcun esito.

L’esposto è stato presentato nei giorni immediatamente successivi alla morte di Leone. Va valutato in particolare se quell’intervento, eseguito nel reparto di Cardiologia, visto il quadro clinico del paziente, dovesse invece essere effettuato in una struttura meglio attrezzata. Come è noto l’ospedale Perrino di Brindisi non è dotato dell’unità di Cardiochirurgia.

Dopo l’apertura del fascicolo, il pm Savina Toscani ha disposto la notifica, come atto dovuto, degli avvisi di conferimento incarico che consentono agli indagati di nominare un consulente di parte per partecipare all’accertamento tecnico irripetibile, ossia l’esame autoptico. I sei medici indagati sono difesi dagli avvocati Aldo Guagliani, Mauro Masiello, Francesco Gentile, Massimo Di Summa, Cosimo Rampino e Viviana Labruzzo.

 

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