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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Morto sulla barella dopo 12 ore, le prime risposte fra 90 giorni

Eseguita l’autopsia disposta dal pm: incarico conferito a un medico legale, un cardiologo e un cardiochirurgo. Tre medici indagati, acquisita la cartella in ospedale

BRINDISI – Tre mesi, almeno. Novanta giorni per avere risposte, in termini di verità, sulla causa della morte del pensionato di Brindisi, 70 anni, spirato su una barella del Pronto soccorso dell’ospedale Antonio Perrino, 12 ore dopo l’arrivo. Bisognerà aspettare per sapere per quale motivo l’anziano non è stato sottoposto a visita e, di conseguenza, se poteva essere salvato.

L’autopsia

Come disposto dal pubblico ministero Simona Rizzo, è stata eseguita l’autopsia dai tre professionisti incaricati, anche sulla base dei quesiti posti nella denuncia sporta dall’avvocato Paolontonio D’Amico, per conto delle figlie dell’anziano morto il 18 dicembre scorso: le valutazioni sulla condotta dei medici del Pronto soccorso spettano a Domenico Urso, medico legale; Antonio Tota, cardiologo, e Domenico Paparella, cardiochirurgo.

L’ipotesi di reato

La prima relazione su “cosa ha determinato il decesso, sulla natura della morte” e quindi su quanto avvenuto o non avvenuto dal momento dell’arrivo al Pronto soccorso, sarà depositata non prima di 90 giorni. L’ipotesi rispetto alla quale procede il pm, resta l’omicidio colposo – al momento – contestato nei confronti di tre medici in servizio quel giorno, un cardiologo e due specializzati nell’accettazione d’urgenza.

L’avviso di garanzia è stato notificato il 20 dicembre, contestualmente a quello di fissazione per il conferimento dell’incarico ai fini dell’autopsia, trattandosi di atti irripetibile per il quale è necessario dare comunicazione. Acquisita, nell’immediatezza dei fatti, la cartella clinica dal pronto soccorso.

La denuncia

Stando a quanto sostengono le figlie (e la moglie) l’uomo non soffriva di patologie particolari per le quali in passato si era reso necessario il ricovero in ospedale. Quel che non è chiaro, secondo la famiglia, è il motivo per il quale il pensionato sia rimasto sulla barella per 12 ore, senza che sia stato disposto il ricovero in un reparto.

La domanda per la quale i familiari attendono risposta che vuol dire giustizia è: poteva essere salvato? A fine marzo, dovrebbero essere depositata la relazione dei consulenti. Salvo proroghe.

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