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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Morvillo, indagini alla stretta

Le indagini sull’attentato di Brindisi, s’intende il fascicolo affidato alla Dda di Lecce che concerne esclusivamente l’attentato alla Morvillo Falcone, sono giunte a una fase conclusiva. Il che non significa che siano al momento chiuse e che non ci si possa aspettare ulteriori colpi di scena, visto e considerato che non è affatto arrivata al capolinea l’inchiesta sull’attentato del 2008 all’ex socio dello stragista di Copertino compiuto a Torre Santa Susanna, fondamentale per svelare forse alcuni retroscena non di secondo piano sulla vicenda.

Le indagini sull’attentato di Brindisi, s’intende il fascicolo affidato alla Dda di Lecce che concerne esclusivamente l’attentato alla Morvillo Falcone, sono giunte a una fase conclusiva. Il che non significa che siano al momento chiuse e che non ci si possa aspettare ulteriori colpi di scena, visto e considerato che non è affatto arrivata al capolinea l’inchiesta sull’attentato del 2008 all’ex socio dello stragista di Copertino compiuto a Torre Santa Susanna, fondamentale per svelare forse alcuni retroscena non di secondo piano sulla vicenda.

Si attendono gli esiti delle consulenze tecniche effettuate dai Ris e dalla Polizia scientifica subito dopo l’arresto dell’attentatore reo confesso, Giovanni Vantaggiato, 68enne di Copertino, il killer di Melissa Bassi, l’uomo che piazzò tre bombole di gas riempite con miscela esplosiva e le fece saltare in aria con un telecomando per cancelli alle 7.42 del 19 maggio scorso. Sono per l’appunto perizie sulla tipologia di materiale utilizzato, sulla fabbricazione del congegno, un ordigno che, all’infuori dell’esitazione durata 63 secondi, ha funzionato alla perfezione.

Ad oggi, però, non c’è nessuna notifica. Non è pervenuto nello studio dell’avvocato Franco Orlando alcun atto con il quale si comunica la fine delle indagini preliminari. Fonti della Dda (l’inchiesta è nelle mani del procuratore Cataldo Motta ed è stata affidata ai pm Guglielmo Cataldi e Milto De Nozza, come applicato) ritengono che la conclusione sia vicina, e che diventerà imminente dopo l’arrivo delle relazioni balistiche.

Di concreto c’è soltanto la rinuncia dell’avvocato difensore di Giovanni Vantaggiato, a ricorrere per Cassazione per contestare la decisione dei giudici del Tribunale del riesame che hanno ritenuto sussistesse l’aggravante della finalità terroristica, sostenendo che lo stragista voleva colpire quando c’erano le ragazze, voleva uccidere, era perfettamente in grado di comprendere l’abnormità delle conseguenze che stava per provocare e ha creato “allarme sociale”.

E per di più che è una persona disturbata, perché ha provato piacere nell’innescare una deflagrazione. Ma non malato al punto da dover ritenere che le sue condizioni di salute siano incompatibili con il regime carcerario cui è sottoposto. La difesa presenterà ai pm titolari del fascicolo istanza di regolamento di competenza, ritenendo che l’indagine vada trasferita dalla procura distrettuale antimafia a quella ordinaria di Brindisi cui spetterebbe – secondo il legale dell’indagato -  procedere per territorio.

Vantaggiato è in isolamento, è detenuto per due attentati, non uno. Non solo per la morte di Melissa Bassi che, se non si fosse trovata lì alle 7.42 di quel sabato, domattina avrebbe varcato i cancelli della Morvillo Falcone, forse sbuffando un po’ per l’estate finita e per il ritorno sui libri, ma quantomeno viva.

Non solo per il ferimento delle altre. Ma anche per un episodio su cui si sta ancora lavorando sodo proprio a Brindisi. Il 68enne di Copertino poco dopo l’arresto, ha ammesso le proprie responsabilità anche su un altro fatto che potrebbe essere, e lo si ribadisce fin dal principio, un passaggio-chiave, importante per interpretare anche quanto è accaduto davanti alla Morvillo Falcone in una mattina di primavera.

Si tratta del tentato omicidio di Cosimo Parato, un imprenditore agricolo di Torre Santa Susanna con cui Vantaggiato era in affari fino a poco prima del 24 febbraio del 2008 quando saltò in aria una bici – bomba riempita di esplosivo proprio nei pressi dell’abitazione dell’ex socio del commerciante di carburanti di Copertino, che è vivo per miracolo e che ha parlato sia con gli investigatori che con gli inquirenti.

Il pm della procura di Brindisi, Milto De Nozza, va avanti e difatti sta procedendo con una serie di audizioni. L’ultima risale a venerdì scorso, quando è stato ascoltato un dipendente della ditta di fatto gestita da Vantaggiato ma intestata alla moglie, Giuseppina Marchello. Non è escluso, quindi, che emerga qualche dettaglio determinante. Certo è che quello che salterà fuori dall’inchiesta su Parato dovrà essere considerato in relazione alla strage della Morvillo Falcone, sebbene i fascicoli siano indipendenti e non ci sia stata unificazione.

Ci sono troppi interrogativi insoluti che potrebbero trovare risposta nel passato. Perché quella scuola? Quale è il vero movente? Davvero Vantaggiato voleva colpire il tribunale per una sentenza (sulla truffa da 340mila euro che avrebbe subito e per cui ha accusato Parato) che in fondo non gli era del tutto sfavorevole e che, secondo Parato, in realtà non c’era mai stata ma era solo un depistaggio per la Guardia di Finanza che si era avvicinata ad un traffico in nero di gasolio sottratto alle forniture di strutture pubbliche?

Perché insomma. Perché Melissa. Perché le altre. E’ stato lo stesso Vantaggiato a riferirsi a quelle vecchie storie, per spiegare il suo rancore attuale. Lo ha detto lui ai magistrati negli interrogatori sostenuti dopo l’arresto, che è stata la propria frustrazione a indurlo a rivestire nuovamente i panni del bombarolo. Sono dunque due casi legati a filo doppio. E sull’asse Brindisi – Torre Santa Susanna - Mesagne, si continua a cercare. Perché, è chiaro, che c’è ancora qualcosa che non quadra.

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