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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

“Multiservizi e ripiano perdita: falso come Totò che vendeva la fontana di Trevi”

I consiglieri comunali di Brindisi Bene Comune: "Non è vero che la Giunta, senza sindaca dimissionaria, ha destinato parte del presunto avanzo per coprire il buco, a differenza di quanto sostiene il portavoce". E sul giornalista: "Non si comprende di chi oggi rappresenti la voce, ma la sua nota illude 200 lavoratori"

BRINDISI – “Sostenere che la Giunta, con la sindaca dimissionaria, abbia destinato una parte del presunto avanzo di Amministrazione, anno 2016, per coprire la perdita sofferta dalla Multiservizi nel 2014 è un falso. Falso perché si emula Totò che voleva vendere la Fontana di Trevi”.

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La rabbia politica arriva dai consiglieri di Brindisi Bene Comune, Riccardo Rossi e Giuseppe Cellie, già autori di un “attacco”  all’esecutivo e alla prima cittadina (non) dimissionaria, sullo sfondo della situazione economico-finanziaria della partecipata Multiservizi, in occasione dell’ultimo Consiglio comunale. Il ritorno alla carica della coppia di contestatori è conseguenza diretta della nota del portavoce della stessa sindaca, sul cui lavoro gli stessi Rossi e Cellie sollevano domande posto che Angela Carluccio ha rassegnato le dimissioni il 24 gennaio scorso, ma da allora ad oggi da Palazzo di città, a firma del giornalista continuano ad arrivare note rivolte alla stampa e quindi alla città.

“Abbiamo appreso da un comunicato stampa del portavoce della Sindaca che la Giunta, riunitasi in assenza della Sindaca dimissionaria, ha con una delibera di Giunta “ destinato una parte del presunto avanzo di amministrazione 2016 alla perdita sofferta nell’anno 2014 dalla Brindisi Multiservizi”, scrivono Rossi e Cellie. “Nulla di più falso, perché la Giunta con la delibera in fase di ratifica, ieri, non ha destinato alcuna parte dell’avanzo di amministrazione per ripianare le perdite della Multiservizi”. L’ultimo risultato negativo contabilizzato ammonta a un milione e 300mila euro, ma la dimensione della perdita diventa ancor più notevole se si considera le perdite degli anni precedenti e la circostanza del mancato rogito notarile in relazione al capannone, sede della srl, che il Comune nel 2015 aveva deliberato di cedere alla Multiservizi sempre nell’ottica del ripiano.

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“L’oggetto della delibera era infatti esclusivamente l’aggiornamento del presunto avanzo di amministrazione al 31 dicembre del 2016. Un atto propedeutico per la definizione del bilancio previsionale 2017”, sostengono i consiglieri di Brindisi Bene Comune. “Nessun impegno e quindi nessuna destinazione di tale presunto avanzo di amministrazione è stato fatto. Né ciò poteva accadere senza l’approvazione del rendiconto del 2016 e il successivo bilancio previsionale 2017 che dovrà approvare il consiglio comunale”.

“Destinare il presunto avanzo di amministrazione è come voler destinare la presunta vincita della schedina del superenalotto. Non può essere destinato nulla che non sia invece accertato e non presunto”, aggiungono. “E’ quindi gravissimo che si distorca in questo modo quanto approvato dalla Giunta, per poter fare un comunicato stampa per illudere le 200 famiglie dei lavoratori della Multiservizi”. I dipendenti sono ancora in attesa di capire quali sono le reali condizioni economico-finanziarie e cosa prevede il piano industriale che, a quanto pare, sarebbe in elaborazione ma non sarà pronto per il 6 febbraio, data del ritorno in Consiglio comunale per l’approvazione dell’atto di indirizzo sulla fusione della Multiservizi alla Energeko, l’altra partecipata, per incorporazione.

“E’ grave che con una Sindaca dimissionaria la Giunta si riunisca non per l’ordinaria amministrazione e un portavoce della Sindaca continui il suo lavoro quando non si comprende di chi oggi rappresenti la voce. Ma ormai qui a Brindisi si naviga a vista e si tenta anche di vendere ai cittadini di Brindisi la fontana di Trevi emuli del buon Totò”, concludono Rossi e Cellie. Nessun intervento è arrivato dal segretario generale del Comune, Giuseppe Salvatore Alemanno.

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